GOSLAR
(lat. Goslaria)
Città della Germania nella Bassa Sassonia, situata tra i monti dello Harz. L'origine di G. risale a un insediamento (lar) di coloni franchi lungo il fiume Gose in corrispondenza dell'incrocio tra la strada del sale proveniente da N e il c.d. Hellweg, che attraversava la Germania da E a O.Il primo insediamento fu il Bargedorp abitato da minatori, situato ai piedi del Rammelsberg. In corrispondenza del c.d. Dickof si trovava la chiesa, dedicata originariamente a s. Martino e in seguito a s. Giovanni Battista, risalente a epoca ottoniana, che a quanto attestano le fonti e le fondazioni dovrebbe costituire il più antico edificio religioso di Goslar. Secondo l'Annalista Saxo il re Enrico I avrebbe fondato l'insediamento del mercato nel 922; solo in seguito si hanno notizie di una ecclesia forensis, dedicata ai martiri Cosma e Damiano (MGH, SS, VI, 1844, p. 595).I giacimenti d'argento scoperti sul Rammelsberg nel 968 all'epoca di Ottone I (936-973) costituirono una cospicua risorsa per l'economia dell'area, determinando la fondazione, a S del Rammelsberg, del palazzo imperiale, citato per la prima volta nel 1005, e lo sviluppo della città. Le riserve forestali dello Harz, ricche di selvaggina, e la fertile campagna circostante la regione ai piedi del monte attirarono a G. vari imperatori, che vi convocarono numerose diete e fecero della residenza di G. uno dei loro luoghi di soggiorno preferiti fin nell'inoltrato 13° secolo.La città è attraversata dall'Abzucht, un canale artificiale, che la divide in due parti: la maggiore a N, dove si trova la comunità sorta intorno al mercato, e a S il quartiere della residenza imperiale.Il cronista Lamberto di Hersfeld ricorda (MGH. SS rer. Germ., XXXVIII, 1894, pp. 171-172) nel 1073 una fortificazione fatta di terrapieni e steccati, che probabilmente servì a proteggere il villaggio sul monte e la zona intorno alla residenza durante le guerre sassoni contro l'imperatore Enrico IV. G., che intorno alla metà del sec. 12° contava già una popolazione tra i tremila e i cinquemila abitanti e che quindi poteva essere considerata una delle grandi città della Germania settentrionale, nel 1264 veniva racchiusa entro muri burgensium e nel 1274 munita di una fossa cum muro il cui tracciato si è mantenuto invariato nel corso del tempo. Le porte urbiche, il Rosentor, il Vititor (1181), il Breites Tor e il Klaustor (distrutto nel 1820-1828), di pianta quadrata, erano in origine articolate su due piani: un piano terreno con passaggio e un piano superiore con cappella. Nel 1397, con il benestare del vescovo di Hildesheim, le cappelle superiori vennero sacrificate per permettere l'ampliamento del vano di passaggio sottostante. Nel corso dei lavori di trasformazione le figure dei santi protettori furono sostituite con le immagini degli imperatori, che ancora costituiscono un importante elemento decorativo per le torri. A parte le quattro porte principali, lungo il muro alto m. 5 e profondo m. 1,20 provvisto di camminamento di guardia, si contavano numerose pusterle, tra cui il Gröperntor (distrutto nel 1674), il Lamborgertor, il Kaisertor e il Pipertor (1285; demolito nel 1835), lo Scherpertor (1310) e lo Schlopptor (1402); allo stesso modo in corrispondenza dell'ingresso e dell'uscita dell'Abzucht, i c.d. Wasserlöcher, le mura erano protette da impianti di difesa simili a porte. Alla fine del sec. 13° furono allestiti terrapieni e fossati per rinforzare la cinta difensiva. Nei secc. 14° e 15° vennero aggiunte torri in muratura semicircolari, tra le quali sono ancora visibili la Weberturm, la Teufelsturm, la Wachtmeisterturm e la Kegelwortturm (iscrizione del 1492). Venne sopraelevato anche il muro di cinta fino all'altezza di m. 10. Nel primo decennio del sec. 16°, le quattro porte principali furono rinforzate. Nei punti deboli dell'anello difensivo furono costruite torri con muratura dello spessore di m. 4-8.Il palazzo imperiale di G., il Kaiserhaus, costituisce il più antico esempio conservato di edificio civile della Germania; costruito una prima volta all'epoca di Enrico II (1002-1024), venne riedificato da Enrico III (1039-1056) e dagli imperatori successivi; nel 1290 venne utilizzato come tribunale e nel 1477 restaurato. Dell'insieme degli edifici, che in origine doveva apparire di grande imponenza, rimangono oggi il Saalbau, ovvero l'edificio della residenza imperiale, la cappella palatina, dedicata a s. Ulrico, e la cappella della Maddalena, quanto resta del distrutto duomo dei St. Simon und Juda, che si trova di fronte al c.d. Kaiserbleek, ovvero la corte antistante il palatium. A livello di fondazione, si possono riconoscere inoltre alcuni resti di edifici religiosi e civili, tra cui quelli della Liebfrauenkirche, edificio centrale a pianta quadrata, realizzato all'epoca di Corrado II (1024-1039), e di edifici di abitazione. Sebbene