GRAVELOTTE (A. T., 32-33-34)
Piccolo villaggio, 13 km. a ovest di Metz, su una collina alta 307 m., presso un affluente di sinistra della Mosella. Dista 5 km. da Novéant (che è la stazione ferroviaria più prossima) e conta circa 800 ab.
La battaglia di Gravelotte - Saint-Privat. - Combattuta il 18 agosto 1870 fra l'armata francese del Reno agli ordini del maresciallo Bazaine (v.) e le armate tedesche I e II (rispettivamente comandate dal generale von Steinmetz e dal Principe Federico Carlo di Hohenzollern) sotto gli ordini diretti del re Guglielmo di Prussia e del suo capo di stato maggiore von Moltke (v. franco-prussiana, guerra).
Fu sconfitta francese grave di conseguenze, soprattutto perché il Bazaine si riaffermò nel proposito di rimanere "in attesa" appoggiato alla piazzaforte di Metz, quando convenivano risoluzioni audaci, sicché - oltre ai molti insegnamenti tecnici che dalla battaglia derivano - gli avvenimenti di quel giorno interessano la psicologia del comando.
Già le due battaglie combattute attorno a Metz il 14 ed il 16 agosto (v. Borny e Vionville-mars-la-tour) avevano notevolmente peggiorato la situazione strategica delle truppe francesi di Lorena, le quali - per di più - subivano il contraccolpo morale dell'orgasmo che aveva colto il governo di Parigi e l'imperatrice reggente all'annuncio delle prime sconfitte sulla linea di confine. La crisi di comando determinatasi il 13 agosto col consiglio dato dal governo a Napoleone III di cedere la suprema direzione della guerra all'idolo popolare, Bazaine (crisi aggravata dalla sostituzione del Le Boeuf col Jarras nella carica di capo di stato maggiore) era stata un'indiretta, ma pur chiara, confessione di gravi errori commessi nella condotta della campagna, nel momento meno opportuno, e cioè mentre erano in corso operazioni di estrema delicatezza miranti a sottrarre i corpi di Lorena al contatto nemico per ricostituire più indietro - sulla Mosa o sulla Marna - la massa unica con i corpi reduci dall'Alsazia e comandati dal maresciallo Mac-Mahon.
La battaglia del 14 agosto a oriente di Metz (Borny o ColombeyNouilly) aveva ritardato il passaggio della Mosella, che sarebbe invece convenuto ai Francesi di affrettare; la battaglia del 16 agosto a occidente di Metz (Vionville-Mars-la-Tour) aveva ostacolato il deflusso dell'armata francese verso Verdun, dove - secondo gli accordi presi il mattino di quello stesso giorno fra Napoleone III e il Bazaine - le truppe di Lorena avrebbero dovuto dirigersi in tutta fretta. Questa seconda battaglia era bensì rimasta tatticamente incerta, ma aveva chiaramente rivelato una decisa inferiorità francese nella tecnica e nello spirito del comando. Infatti, corpi francesi numericamente superiori - e che logicamente avrebbero dovuto tendere, come si è detto, con la massima energia a sfuggire verso ovest - si erano lasciati agganciare da poche unità avversarie molto audaci, e avevano finito col rimanere paralizzati. Non contrattaccati il giorno 17, come essi si attendevano, i Tedeschi avevano approfittato della sosta per raccogliere i corpi disponibili delle due armate I e II sulla riva occidentale della Mosella. Il Bazaine, in luogo di profittare della sosta per dirigersi verso l'interno, schierò le proprie forze sulle alture che sono alle spalle del campo di battaglia del 16 agosto, e perciò più prossime a Metz, con l'ala sinistra appoggiata alla Mosella presso Moulins e l'ala destra (Canrobert) dapprima a Verneville, poi alcuni chilometri più a nord fra Saint-Privat e Roncourt. Da queste località la linea francese si svolgeva per Amanvillers, La Folie, Moscou, fino alla Mosella. La riserva, costituita dal corpo della Guardia, fu collocata fra Lessy e il forte Saint-Quentin, ossia - erroneamente - dietro l'ala meglio appoggiata, mentre il Canrobert, che non aveva possibilità di aggrapparsi solidamente al terreno, venne a mancare di un sostegno di truppe sufficientemente vicino.
