GRĀÑ (in amarico "mancino"; soprannome di ahmad ibn Ibrāhtm)
Nativo dello stato musulmano dell'Adal (nel sud-est dell'Etiopia), si segnalò tra i soldati del garād Abūn ibn Adash, condottiero al servizio dei sultani dell'Adal. Morto Abūn, G. postosi a capo del partito d'opposizione alla dinastia regnante iniziò una lunga lotta contro il sultano Abū Bakr ibn Muhammad, che fu ucciso. Allora G., nominato sultano di Adal il fratello del defunto, concentrò nelle sue mani tutti i poteri assumendo il titolo di imām e diresse una serie di spedizioni contro il regno cristiano di Abissinia. Vincitore nella battaglia di Shimbirā Kurē nel 1529 e l'anno successivo ad Ayfars, G. divenne padrone dello Scioa. Di lì in sei anni di campagne occupo l'Abissinia centrale e, disfatto di nuovo l'esercito del negus presso il Nilo Azzurro, sboccò nel nord abissino. Il negus fu così ridotto in un ristrettissimo territorio e G. messosi in relazione col pascià di Zabīd (in Arabia) ne otteneva rinforzi. Ma intanto, salito al trono abissino il negus Claudio, questi riuscì a interessare i Portoghesi alla difesa dell'Abissinia cristiana e si ebbe allora la spedizione di don Cristoforo da Gama (v.). Morto questi, i suoi soldati continuarono la guerra insieme col negus Claudio e G. fu ucciso in battaglia nel febbraio 1543 a Zāntarā dai Portoghesi. G. è designato dagli scrittori musulmani coi soprannomi di al-ghāzī "il vincitore" e ṣāḥib al-fatḥ "il conquistatore". La tradizione locale odierna lo dice nativo dei Gheri, tribù somala.
Bibl.: Histoire de la Conquête de l'Abyssinie par ‛Arabfaqīh, ed. Basset, Parigi 1897-1901; R. Basset, Étude sur l'histoire d'Éthiopie, Parigi 1882; F. Beguinot, La Cronaca abbreviata d'Abissinia, Roma 1901; Miguel de Castanhoso, Dos feitos de D. Christovam da Gama, Lisbona 1898.