siano frequenti le citazioni del palazzo, mancano però le testimonianze relative alla costruzione, sicché non è possibile conoscere l'ideatore del complesso, che un'ipotesi superata attribuiva a Bennone di Hildesheim (Hölscher, 1927, pp. 15-27, 115; Arndt, 1976, p. 3). La documentazione grafica di Mithoff (1862) costituisce una utile base per stabilire lo stato dei resti conservati prima dello scavo e dei restauri del 1913-1914 e del 1921-1922.Perduta l'aula regia fatta costruire da Enrico III, il Saalbau - definito nel sec. 13° domus Caesaris - su due piani (m. 5018), al cui centro è un corpo di fabbrica posto trasversalmente, deve la sua complessa articolazione esterna e interna a Enrico VI (alla fine del sec. 12°). Secondo quanto emerso dalle campagne di scavo, possono distinguersi tre diverse fasi, che sono in parte leggibili sulla muratura esterna, ma anche nella sala al piano terreno nelle arcate romaniche in arenaria portate alla luce e nelle sette volte a botte spezzata, che vennero ricostruite in seguito all'incendio del 1289, insieme a un sistema di riscaldamento a ipocausto che trasformava il piano terreno in una sala d'inverno temperata. Il carattere imperiale del corpo di fabbrica trasversale è evidente tanto nella sala del trono - posto esattamente al centro e sopraelevato - quanto nell'alta facciata, dove sono presenti due ordini di trifore all'interno di un arco cieco, sormontati da due finestre a lancetta fiancheggiate da oculi; il motivo è ripreso nelle ali. La decorazione della sala imperiale è costituita da lesene su alti zoccoli con basi attiche e capitelli fogliati protogotici, nonché da un soffitto a travatura di epoca tardogotica (1477). Sul versante meridionale si trova il portale d'accesso a un corridoio che attraversava l'intero corpo di fabbrica.La cappella di St. Ulrich, databile tra il sec. 11° e il 13°, a croce greca su due piani, si collega al palatium dal lato sud tramite una galleria costruita in epoca moderna; il piano superiore ottagonale era destinato al sovrano. Il sarcofago con la figura giacente dell'imperatore Enrico III, risalente alla metà del sec. 13° e posto al centro dell'ambiente nel 1884, custodisce, nella parte inferiore moderna, l'urna con il cuore del sovrano che era conservato nel duomo di G., mentre il corpo era stato mandato a Spira.Per la ecclesia Goslariensis, St. Simon und Juda, andata perduta nel 1819 (nel 1840 furono demoliti anche gli edifici canonicali) fu adottato un impianto architettonico nuovo per la Bassa Sassonia. Fondato per una comunità doppia di canonici e di monaci benedettini, il duomo fu consacrato nel 1050 all'epoca di Enrico III. Si trattava di una basilica con transetto e copertura piana su pilastri e colonne, originariamente con tre absidi. Di derivazione cluniacense è la soluzione adottata nella parte occidentale, con la presenza di due torri e del c.d. paradiso. Della basilica è rimasta solo la cappella dedicata alla Maddalena, del 1230-1250, che era posta lungo il lato settentrionale e fungeva da Vorhalle, attualmente sede del lapidario (Domvorhalle) con resti dell'arredo della chiesa. Vanno menzionati due capitelli dal profilo ottagonale e il portale interno che conduceva alla chiesa - realizzato da un artista diverso da quello che eseguì la parte restante della Vorhalle -, la cui ornamentazione con motivi a foglie d'acanto ricorda quella di Königslutter. Sulla facciata della Vorhalle, entro nicchie, si trovano figure scolpite a grandezza naturale: al registro inferiore i ss. Simone, Giuda e Matteo tra due imperatori, Enrico III, come committente, e un altro, il cui nome non compare, e al di sopra la Vergine fiancheggiata da angeli. Il capitello sulla colonna centrale del doppio portale è firmato da un maestro Hartmannus.Nella Domvorhalle è conservato anche il trono degli imperatori salici e svevi, del 1200 ca., in origine nei pressi dell'altare dei laici, davanti al Lettner. Esso è costituito da due braccioli e uno schienale in bronzo, decorati a traforo da un elaborato motivo fitomorfo e risalenti al sec. 11°, montati su un blocco di arenaria trecentesco le cui facce sono suddivise in specchiature e terminano con colonnette angolari. Tale struttura è racchiusa in una recinzione di lastre ornate da rilievi: un drago e un leone sulle lastre del lato frontale, protomi umane, dalle cui bocche escono animali fantastici, su quelle della parte retrostante, e inoltre due scimmie con la cocolla e sfingi.L'altare in bronzo detto di Crodo, proveniente dal duomo (Goslarer Mus.) è costituito da un parallelepipedo formato da lastre traforate (in origine probabilmente dorate) e si appoggia su figure inginocchiate alte cm. 40 ca. anch'esse in bronzo. Dell'arredo del duomo restano anche alcune vetrate di epoca romanica e gotica (Die Kunstdenkmäler der Provinz Hannover, 1901, pp. 56-60).Alcune chiese monastiche situate