graffiti
Vecchie e nuove incisioni
Il graffito è un'incisione eseguita in modo da lasciare una traccia distinguibile. Gli uomini primitivi incidevano sulle pareti delle caverne motivi magici o religiosi. Gli Etruschi utilizzavano questa tecnica per decorare le suppellettili. Nel Rinascimento ornavano così le facciate dei palazzi. Oggi chiamiamo graffiti nuove forme di pittura murale, nate nelle periferie delle nostre metropoli
Nel Paleolitico l'uomo sente l'esigenza di esprimere con il disegno o il graffito la propria concezione magica dell'esistenza (arte). Non sapendo spiegare i fenomeni naturali, li raffigura dando loro un carattere propiziatorio e un aspetto realistico, talvolta sfruttando le sporgenze naturali della roccia per rafforzare il volume. Al Neolitico risalgono molti graffiti spesso colorati. L'uomo, divenuto sedentario, impara a descrivere meglio l'ambiente circostante. Rappresenta forme geometriche quasi astratte, dai contorni netti, e animali stilizzati. Le immagini documentano avvenimenti e trasmettono informazioni: sono perciò più sintetiche, come una scrittura. In Italia sono famosi i graffiti dell'Età del Ferro in Valcamonica (Alpi occidentali) e nel Sahara quelli del Tadrart Acacus in Libia.
In età rinascimentale (Rinascimento) venivano decorati con la tecnica del graffito, insieme all'affresco colorato oppure a chiaroscuro, le facciate e i cortili dei palazzi, come è ancora visibile in numerosi esempi rimasti nel centro storico di Roma.
Nel 1960 gli adolescenti (teenagers) di New York cominciano a scrivere i propri nomi sui muri dei sobborghi, poi scelgono soprannomi per crearsi un'identità pubblica e marcare il territorio della gang con la firma (tag). I graffiti inizialmente avevano perciò una funzione territoriale. Come fenomeno artistico, la graffiti art si sviluppa negli Stati Uniti nei primi anni Settanta del 20° secolo, caratterizzata da scritte e disegni tracciati con bombolette spray su muri, vagoni di treni e metropolitane.
Che cosa hanno in comune questi graffiti con quelli preistorici? Allo stesso modo utilizzano i segni come un codice espressivo per trasmettere velocemente idee e messaggi. Ma al posto delle caverne ci sono ora i vagoni delle metropolitane, dove l'incisione sarebbe poco pratica e illeggibile; allora il segno graffiante e incisivo è prodotto da bombolette spray. Già i protagonisti delle avanguardie (come Klee o Miró) si erano ricollegati ai graffiti e all'arte primitiva per combattere la visione tradizionale del quadro come una finestra aperta sul mondo. Eppure qualcosa di nuovo c'è. I kids ("ragazzacci") sono i 'nuovi primitivi' di una società tecnologica avanzata. La metropoli è il loro habitat, il sottosuolo e la metropolitana sono il luogo d'espressione più adatto. Nel 1971 i giornali di New York denunciano il fenomeno dei writers ("scrittori" di graffiti) come atto vandalico, ma proprio da questa cultura hanno attinto artisti diventati poi di fama internazionale come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat.
Chi non ha mai visto gli omini che emanano raggi o i televisori con gambe o i bambini 'radioattivi'? Sono immagini a metà strada tra il fumetto e la pubblicità, che un tempo hanno ricoperto anche muri pubblici e che ora sono stampate su oggetti e indumenti. Sono simboli moderni usciti dalla mente creativa di Keith Haring, un giovane artista americano morto di AIDS, che ha lasciato in eredità alla ricerca contro questa malattia i proventi delle sue opere e il copyright per l'uso delle sue icone. Destino simile ha avuto un altro artista proveniente dalla cultura dei writers: Jean-Michel Basquiat, alla cui breve e travagliata esistenza è stato dedicato anche un film. A entrambi va il merito di aver elevato la cultura dei graffiti da fenomeno sociale dei ghetti a un riconosciuto linguaggio artistico di portata internazionale.