GRANVILLE, John Carteret, conte
Uomo politico inglese, nato nel 1690 da Giorgio, primo barone di Carteret, e da lady Grace Granville (contessa Granville nel 1716). Barone Carteret dopo la morte del padre (1715), divenne conte Granville dopo la morte della madre (1744). Entrato nella Camera dei Lord nel 1711, divenne gentiluomo di camera del re Giorgio I nell'ottobre 1714 ed ebbe presto un'influenza considerevole sul re. Nel 1717, quando sorse uno scisma fra i whigs, G. si unì con Sunderland, che fu presto primo ministro, e con Stanhope. Fu mandato prima in missione diplomatica in Svezia nel 1719 e poi in Danimarca nel 1720, e fu la sua abilità a facilitare la susseguente pacificazione del nord. Dopo l'ascesa al potere di Walpole nel 1721, G. fu per 3 anni segretario di stato per il dipartimento del sud; ma si alienò i colleghi per l'importanza che continuava a dare agl'interessi del re nel Hannover; e la sua ambizione personale e gl'intrighi orditi da lui contro Walpole resero più acute le divergenze di principio. Mentre egli era col re Giorgio a Hannover, nel 1723, venne in discordia con Townshend e fu sostituito come segretario dal duca di Newcastle; fu nominato invece lord luogotenente d'Irlanda, posto che conservò fino al 1730. La sua venuta in Irlanda coincise con un periodo di agitazioni, tratteggiato nei Drapier's Letters di Swift. G. agì con una certa prepotenza; ma, in fondo, il suo governo godeva di popolarità. Nel 1730 tuttavia fu destituito dal suo posto; e si unì allora con Pulteney e Chesterfield, facendo sistematico ostruzionismo al governo con brillanti discussioni. Nel febbraio 1742, quando Walpole cadde per un solo voto nel nuovo parlamento, una nullità, il conte di Wilmington, divenne primo ministro, e G. fu fatto segretario di stato per il dipartimento del nord, che includeva anche il disbrigo degli Affari esteri. La politica estera inglese divenne subito più energica. G. cercava di abbattere la Francia, impegnata nella guerra di successione d'Austria; e con tre negoziati brillanti riuscì nell'intento: Maria Teresa fu persuasa ad accedere alla pace di Breslavia (giugno 1742), che allontanando dalla lotta Federico II di Prussia permetteva alle forze austriache di volgersi tutte contro la Francia; con l'offerta di un sussidio di 200.000 lire sterline, dato dall'Inghilterra, G. riuscì a decidere il titubante re di Sardegna, già diffidente verso le mire ambiziose della Spagna in Italia, a unirsi con l'Austria; nell'ottobre 1742 furono ripresi i negoziati con l'Olanda da G. in persona e dopo una settimana passata a L'Aia egli riuscì a ottenere la desiderata promessa di aiuto. Questi successi non fecero che aumentare la sua impopolarità in Inghilterra; ma la sua influenza personale sul re rimase intatta. Pitt tuonava contro di lui che "aveva rinnegato la nazione britannica"; e dopo che Pelham divenne primo ministro (luglio 1744), la posizione di G. si fece insostenibile. Egli si dimise nell'ottobre. Per un certo tempo continuò un'opposizione attiva, e nel febbraio 1746 fece un tentativo di formare un ministero, conservando il portafoglio per 24 ore. Ma in breve desistette dalla politica di partito, e, accettata nel 1787 la presidenza del consiglio privato, conservò questo posto fino alla sua morte, tenendosi lontano dagl'intrighi politici. Morì il 2 gennaio 1763. G., uomo d'altronde privo di alte idealità morali, fu giudicato uno dei più grandi ingegni dei suoi tempi; è certo il suo sapere e l'interessamento che egli aveva per gli affari europei superavano di molto quelli dei suoi contemporanei.
Bibl.: Walpole, Memoirs of the Reign of George II, 1846; Lord Hervey, Memoirs, 18884; A. Ballantyne, Life of Carteret, Londra 1887.