all'esterno della cinta difensiva vennero distrutte nel 1527 nel corso della guerra con Enrico II di Brunswick. Tra queste vanno ricordate la chiesa di St. Georg, dei Canonici regolari di s. Agostino sul Georgenberg, fondata dall'imperatore Corrado II, che doveva essere l'esempio più significativo tra gli edifici ispirati al modello della Cappella Palatina di Aquisgrana, e una basilica con colonne e transetto occidentale sul Petersberg, anch'essa dei Canonici agostiniani, voluta dall'imperatore Enrico III.All'interno della cerchia delle mura sorse, presso il Rosentor (più tardi Zwinger Achtermann), il monastero benedettino femminile di Neuwerk. La chiesa, St. Maria in horto, consacrata nel 1186 e coperta a volte negli anni 1220-1230, riprendeva nello schema planimetrico e in alzato il modello del duomo cittadino. Elementi di particolare originalità sono costituiti da quattro semicolonne addossate ai pilastri mediani della navata centrale, realizzate dal maestro Wilhelm. A tre quarti della loro altezza le colonne si staccano dal pilastro a formare una sorta di occhiello scolpito, due di esse sono ulteriormente arricchite da un anello in pietra con motivi decorativi quali serpenti, demoni e figure umane alludenti alla via della salvezza interrotta dal peccato.Nella parte occidentale della fortificazione della città, sul Frankenberg, si trova la parrocchiale dei St. Peter und Paul, ricordata nei documenti per la prima volta nel 1108. Di impianto basilicale, a tre navate con copertura piana su colonne e corpo occidentale, secondo la tipologia caratteristica dell'architettura di G., nel 1235 anche questo edificio venne coperto da volte. Al di sopra del portale meridionale fu reimpiegato il timpano del precedente edificio romanico del 1200 con la rappresentazione di Cristo e dei santi patroni. Nel 1877 furono scoperte tracce dei disegni preparatori per un affresco romanico nella zona delle finestre lungo la navata centrale e nel matroneo occidentale con scene vetero e neotestamentarie.Tra le chiese di G., la parrocchiale di St. Jakob è quella che contiene le più antiche testimonianze architettoniche. Alla basilica a copertura piana realizzata nel 1073 con Westwerk, nel corso del sec. 13° fu aggiunto un coro quadrato; nel 1500 l'edificio venne ampliato e trasformato in chiesa 'a sala'. Sulla facciata, a due torri, sono state inserite parti della decorazione architettonica di epoca romanica.Intorno alla metà del sec. 12° venne costruita, al posto di un edificio precedente, la chiesa del mercato, St. Cosmas und Damian anch'essa esemplata sul modello del duomo per il tipo di sostegni. Le vetrate romaniche realizzate da un maestro della Bassa Sassonia, attivo nel 1250 nel transetto nord, raffigurano nove scene ispirate alla leggenda dei due santi eponimi: il martirio e i miracoli con la guarigione di animali ed esseri umani sono raffigurati in scene di monumentale semplicità con brillanti toni di rosso e un intenso blu oltremare. È stato inoltre ricostruito un ciclo di pittura su vetro, realizzato su sette registri per una vetrata a due luci. Sulla parete del transetto meridionale si trovano affreschi tardogotici con i dieci comandamenti e le pene relative alla trasgressione degli stessi. La croce tardoromanica nell'abside proviene dall'ospedale Gross Heilig Kreuz.Molte delle cappelle romaniche di G. furono trasformate poco dopo il 1500 in edifici di abitazione, come per es. il St. Ägidien, del sec. 12° (attualmente ospita un albergo), o il St. Martin, un tempo cappella presso una porta urbica con torre di difesa del 12° secolo.L'ospedale Gross Heilig Kreuz, fondazione nobiliare del 1254, è uno dei più antichi esempi conservati di ospedale cittadino in Europa. Resti di finestre sono visibili lungo l'ala meridionale, nella zona orientale dell'edificio appartenente all'ospedale dell'Ordine Teutonico, nella parte delle cucine del St. Annenhaus, come pure nell'ala restrostante del c.d. Brusttuch.Per quanto riguarda l'architettura civile, le più antiche case conservate risalgono al 1500. Dell'edilizia privata romanica della città poco si conosce e per i resti architettonici del periodo di transizione dal Romanico al Gotico, individuati in alcuni edifici di abitazione, non è possibile accertare se essi siano stati espressamente realizzati per l'edilizia abitativa o se si tratti di frammenti di reimpiego appartenuti ai monasteri distrutti nel 1527, come sembra testimoniare l'accostamento spesso molto arbitrario dei frammenti (Die Kunstdenkmäler der Provinz Hannover, 1901, pp. 325-328).Nell'attuale Rathaus, costruito alla metà del Quattrocento, presso il mercato, in forme rinascimentali, in sostituzione di un precedente edificio risalente al sec. 12°, è conservato un evangeliario risalente al 1230-1240, con pregevoli miniature in Zackenstil.
Bibl.:
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