green computing
<ġrìin këmpi̯ùtiṅ> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Tecnologie e modalità gestionali finalizzate alla sostenibilità ambientale del settore ICT (Information and communication technology). Il g. c. prevede che la progettazione, la costruzione, l’uso e la dismissione di computer, dispositivi mobili, periferiche e data center siano effettuati minimizzandone l'impatto sull’ambiente. I computer sono caratterizzati da un’impronta ambientale marcata: fabbricazione e distribuzione richiedono una notevole quantità di combustibili fossili, materiali tossici, minerali rari, energia elettrica, acqua a cui si deve aggiungere l’impatto ambientale associato all’estrazione delle materie prime e di imballaggio. Server, computer, monitor, data center e sistemi di raffreddamento, infrastrutture di comunicazione e relativi sottosistemi consumano in funzionamento una grande quantità di energia, che incide sull’aumento di gas serra nell’atmosfera (l’energia consumata da ogni computer in un anno corrisponde a circa una tonnellata di CO2). Anche lo smaltimento a fine vita di questi dispositivi può avere un forte impatto ambientale, se non correttamente trattati od opportunamente conferiti in discarica. L'aspetto energetico è stato affrontato per primo poiché i grandi centri di calcolo hanno la necessità processuale di smaltire la notevole quantità di calore prodotto dai numerosi elaboratori. La progettazione dei data center deve pertanto essere orientata alla riduzione dei consumi energetici dei server e degli impianti di condizionamento. In termini più generali, il g. c. prevede una fase progettuale che contempla tutto il ciclo di vita di un’apparecchiatura e quindi anche del suo smaltimento finale. I progettisti devono considerare, minimizzandone rispettivamente effetti e quantità, l’impatto ambientale dei materiali e l’energia utilizzata durante l’intero ciclo di vita del dispositivo elettronico. La ricerca a carattere multidisciplinare che ha come obiettivo il g. c. ha introdotto molte soluzioni e accorgimenti secondo i principi dell’ecodesign. Si è perseguita l’innovazione dei materiali, con la riduzione quantitativa nella produzione e l’utilizzazione di quelli con minor impatto ambientale e più valore residuo a fine vita (materiali ecocompatibili, come le bioplastiche, o sostituzione di sostanze pericolose, come il piombo, con altre). Nella prospettiva dell'efficienza energetica, le soluzioni vanno dalla realizzazione di hard disk a stato solido, alla sostituzione di monitor tradizionali con quelli a basso consumo, all’utilizzo quanto più diffuso di energie rinnovabili, per esempio mediante celle fotovoltaiche integrate nelle componenti esterne del computer. Inoltre, i consumi energetici nei data center possono essere ridotti utilizzando apparecchiature di nuova generazione ad alta efficienza energetica, migliorando l’aereazione per ridurre le esigenze di raffreddamento (anche con soluzioni di architettura dedicata), adottando software di power management e soluzioni informatiche come la virtualizzazione, dove ogni server fisico ospita server virtuali multipli (con la conseguente riduzione di computer e di spazio fisico). In particolare, nei grandi data center che forniscono servizi di cloud computing (v.), è determinante per la sostenibilità ambientale la scelta della fonte energetica di alimentazione. Per quanto riguarda il potenziamento della riciclabilità dei prodotti, è stata sviluppata una progettazione orientata all’upgrade e alla manutenzione che prevede sin dalla fase di design il riuso e riciclo. Alcune tecniche consentono di smontare e riparare più facilmente i computer o di sostituirne parti per l'upgrade, aumentandone così il tempo di vita. Inoltre, in fase di progettazione si possono già prevedere accorgimenti che semplificano l'attività di smaltimento del rifiuto elettronico, per esempio favorendo le operazioni di disassemblaggio o indicando la collocazione dei componenti pericolosi. Una soluzione in questo senso consiste nello schedare ogni componente, per agevolarne la destinazione al riciclo o meno. Per raggiungere tali obiettivi è stata introdotta dalla normativa di settore la responsabilità estesa del produttore sull’intero ciclo di vita del prodotto, in modo da incentivarlo a investire in soluzioni tecnologiche ecologiche e in piani di gestione del fine vita dei dispositivi (come i programmi di ritiro). Per evitare il rischio del green washing (operazioni di marketing che non corrispondono a un'effettiva gestione della produzione, dei prodotti e dei servizi con ridotto impatto ambientale), sono stati creati standard di riferimento e sistemi di certificazione, come per esempio l’Electronic products environmental assessment tool (EPEAT), attivato dal Green electronics council (GEC), che assegna medaglie d’oro, argento e bronzo in base a parametri quali livello di riciclabilità, durata del prodotto, tossicità dei componenti, risparmio di energia e di acqua e così via. La ecoetichettatura dei prodotti IT e la conformità alla normativa, su base europea, sono importanti elementi per lo sviluppo di un mercato green. Il livello di attenzione e consapevolezza dei consumatori è stato elevato da campagne internazionali di associazioni ambientaliste, che hanno favorito l'introduzione di metriche e sistemi di valutazione diventati degli standard di fatto nel settore.