CASALI, Gregorio
Nacque a Bologna nel 1652 dal senatore Mario Ignazio e dalla contessa Ippolita Bentivoglio. La nobiltà della madre e il prestigio del padre dovettero procurargli un'infanzia agiata, confortata dalle cure di buoni maestri di retorica. Conseguita la laurea di diritto presso lo Studio cittadino, il C. attese, come il padre, alle cariche pubbliche divenendo senatore e maestro della Sacra scuola dei confortatori (una delle maggiori confraternite caritatevoli della città), nella quale, quando era semplice aggregato, recitò un'orazione per la fesita della decollazione di s. Giovanni Battista, protettore e patrono della scuola stessa.
Tale attività letteraria rivela nel giovane C. una cultura che esorbita dall'apprendistato giuridico cui egli si sottopose sin dall'adolescenza. In maniera probabilmente dilettantesca, negli ozi che permetteva una carriera già stabilita per il prestigio paterno, il C. si rivolgeva con assiduità ai libri di poesia più famosi nel tardo periodo del Barocco e avrà accomunato all'ammirazione per l'eloquenza sacra del Bartoli e del Malvezzi quella per la lirica concettistica già volta a modi di semplicità arcadica.
Bologna, del resto, è, nella seconda metà del Seicento, uno dei maggiori centri che operino per la trasformazione del Barocco in Arcadia: la pratica delle numerose accademie cittadine costituisce un indubbio legame tra i due momenti letterari solo in apparenza contrastanti, e la base per tale trasformazione è costituita appunto dal trattenimento mondano, dallo svago accademico, dal tentativo di reperire, nell'esercitazione, motivi retorici più facili e comunicabili. Non a caso il C. sarà uno dei primi fondatori della colonia Renia dell'Arcadia, nell'ambito della quale svolse gran parte della sua attività di verseggiatore.
Morì a Bologna nel febbraio del 1718.
La produzione poetica del C., seppure esigua, è abbastanza significativa per i generi trattati e soprattutto per le sedi in cui venne accolta. La prima testimonianza edita di tale attività è costituita da un'egloga in terza rima che si legge nella raccolta di diversi autori per l'assunzione al pontificato di Clemente XI e che ha per titolo Egloghe di pastori arcadi della colonia del Reno nella gloriosa esaltazione di N. S. Clemente XI (Bologna 1700).
Un anno più tardi venne pubblicato a Bologna il contributo del C. al poema intitolato I fasti di Luigi XIV Re di Francia, mentre risale al 1705 una inedita "Cantata per l'Accademia dei Gelati tenuta in casa del Senatore Conte Alamanno Isolani il 5 gennaio 1705" (cfr. Fantuzzi). A questo punto della sua attività il C. doveva essere abbastanza noto: prova ne sia che un suo sonetto venne accolto nella Perfetta poesia del Muratori (I, Modena 1706, p. 370) e un altro nei Commentari della volgar poesia di G. M. Crescimbeni.
Conclude il favorevole accoglimento della sua offerta lirica l'inserzione di un sonetto nell'Aggiunta alla Raccolta di Agostino Gobbi (III, Bologna 1716, p. 152), con cui sembra concludersi l'attività letteraria del C., se, come sembra verosimile, la ricognizione di fonti manoscritte non è destinata a fornire ulteriori esempi della sua produzione.
Bibl.: F. S. Quadrio, Della storia e della ragione di ogni poesia, II, Venezia 1724, p. 613; G. M. Crescimbeni, Commentari della volgar poesia, I, 6, Venezia 1730, p. 296; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi..., III, Bologna 1783, pp. 126 ss.