GORO di Gregorio
Scultore senese, figlio di un discepolo di Nicola Pisano; operò nella prima metà del sec. XIV. Di lui rimangono due monumenti pregevoli: l'arca di S. Cerbone a Massa Marittima (1324) e il sepolcro dell'arcivescovo Guidotto de' Tabiati (1333), esistente nel duomo di Messina. Entrambe le opere furono variamente smembrate. Il monumento di Massa Marittima palesa l'eleganza raffinata dell'artista senese non solo nelle figurine degli Apostoli, ma anche nelle facce dell'arca con storie del santo. Sul monumento di Guidotto è distesa la figura dell'arcivescovo nei suoi paludamenti, e attorno sono scolpite a bassorilievo l'Annunciazione, l'Adorazione dei Magi, la Flagellazione, la Crocifissione. Vi era compresa anche la Natività nella scena centrale di prospetto, ma fu sostituita nel sec. XVI da un'iscrizione relativa alla santificazione di Alberto Carmelitano, molto venerato in quel tempo dai Messinesi. Il sarcofago è stato, con la ricostruzione del duomo, ricollocato nel transetto a destra accanto all'arco trionfale, ma non si è potuto ricomporre nella sua forma originaria, mancandone molti elementi. Faceva parte del monumento la cosiddetta "Madonna degli storpî".
Bibl.: A. Venturi, Storia dell'arte ital., IV, Milano 1905; Wgt., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIV, Lipsia 1921 (con bibl.); P. Misciattelli, Una statua sconosciuta di G. di G., in La Diana, IV (1929), pp. 225-26.