VIDAL, Gore
Narratore, drammaturgo, saggista e sceneggiatore cinematografico statunitense, nato a West Point (New York) il 3 ottobre 1925. Diplomato alla Phillips Exeter Academy, combatté volontario nella seconda guerra mondiale dal 1943 al 1946. Mentre era di stanza nel Pacifico scrisse Williwaw (1946; trad. it., L'uragano, 1950), romanzo basato sulle sue esperienze in marina che lo mise subito in luce. Impostosi all'attenzione generale con lo scandalo di un libro che affrontava la situazione di un giovane omosessuale in un'epoca che considerava tabù tali temi (The city and the pillar, 1948; trad. it., La città perversa, 1949; e Jim, 1978), V. proseguì segnalandosi, oltre che per la prolificità e il successo della sua produzione, per il rifiuto di fossilizzarsi in una formula e per il gusto, talora un po' goliardico, della provocazione (Live from Golgota, 1992; trad. it., 1993), presente, pur se in forma più attenuata, anche nell'autobiografico Palimpsest (1995).
Fra i molti temi della sua narrativa sono l'ambiguità sessuale, maliziosamente trattata nel best-seller Myra Breckinridge (1968; trad. it., 1969) e nel seguito di questo, Myron (1975; trad. it., 1976); la vita familiare (The season of comfort, 1950); la storia antica, anche leggendaria, rivisitata con occhio freddo, post-hemingwayano (A search for the King, 1950; trad. it., 1951; The judgment of Paris, 1952; Julian, 1964, trad. it., 1969); la fantasia filosofica, fondata su di una notevole erudizione (Messiah, 1954; Creation, 1983, trad. it., 1983); la satira politica (Washington, D.C., 1967; trad. it., 1968); il giallo (tre romanzi firmati ''Edgar Bow'', 1952-54); più di recente, la storia americana, rielaborata in uno stile fra il romanzo e il reportage (Burr, 1973, trad. it., 1975; 1876, 1976, trad. it., 1977; Lincoln, 1984; Duluth, 1983, trad. it., Duluth. Tutta l'America in una città, 1984; Empire, 1987; Hollywood: a novel of America in the 1920s, 1989, trad. it., 1990). Visit to a small planet (1956) e The best man (1960) sono stati i maggiori successi dell'autore drammatico, mentre per Hollywood, oltre a The best man, V. scrisse in collaborazione con altri i copioni di Ben Hur, di Suddenly last summer, e in tempi più vicini, di The Sicilian. È tuttavia nei saggi, spesso brillantemente polemici e controcorrente, che, almeno secondo alcuni, V. ha dato le prove migliori del suo talento; vi si trovano alcune fra le pagine più vivaci prodotte dalla critica statunitense nei tempi moderni. Sarcastico osservatore della vita contemporanea e implacabile smantellatore delle bugie degli uomini di governo, tramite questa attività pubblicistica e le sempre efficaci apparizioni televisive lo scrittore si è conquistato con gli anni un vasto pubblico. Questo V. aggressivo e caustico rifulge soprattutto nelle raccolte An evening with Richard Nixon (1972), Homage to Daniel Shays: collected essays 1952-1972 (1972), Matters of fact and fiction (1977), The second American revolution (1982), At home (1988), United States: essays 1952-1992 (1993).
Bibl.: R.L. White, Gore Vidal, New York 1968; B.F. Dick, Vidal, ivi 1973; Gore Vidal: writer against the grain, a cura di J. Parini, New York 1992.