GRANADOS Y CAMPIÑA, Enrique
Pianista e compositore, nato a Lérida il 29 luglio 1867 da padre cubano. Dimostrò precocità musicale; studiò il pianoforte con J. B. Pujol a Barcellona e l'armonia con F. Pedrell. Dopo un breve soggiorno a Parigi, dove ebbe qualche lezione privata da C.-A. de Bériot, tornò a Barcellona iniziandovi (1890) la sua carriera di concertista e compositore. Il 24 marzo 1916, tornando da New York, dove aveva assistito alla prima rappresentazione dell'opera tratta dalle Goyescas, periva con la moglie nel naufragio del Sussex silurato da un sottomarino tedesco.
Il nome di G. viene, di solito, accoppiato con quello di I. Albéniz (v.) a proposito della rinascita musicale spagnola che s'inizia con F. Pedrell: ma le affinità fra i due compositori catalani sono d'ordine più estrinseco che profondo e non vanno più in là di un certo parallelismo tra lo svolgimento dell'una e dell'altra produzione. Partiti entrambi da uno spagnolismo di maniera, in cui l'eleganza della scrittura e del colore non riesce a nascondere l'intima vacuità, pervengono a uno stile più saldo, più raffinato e allo stesso tempo più complesso. Ma, mentre il dinamico Albéniz si volge all'eloquenza e a un certo fare virtuosistico che rammenta quello di Liszt, il G., delicato, sognatore, contemplativo, si riaccosta istintivamente ai poeti romantici del pianoforte e al loro desiderio d'intimità e di raccoglimento, e subisce profondamente l'influenza di Chopin, e, più ancora, di Schumann, attraverso il vago lirismo coloristico di Crieg. In queste delicate notazioni di sentimenti, di sfumature patetiche, è il pregio maggiore delle migliori opere, come le Goyescas: sette pezzi per pianoforte, suggeriti da pitture del Goya, ma in realtà di una sensibilità assai diversa da quella del pittore settecentesco; di un fascino sottile che solo il pianoforte può rendere (e infatti, trasportate sulla scena, non ebbero fortuna). Quando volle cimentarsi in opere più ambiziose, fallì: un suo poema sinfonico che ha per soggetto la Divina Commedia, altre pagine per orchestra e di musica strumentale da camera, e tutta la produzione teatrale (la wagneriana Maria del Carmen, e le altre opere, di dimensioni più modeste, come Gaziel, Petrarca, Liliana, Follet, Miel de lo Alcarria, ecc.) si nominano soltanto per dovere di storico.
Bibl.: H. Collet, Albéniz et Granados, Parigi 1926; A. Salazar, La musica contemporánea en Espana, Madrid 1930.