grattaverde
(gratta-verde), s. m. Grattacielo verde, edificio a torre nel quale vengono coltivati vari tipi di piante.
• la torre della Digital Media City, già ribattezzata Light Tower, la Torre della Luce, sarà soprattutto il primo grattacielo a vivere di un polmone proprio. Meglio, di tre: tre aperture nella struttura che «respireranno» la luce naturale e l’aria pulita per metterla poi in circolo ‒ e diminuire così drasticamente luce e riscaldamento artificiale ‒. Un albero di 30 piani, come cantava Adriano Celentano: anzi, addirittura di 133 piani. Chiamateli i gratta-verdi. Il riconoscimento arriva dal pulpito, manco a dirlo, più alto. Il Council on Tall Building and Urban Habitat è un’associazione non profit basata a Chicago che i costruttori non solo d’America hanno scelto come arbitro nelle controversie: a partire dai criteri per stabilire i record d’altezza. (Angelo Aquaro, Repubblica, 16 maggio 2012, p. 41) • Dalle comunità domestiche a quelle del verde: ecco quelli degli orti romani della Garbatella che hanno strappato il loro pezzo di felicità condivisa al cemento, oppure i cassaintegrati della Eutelia con il loro Eutorto sull’Ardeatina. Ed ecco quelli dei grattacieli di New York o dei «grattaverdi» coreani di Songdo: una fattoria verticale di 30 piani può alimentare fino a 10.000 persone. (Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera, 17 ottobre 2012, p. 27, Cronache).
- Composto dal s. m. gratta(cielo) e dall’agg. verde.