gorillaio
s. m. (iron.) Spazio caratterizzato da atteggiamenti aggressivi e grossolani.
• «State tranquilli» avverte [Lapo] Pistelli «Firenze sarà una sorta di laboratorio». Insomma il parlamentare fiorentino non si accoda a chi pensa (come l’assessore regionale Riccardo Conti) che molti candidati indeboliscano quello vincente «non è mica un gorillaio» continua a ripetere, dopo aver «chiuso» la lista della corsa «con in campo queste persone non c’è bisogno di altre soluzioni» spiega Pistelli. (Osvaldo Sabato, Unità, 3 ottobre 2008, Firenze, p. II) • I lettori seri ‒ la grandissima maggioranza ‒ ci chiedono di fornire spazi di commento e discussione; non di aprire gorillai ingovernabili. Libertà è partecipazione, diceva il signor G. Non facoltà di insulto e logorrea, nascosti dietro un numero o uno pseudonimo. (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 12 gennaio 2012, p. 53, Lettere al Corriere) • Due sere fa, appena i dati dai seggi di Rignano sull’Arno hanno iniziato ad apparire nitidi e a svelare la sonora sconfitta del Pd, Eva Uccella ha attraversato piazza XXV Aprile e dal suo comitato elettorale è andata in quello di Daniele Lorenzini a stringergli la mano. «Non un gesto che mi sia costato poco. Ma ho deciso di farlo per dare un segnale: campagna finita, basta con le lacerazioni nella comunità. Ora opposizione dura, nei fatti. Abbiamo fatto una campagna di rincorsa, niente gorillaio, non abbiamo attaccato il sindaco uscente di cui io ero e sono rimasta vice fino all’ultimo. Ecco, forse questo atteggiamento soft non ha pagato» ritiene Uccella. (E. F., Repubblica, 13 giugno 2017, Firenze, p. II).
- Derivato dal s. m. inv. gorilla con l’aggiunta del suffisso -aio.
- Già attestato nella Repubblica dell’11 febbraio 2000, Firenze, p. V (Fulvio Paloscia).