Comune della prov. di Gorizia (115,1 km2, in gran parte acque interne, con 8663 ab. nel 2008). Sorge su un’isola al margine della laguna a cui dà nome (Laguna di G.) ed è collegata alla terraferma da una strada che, su una striscia di sostegno artificiale, attraversa la laguna stessa. Molto sviluppato il turismo, favorito da un’adeguata attrezzatura ricettiva. Sono attive la pesca lagunare e marittima e l’industria conserviera del pesce.
Di origine romana (ad Aquas Gradatas), G. fu il porto (gradus «scalo») avanzato di Aquileia. Assunse importanza quando, dopo la distruzione di Aquileia da parte degli Unni (453), vi si riversarono gli abitanti di questa città. Allora G. ospitò il patriarca di Aquileia, che vi si fissò stabilmente con la venuta dei Longobardi (568). Nel 606, dopo la morte dell’arcivescovo Severo, si ebbe, accanto al patriarcato di Aquileia, un vero e proprio patriarcato di G. (con il titolo di Nova Aquileia). La lotta fra i due patriarcati, che durò secoli e costò a G. saccheggi e distruzioni, si concluse nel 1180 con un accordo tra il patriarca di G., Enrico Dandolo, ormai residente abitualmente a Venezia, e quello di Aquileia. Nel 1451 Niccolò V trasferì il patriarcato a Venezia e G. si ridusse a borgo di pescatori.