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gradire

Enciclopedia Dantesca (1970)
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gradire


Latinismo (gradi), nel significato di " procedere ", " progredire ", in Pg XXIV 61 (dove Bonagiunta parla dello Stil nuovo): e qual più a gradire oltre si mette, / non vede più da l'uno a l'altro stilo. Alla lezione gradire, già presente nel Boccaccio, nell'Aldina e nella Crusca, poi accolta dal Foscolo, dal Tommaseo, dal Bennassuti, dal Blanc, e infine dal Petrocchi (che la discute, oltre che ad l., anche in Introduzione 205-207) copisti antichi ed editori moderni preferirono la variante, indubbiamente meno rilevante, riguardar, e così si legge nella '21.

Il latinismo, che il Petrocchi riscontrava in Paganino da Serzana, in Iacopone e nel D. latino, è anche nel Guinizzelli Omo ch'è saggio 2 " ma a passo grada ", come al Petrocchi fa notare P.M. Viola (Ricerche di metodo e di struttura su D. e Manzoni, Cagliari 1969, 180-181) che ha messo in rapporto tutto il contesto del discorso di Bonagiunta col sonetto guinizzelliano, che è d'altronde responsivo del bonagiuntino Voi ch'avete mutato la mainera (il Viola vede inoltre nel ‛ grada ' di Guinizzelli la causa della variante a gradar che in Pg XXIV reca il codice Marciano IX 127; nel Parigino 72 si legge al gradare).

Vocabolario
gradire
gradire v. tr. [lat. *gratire, der. di gratus «gradito, accetto»] (io gradisco, tu gradisci, ecc.). – 1. Ricevere, accogliere, accettare di buon animo, con soddisfazione, con piacere: g. un regalo, una visita, una notizia; ho gradito molto...
gradiménto
gradimento gradiménto s. m. [der. di gradire]. – Atto e fatto del gradire; sentimento di piacere, di soddisfazione, di approvazione per qualche cosa che appaghi le nostre esigenze morali o materiali, o che sia conforme al nostro gusto:...
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