ALOANDRO (Haloander), Gregor (pseudonimo di Meltzer)
Nacque nel 1501 in Zwickau, morì in Venezia il 7 settembre 1531. Compiuti gli studî universitarî di giurisprudenza, venne a perfezionarsi in Italia nel 1526, e in Bologna riuscì a esaminare i lavori inediti lasciati dal Bolognini; è molto dubbio se sia riuscito a vedere anche gli appunti del Poliziano sul manoscritto fiorentino delle Pandette. A Venezia conobbe Egnazio, che gli procurò vari manoscritti antichi, tra i quali quello pregevolissimo contenente i primi 9 libri del Codex repetitae praeiectionis di Giustiniano. Ritornato in Germania nel 1527, riuscì dopo molti sforzi a trovare i mezzi necessarî per una nuova edizione del Corpus iuris civilis; lavorando con intensa energia, in meno di due anni, cioè nell'aprile 1529, poté pubblicare le Pandette, nel mese successivo le Istituzioni, nel 1530 il Codice, nel 1531 le Novellae constitutiones (in greco con la traduzione latina). Nel 1529 pubblicò anche l'Encheiridion di Epitteto (seguendo forse un manoscritto veneziano). Le singole parti del Corpus iuris sono precedute da Epistolae dedicatoriae, nelle quali è esposto anche il metodo seguito nell'edizione. Le Istituzioni sono dedicate all'abate del convento di S. Egidio, le altre 3 parti del Corpus iuris al municipio di Norimberga che lo aiutò moltissimo nella sua opera. Nella primavera del 1531 Aloandro ritornò in Italia, con l'intenzione di studiare altri manoscritti per una seconda edizione del Corpus iuris, ma, dopo un anno di permanenza in varie città italiane, morì di malattia in Venezia. Nell'edizione delle Pandette, Aloandro si fonda principalmente sul manoscritto fiorentino, che però modifica secondo la lezione dei manoscritti della vulgata o congetturalmente, nell'intento di stabilire un testo facilmente leggibile e in buon latino: egli si studiò di ricostruire le inscriptiones dei singoli frammenti. Per le Istituzioni si valse in prima linea del testo stabilito per le Pandette (nei luoghi geminati) e, quando questo mancava, dell'edizione Chevallon (Parigi 1525), di manoscritti recenti e di congetture. Pel Codice si valse del manoscritto egnaziano (il quale però era molto mutilo) e, sussidiariamente, dall'editio princeps (Norimberga, Sensenschmid, 1475); curò in massimo grado le iscrizioni e sottoscrizioni, fino allora molto trascurate. A causa dell'illeggibilità dei manoscritti non poté ristabilire il testo delle costituzioni greche. Aggiunse al Codice un elenco cronologico dei consoli dalla fondazione della repubblica a Giustiniano. La sua edizione delle Novelle è la prima che contenga il testo greco, tratto dalla copia del Bolognini: sono pubblicate solo 122 novelle integralmente, e 23 parzialmente; accanto al testo greco vi è l'authenticum e una traduzione latina. Il merito maggiore di Aloandro è quello di aver ristabilito un testo leggibile e corretto del Corpus iuris (egli non volle fare un'edizione critica, ma nondimeno varie sue congetture sono state accettate dalla critica moderna) e di avere avuto il coraggio di rompere la tradizione scolastica del Medioevo (significativa è l'abolizione delle divisioni tradizionali delle Pandette e del Codice). La sua edizione suscitò vivissimo interesse tra gli scienziati contemporanei, fu accettata da molti e diede la spinta alle edizioni critiche successive, alcune delle quali si fondarono sulla sua.
Bibl.: Sulle edizioni di Aloandro v. A. Rouillier, Haloander, in Hoefer, Nouvelle biographie générale, XXIII, Parigi 1877, p. 203; Stintzing-Landsberg, Geschichte der deutschen Rechtswiss., I, Monaco-Lipsia 1880, p. 180 seg.; P. Krüger, Geschichte der Quellen des römischen Rechts, 2ª ed., Monaco-Lipsia 1912, pp. 435-436.