GREGORIO de Galgano (de Gualgano)
Non possediamo notizie certe sulla sua origine e sugli inizi della sua carriera.
In una lettera di Onorio III del 1° febbr. 1219 troviamo menzionato G. del quale si dice che era stato cardinale diacono di S. Teodoro e poi cardinale prete di S. Anastasia. Ciò prova quindi che G. e Gregorio "de Crescentio" - che fu cardinale diacono di S. Teodoro dopo G. e che tale rimase sino alla morte nel 1226 - non erano la stessa persona, come talora erroneamente è stato ritenuto (cfr. Eubel, nonché il Dict. d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XXI, col. 1496).
Il nome "de Galgano" (o "de Gualgano") è documentato due volte: in un'enciclica di Gregorio IX del 7 apr. 1239 e in una lettera di Gregorio "de Crescentio" cardinale diacono di S. Teodoro inserita in una bolla di Onorio III del 7 maggio 1218. G. appartenne quindi alla famiglia romana "de Galgano" attestata a Roma dall'inizio del sec. XIII.
È stata respinta da studi più recenti la supposizione che G. sia stato monaco in un monastero intitolato a S. Galgano e, dal 1204, sia stato educatore del futuro imperatore Federico II.
La prima attestazione di G. è immediatamente successiva alla sua nomina a cardinale diacono ed è costituita dalla sua sottoscrizione come uditore del Tribunale apostolico (8 giugno 1206).
Morto nel 1207 Gerardo di S. Adriano durante la sua legazione in Sicilia, G. nello stesso anno fu nominato suo successore da papa Innocenzo III; la legazione e la luogotenenza di G. nel Regno di Sicilia si protrassero sino al 1215.
Nel 1207 G. fu presente alla consacrazione dell'arcivescovo di Bari, Berardo de Castacca, e il 17 dicembre dello stesso anno, a Siponto, emise un documento in favore dell'arcivescovo di quella diocesi.
Nel luglio 1208 Innocenzo III proclamò la pace per il Regno di Sicilia: il legato G. fu così incaricato sia di ricevere l'atto di obbedienza degli abitanti della Puglia al re e alla pace sia di nominare due capitani della pace. G. doveva essere coadiuvato dal maresciallo pontificio Giacomo.
Da un documento papale del 1209 sappiamo che G., in qualità di legato, aveva indetto un'inchiesta nei confronti del vescovo di Potenza, cui erano state mosse accuse di incapacità, simonia e sperpero. Nello stesso anno era in Sicilia dove a Milazzo compose un conflitto tra l'arcivescovo di Messina e i templari. Fu poi a Bari quando Frangalis di Bitritto consegnò il dominio sul castrum di Bitritto all'arcivescovo di Bari; di lì fece quindi ritorno a Catania, da Federico II. Non è datata la conferma di un documento di donazione che G. aveva rilasciato, insieme con l'arcivescovo Luca di Cosenza, il vescovo di Belcastro e l'abate di S. Spirito di Palermo, in favore della fondazione cistercense di Sambucina.
Nel 1211 confermò e consacrò Jacopo, medico di Federico II, che il capitolo di Policastro, controvoglia, aveva eletto vescovo, ma Innocenzo III annullò l'elezione perché contravveniva alle prescrizioni canoniche e al concordato del 1198.
Nel 1212 fu eletto arcivescovo di Palermo Parisio, ma Innocenzo III rifiutò la nomina ed esortò quindi il capitolo a una nuova elezione. G. aveva ricevuto l'espresso mandato di scegliere una persona idonea, nel caso che il capitolo non avesse seguito l'esortazione papale; ma - vista la sua indecisione a proporre un titolare - Innocenzo, nel settembre 1213, trasferì a Palermo l'arcivescovo di Bari, Berardo de Castacca: il comportamento di G. fu criticato dal pontefice. Dopo tale data disponiamo solo di pochi isolati documenti riguardanti Gregorio de Galgano.
Già prima del febbraio 1212 Federico II aveva prestato al legato giuramento feudale per il Regno. Il 14 marzo 1213 G. confermò a Gualtieri di Pagliara, vescovo di Catania, il castello di Calatabiano che era stato concesso per breve tempo al vescovado da Federico II.
Nel 1214 sono documentate solo poche sottoscrizioni di G. a privilegi papali; nel 1215 è nuovamente attestato (4 giugno), poi il papa lo richiamò dalla Sicilia.
Nel febbraio 1216 Innocenzo III lo promosse a cardinale prete di S. Anastasia; come tale G. sottoscrisse la prima volta il 7 marzo 1216 e, successivamente, il 21 marzo e il 13 aprile dello stesso anno. Sotto Onorio III G. fu nuovamente uditore del Tribunale apostolico (11 ott. 1216 - 23 maggio 1224). Nel dicembre 1222 è ricordato come rettore di Segni.
G. dovette morire poco dopo il 23 maggio 1224, data della sua ultima sottoscrizione (21 aprile secondo il Necrologio di S. Agata, Colonia: Biblioteca apostolica Vaticana, Barb. lat., 3217, c. 224v).
Fonti e Bibl.:Epistolae Innocentii III, in J.-P. Migne, Patr. Lat., CCXV, coll. 943, 1447 s.; CCXVI, col. 33; Regesta Honorii III papae, a cura di P. Pressutti, Roma 1888-95, nn. 2083, 3544, 3641, 3757, 4156; Les registres de Grégoire IX, a cura di L. Auvray, Paris 1890-1955, n. 5092; F. Ughelli - N. Coleti, Italia sacra, VII, Venetiis 1721, coll. 623, 829; Codice diplomatico barese, Le pergamene del duomo, I, a cura di G.B. Nitto de Rossi - F. Nitti, Bari 1897, p. 145; J.F. Böhmer, Regesta Imperii, V, 1, Die Regesten des Kaiserreichs…1198-1272, a cura di J. Ficker, Innsbruck 1881-82, n. 652; V, 2, a cura di J. Ficker - E. Winkelmann, Hildesheim 1971, n. 12347; E. Kartusch, Das Kardinalskollegium in der Zeit von 1181 bis 1227. Ein Beitrag zur Geschichte des Kardinalates im Mittelalter, diss. dattil., Wien 1948, pp. 167-176; N. Kamp, Kirche und Monarchie im Staufischen Königreich Sizilien, I-III, München 1972-82, ad ind.; W. Maleczek, Papst und Kardinalskolleg von 1191 bis 1216. Die Kardinäle unter Coelestin III. und Innocenz III., Wien 1984, pp. 151-153, 183, 392; A. Paravicini Bagliani, Cardinali di Curia e "familiae" cardinalizie dal 1227 al 1254, Padova 1972, pp. 13, 19, 392; C. Carbonetti Venditelli, Le più antiche carte del convento di S. Sisto a Roma (905-1300), in Codice diplomatico di Roma e della regione romana, IV, Roma 1987, pp. 72, 78; W. Maleczek, Zwischen lokaler Verankerung und universalem Horizont. Das Kardinalskollegium unter Innocenz III., in Innocenz III, in Innocenz III. - Urbs et Orbis o Atti del Convegno internazionale, … 1998, a cura di A. Sommerlecht, Roma 2002 (in corso di stampa); C. Eubel, Hierarchia catholica…, I, Monasterii 1913, p. 4 nn. 15, 26; Dict. d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XXI, col. 1496.