mùsica, grammàtica della Insieme delle regole che permettono di comprendere e utilizzare il sistema di simboli necessari per la scrittura e l'esecuzione della musica.
Il suono, elemento base della musica, è caratterizzato da tre proprietà: l'altezza, che dipende dalla sua frequenza e consente di distinguere suoni acuti o gravi; l'intensità, che dipende dall'ampiezza della vibrazione che determina il piano e il forte; il timbro, che dipende dalle armoniche e determina la qualità che rende diverso e distinguibile dagli altri ogni strumento e ogni voce.
L'altezza dei suoni è rappresentata attraverso le note, denominate nei paesi neolatini do, re, mi, fa, sol, la, si (dalle prime sillabe di un inno a s. Giovanni utilizzato da Guido d'Arezzo come espediente mnemonico per i suoi cantori), in quelli anglosassoni mediante lettere dell'alfabeto, a partire dalla A che rappresenta il 'la'. Le note musicali vengono scritte nel pentagramma e la loro altezza è determinata dalla posizione precisa, nella linea o nello spazio, in cui sono collocate e tramite simboli detti chiavi, posti all'inizio di ogni rigo. L'altezza delle note può essere alzata o abbassata di un semitono con l'utilizzo del diesis (#) o del bemolle (b). La notazione tiene conto anche della durata dei suoni. Quest'ultima viene indicata impiegando note bianche o nere, con l'aggiunta o meno di aste o tagli. Partendo dalla semibreve, che è la nota più lunga nell'uso comune e che vale 4/4 (cioè un'intera battuta), ogni figura di valore inferiore dura esattamente la metà della precedente fino ad arrivare alla semibiscroma che vale 1/64 di battuta. Ulteriori variazioni della durata si ottengono con l'aggiunta di punti a fianco di una nota o di una pausa, determinando l'aumento di metà del valore.
La musica deve essere organizzata nel tempo. Elemento essenziale è il ritmo, rappresentato da una pulsazione, che si ripresenta regolarmente nel tempo. Il ritmo si esprime graficamente con una frazione posta sul pentagramma subito dopo la chiave. Si dice invece battuta ogni porzione del rigo contenente note, delimitata da due stanghette verticali, che costituisce l'unità di tempo di ogni composizione. La notazione musicale è completata da altre indicazioni che servono all'esecutore per interpretare in maniera corretta il carattere della composizione. Esse possono essere relative: alla velocità (grave, lento, adagio, moderato, allegro, vivace, presto); alla dinamica e all'intensità del suono (pianissimo, piano, mezzoforte, forte, fortissimo, crescendo, diminuendo). Esistono poi i cd. segni agogici, relativi a impulsi ritmici affidati alla sensibilità dell'interprete (accelerando, rallentando, ritenuto), e numerosi altri segni d'espressione.