GORČAKOV, Aleksandr Michajlovič, principe
Uomo di stato e diplomatico russo, nato il 4 (16) luglio 1798, morto a Baden il 27 febbraio (11 marzo) 1883. Fu educato nel liceo di Tsarskoe Selo, dove fu amico del poeta Puškin. Negli anni 1820-22 fu col conte Nesselrode ai congressi di Troppau, Lubiana e Verona. Dal 1822 al 1827 fu all'ambasciata di Londra come segretario. Dopo una breve permanenza a Roma, nel 1828 fu mandato come consigliere a Berlino, di dove fu trasferito a Vienna nel 1833. Dal 1841 al 1850 fu a Stoccarda, da cui poté seguire gli avvenimenti rivoluzionarî del 1848-49. Dal 1850 fu plenipotenziario della Russia a Francoforte sul Meno. Nel 1854 fu trasferito a Vienna con le funzioni dì ambasciatore; l'anno dopo fu nominato ambasciatore. Ivi si trovò di fronte a una situazione difficile per la Russia, ché l'Austria, d'accordo con la Francia e l'Inghilterra (trattato del 2 dicembre 1854) si preparava ad agire contro la Russia nella guerra di Crimea. Alla morte di Nicola I fu convocata a Vienna la prima conferenza delle grandi potenze per fissare le condizioni di pace e fu merito del G. di fronte alla sua patria, se l'Austria si dichiarò neutrale. La pace di Parigi significò il tramonto del ministro degli Esteri Nesselrode, al quale il G. succedette. I compiti che G. si prefisse come ministro furono da una parte ripagar l'Austria per il suo atteggiamento del 1854-55, e dall'altra mutare la situazione creata dal trattato di Parigi. Nel 1858 rifiutò di far partecipare la Russia alle misure diplomatiche contro gli abusi del governo napoletano, ma nello stesso tempo fece capire che la Russia non rimaneva estranea ai problemi internazionali. Tre anni dopo concedette il suo appoggio a Napoleone III che s'era alleato con l'Italia nella guerra contro l'Austria. La lotta in difesa degl'interessi della Russia contro "l'intromissione" della Francia, dell'Austria e dell'Inghilterra fu il momento culminante della carriera diplomatica del G., in un certo senso esecutore dello sfrenato nazionalismo russo del tempo, proclamato da M. N. Katkov. Conseguenza di questo atteggiamento fu che la Russia si trovò legata alla Prussia assai più di quanto avrebbe voluto e servì indirettamente alla politica di Bismarck. Unico risultato positivo, dopo la pace di Parigi del 1871, fu l'abolizione della proibizione alla Russia di tenere una flotta nel Mar Nero. Durante le complicazioni politiche nei Balcani, G. si sforzò di avere dalla propria parte la Germania, ma andò incontro a gravi disillusioni, e dopo la guerra russo-turca, da lui non voluta, la pace di Santo Stefano segnò la fine della sua carriera politica (1879).
Bibl.: S. S. Tatiščev, Imperator Aleksandr II, voll. 2, Pietroburgo 1903; J. S. Karcov, Za kulisami diplomatii (Dietro le quinte della diplomazia), Pietroburgo 1908; F. Charles-Roux, Alexandre II, Gortchakoff et Napoléon III, 2ª ed., Parigi 1913; J. Klaczko, Deux chanceliers, le prince G. et le prince de Bismarck, Parigi 1876; H. L. von Schweinitz, Denkwürdigkeiten, Berlino 1927; Die grosse Politik der europäischen Kabinette, Berlino 1922-24.