GRAPHEUS (γραϕεύς, da γραϕέιον - il pennello)
È parola che viene usata solo da poeti e scrittori greci dell'epoca classica sinò al IV sec. a. C., per significare propriamente il pittore poiché anche per la pittura prevalse il concetto di formare la parola non dalla tecnica o dalla materia adoperata, come è tipico invece dei nomi latini degli artisti, ma dall'oggetto prodotto: il pittore in greco è perciò più comunemente chiamato zogràphos (v.), cioè disegnatore di cose vive e zographìa: la pittura in generale. Ancora più specificatamente i Greci parlarono di megalographìa, forse per la pittura di grandi scene; di eikonographìa (v. eikonogràphos) per la ritrattistica, di rhopographìa (o anche rhyparographìa) per la pittura di scenette di genere, di skenographìa per la pittura decorativa. Plinio (Nat. hist., xxxv, 113) ricorda un pittore greco di figura che nihil aliud quam homines pinxit, ob id anthropographos cognominatus.
Bibl.: H. Blümner, Technologie u. Terminologie der Gewerbe u. Künste bei den Griechen u. Römern, ia ed., II, Lipsia 1884, p. 417 ss.