Per il 18 agosto i Tedeschi avevano deciso di riprendere l'offensiva. Essi avevano constatato che non vi era traccia di movimento lungo la rotabile Conflans-Verdun; ma erano tuttavia in dubbio se Bazaine avesse ripiegato su Metz o cercasse di guadagnare l'interno della Francia passando più a nord per la strada di Briey; nel primo caso avrebbero attaccato frontalmente, dopo aver fatto una conversione verso est; nel secondo caso avrebbero attaccato il fianco sinistro dei Francesi in movimento, procedendo direttamente da sud a nord. Per esser pronti in modo ugualmente conveniente ad affrontare l'una o l'altra eventualità, le teste dei corpi d'armata avanzanti costituirono una linea obliqua con la sinistra avanti. Alle ore 10 si poteva escludere che i Francesi fossero in marcia e poco dopo si constatò infatti che erano fermi intorno a Metz. L'avanzata delle colonne tedesche prende allora forma definitiva per un attacco in direzione di est con disegno di avvolgere la destra francese. In un primo tempo si credette dagli attaccanti che l'ala settentrionale dell'armata del Bazaine non oltrepassasse Amanvillers, e ciò portò come conseguenza che il corpo della Guardia prussiana incaricato dell'avvolgimento, si trovasse, invece, a combattere frontalmente; sicché il compito dell'avvolgimento dovette essere assolto dal Corpo sassone, che era stato tenuto, in un primo tempo, in riserva, e al quale si ordinò di avanzare a tale scopo lungo la riva dell'Orne verso Roncourt. Per dar tempo a questo lungo movimento di compiersi senza molestia di contrattacchi, la Guardia e il IX Corpo, applicando un sano criterio di cooperazione, rinnovarono sanguinosi attacchi contro le posizioni di Saint-Privat e di Amanvillers. L'entrata in azione dei Sassoni produsse - dopo un'eroica difesa del corpo Canrobert - il crollo della destra francese e compromise il centro. Sul resto della fronte, i corpi francesi 2° e 3° avevano resistito tutta la giornata agli attacchi dei corpi tedeschi VII e VIII, che si erano inutilmente logorati e che non avevano potuto guadagnar terreno, nemmeno quando giunse loro il rinforzo del II corpo. Re Guglielmo e il Moltke, che avevano assistito alla battaglia da un'altura presso Gravelotte, a sera, ignorando il successo del centro e dell'ala sinistra, ebbero l'impressione di un insuccesso. Nel campo francese, il generalissimo era rimasto quasi estraneo alla tormenta. Non aveva dato corso alle richieste di rinforzi che gli venivano dai comandanti dell'ala destra, né si era curato di andar di persona sul luogo; aveva tenuto fino all'ultimo la Guardia imperiale inoperosa, mentre un tempestivo contrattacco di queste truppe scelte e fresche nella zona di Sainte-Marie-aux-Chenes avrebbe potuto forse salvare la giornata, e tenere ancora aperta la via di ritirata per Briey.
I Tedeschi con questa battaglia raggiunsero il loro scopo strategico, interponendo la massa principale delle loro forze fra l'amiata del Bazaine e Parigi, e limitando a tal segno la libertà di movimento delle truppe francesi di Lorena, da rendere assai ardua la riunione fra le due masse del Bazaine e del Mac-Mahon.
A causa delle interrotte comunicazioni, l'imperatore francese e il MacMahon appresero con ritardo la situazione critica dell'armata di Lorena e le pavide decisioni del suo capo. E l'incertezza in cui rimasero nel frattempo, sarà una delle ragioni del disastro di Sedan (v.).