GRAN LAGO SALATO (Great Salt Lake; A. T., 140-141)
Il più ampio (4690 kmq.) dei laghi della regione del Gran Bacino, tutto compreso entro lo stato di Utah. È lungo 130 km., largo oltre 50 km., ma il perimetro è irregolare, con baie, penisole e isole (Antelpa, 2133 m.) e varia di continuo, con le oscillazioni del livello, di cui quelle stagionali (massimo giugno, minimo novembre-gennaio) si aggirano sui m. 0,50-0,75. Le variazioni per lunghi periodi hanno raggiunto cifre superiori ai 3 m.; nei massimi, le aree superano i minimi del 25% (4580 kmq. nel 1850, 5950 nel 1910), i volumi del 75%. Varia anche la salinità del lago, dovuta per i 4/5 al cloruro di sodio; nella piena del 1873 fu del 13,40%, nel periodo di magra del 1906 del 27,72%; in media è intorno al 18%. Il lago è alimentato dalle acque scendenti dai M. Wahsatch, che si raccolgono, prima, in altri due bacini più piccoli (L. Bear e L. Utah). Il Gran Lago Salato è senza emissario; la sua altezza è di 1285 m., la profondità non supera i 15 m. (la media è forse la metà), sì che la ferrovia può attraversarlo con un ponte di legno alto pochi metri sullo specchio d'acqua.
Il Gran Lago Salato è un avanzo di un più ampio bacino (L. Bonneville), con una superficie, nel Pleistocene, dieci volte l'attuale e sfociante al Pacifico; lago d'acqua dolce profondo 330 m., i cui limiti sono contrassegnati da una serie di terrazze nella regione circostante. A causa delle variazioni stagionali, le acque si ritirano sui margini, che si coprono di cristalli di sale, sfruttato industrialmente. La zona vicina ha carattere d'oasi; essa è anche nota per essere il centro d'attività della setta dei Mormoni.
Contrariamente a quanto è stato più volte affermato, le acque del Lago Salato posseggono una fauna e una flora, che, sebbene siano rappresentate da un numero assai limitato di specie, vi prosperano molto rigogliosamente. Sono state descritte alcune specie di Diatomee (gen. Navicula e Plumbella), una Chlamidomonas, che vi è molto abbondante e una Cianoficea, Aphanothece Packardi. È stata trovata anche un' Euglena, e, fra i Protozoi, Lobosi (gen. Amoeba) e Ciliati simili al gen. Uroleptus. Le specie più caratteristiche, che sono rappresentate, in certe stagioni, da un numero sterminato d'individui, sono un Fillopode, appartenente a un genere caratteristico delle saline, Artemia fertilis Verril, che non manca anche nelle zone dove l'evaporazione rende estremamente elevato il contenuto salino dell'acqua, e larve e pupe di ditteri, particolarmente di Ephydra gracilis Packard, di Chironomidi e di una Corixa. I maschi dell'Artemia si trovano soltanto d'estate, ma le femmine sono sempre presenti; depongono le uova in primavera, talché d'estate e d'autunno le acque del lago formicolano di questi delicati e trasparenti crostacei. Tentativi fatti per introdurre specie di utilità economica, come pesci e ostriche, non ebbero seguito. L'abbondanza di nutrimento animale richiama molte specie non acquatiche, che si nutrono principalmente a spese delle Artemie e delle larve o imagini di Ephydra; queste ultime formano talvolta vere nubi di moscerini. Così, sulla spiaggia, molti ragni danno la caccia ai Ditteri, e la Hat Island è soggiorno invernale di moltissimi uccelli, di cui alcuni nidificano; fra questi il pellicano bianco, gabbiani, e il grande Airone azzurro. In autunno arrivano a frotte le Spatole (Spatula clypeata L.) che si nutrono quasi esclusivamente di Artemia e delle larve dei Ditteri, diverse specie di anatre (Clangula, Nettion, Marila), Falaropi, l'Avocetta, Colimbi e Hymantopus. Le conoscenze sulla fauna del lago sono tuttavia scarse, e, per l'ambiente caratteristico (salinità molto elevata, contenuto in solfato di sodio e cloruro di magnesio pure elevatissimi) meritano di venire estese.
Bibl.: G.K. Gilbert, Lake Bonneville, in U.S. Geol. Surv. Monogr., I, Washington 1890; J.E. Talmage, The Great Salt Lake, past and present, Salt Lake City 1900; O.E. Meinzer, Map of Pleistocene Lakes of the Basin and Range province, in Bull. Geol. Soc. Americ., XXXIII (1923), pp. 541-52; W. C. Allee, in Scient. Monthly, XXIII (1926), pp. 481-95.