SCHULZE, Gottlob Ernst (più noto col nome di Aenesidemus o di Aenesidemus-Schulze, dal titolo della sua opera principale)
Filosofo tedesco, nato a Schloss Helldrungen (Turingia) il 23 agosto 1761, morto a Gottinga il 14 gennaio 1833. Dopo aver studiato all'università di Wittenberg, divenne nel 1788 professore ordinario in quella di Helmstedt, donde passò nel 1810 a quella di Gottinga.
Nei suoi primi scritti lo Sch. si occupò principalmente di storia del pensiero greco; poi pubblicò soprattutto trattazioni di carattere teorico, tra cui vanno ricordate: Grundriss der philosophischen Wissenschaften (voll. 2, Wittenberg 1788-90); Kritik der theoretischen Philosophie (voll. 2, Amburgo 1801); Enzyklopädie der philos. Wissenschaften (Gottinga 1814); Psychische Anthropologie (ivi 1816); Über die menschliche Erkenntnis (ivi 1832). Ma il suo scritto più celebre è l'Änesidemus oder über die Fundamente der von dem Hrn. Prof. Reinhold in Jena gelieferten Elementarphilosophie, nebst einer Vertheidigung des Skepticismus gegen die Anmaassungen der Vernunftkritik (pubblicato anonimo a Helmstedt nel 1792). L'intonazione scettica dell'opera spiega come fosse intitolata col nome di Enesidemo (v.), il quale d'altronde, anche per l'anonimato dell'opera stessa, finì per trasferirsi al suo autore. Una ristampa è stata curata da A. Liebert, Berlino 1911, quale vol. I delle ristampe di opere filosofiche rare edite dalla Kant-Gesellschaft. Come già risulta dal titolo, l'Enesidemo è una critica dell'interpretazione che il Reinhold aveva data, pochi anni prima, della filosofia teoretica di Kant. Riprendendo e approfondendo motivi critici già avanzati dal Maimon e contestati dal Reinhold, lo Sch. nega che la concezione kantiana giunga ad alcun risultato intrinsecamente necessario tanto nella determinazione della natura propria dell'oggetto (egli chiarisce qui le varie contraddizioni implicite nell'idea della cosa in sé e della sua inconoscibilità) quanto in quella della natura del soggetto, cioè delle funzioni trascendentali del conoscere. Rivendica perciò, contro Kant, Hume, e torna a rinchiudersi nel suo scetticismo: nel che è il limite ideale della sua critica, altrimenti così feconda per l'ulteriore sviluppo del pensiero postkantiano.
Oltre alle trattazioni gnerali sulla scuola Kantiana, v.: A. Wreschner, E. Platner und Kants Kritik der reinen Vernunft mit besonderer Berücksichtigung von Tetens und Aenesidemus, in Zeitschrift für Philosophie und philosophische Kritik, C-CII, Lipsia 1893; E. Fischer, Von G. E. Sch. zu A. Schopenhauer. Ein Beitrag zur Geschichte der kantischen Erkenntnistheorie, Aarau 1901; H. Wiegershausen, Änesidem-Schulze, der Gegner Kants und seine Bedeutung im Neukantismus, Berlino 1910; P. Carabellese, Il problema della filosofia da Kant a Fichte, Palermo 1929, pp. 159-67.