BALBI, Goffredo Lanfranco
Nato a Chieri verso la metà del sec. XV. Scarsissime sono le notizie sulla sua vita. Addottoratosi in diritto presso l'università di Torino, intraprese ben presto la carriera ecclesiastica. Dopo il 1482 divenne vicario foraneo del cardinale Domenico della Rovere, arcivescovo di Torino.
Non conosciamo la data della sua morte: il Della Chiesa lo considera ancora attivo nel 1490.
Spirito eminentemente pratico, compilò alcune raccolte di opinioni e giudizi emessi dai giuristi dei secoli precedenti, riguardo alle più importanti questioni di diritto. Il suo scopo era quello di fornire ai giudici e avvocati una sorta di enciclopedia del pensiero giuridico cui essi potessero ispirarsi nelle loro decisioni.
La maggiore delle opere del B. è certamente il Tractatus plurimarum decisionum per modum conclusionum, qui Semita recta causidicorum et iudicum appellatur.
Il Tractatus,edito per la prima volta a Torino da F. Silva nel 1497 (cfr. Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d'Italia, I, Roma 1943, n. 1151), ebbe un notevole successo, tanto che ne furono curate numerose ristampe. Nel 1519 fu pubblicato in 4 volumi a Milano dall'editore Zanoto Castiglioni; nel 1521 fu di nuovo stampato dal Silva a Torino e dal Vimercato a Milano. Nel 1538 l'opera fu edita, con il titolo Iaffredi Lanfranci Balbi magni iurisconsulti insignisque Cherianorium practici observationes nonnullarum in iure decisionum,a Lione da Vincenzo dei Portonari. Il Tractatus fu pubblicato per l'ultima volta ancora a Lione nel 1546 da Iacopo Giunta.
La seconda opera del B., che accoglie altre importanti decisioni, è divisa in centurie e ha per titolo: Decisionum Centurie quinque cum Sextae fragmento. Pubblicata per la prima volta in otto volumi a Lione nel 1546, ebbe una vasta diffusione in Italia, dove fu edita in folio a Venezia nel 1564, e in Germania, dove fu stampata in otto volumi a Colonia nel 1565 e in folio a Francoforte nel 1573.
Al B. si attribuisce anche un lavoro dal titolo Additiones ad communes doctorum opiniones,che fu edito a Torino nel 1545 e che può essere a ragione considerato di minore importanza rispetto alle altre opere.
Bibl.: A. Rossotto, Sillabus scriptorum Pedemontii seu de scriptoribus pedemontanis, Montereale 1547, p. 310; J. SimIer, Bibliotheca instituta et collecta primum a Conrado Gesnerio, deinde in Epitomen redacta..., Tiguri 1574, pp. 327, 444; F. A. Della Chiesa, Catalogo di tutti gli scrittori piemontesi...,Torino 1614, p. 76; G. M. Mazzuchelli, GliScrittori d'Italia,II, 1, Brescia 1758, p. 98; O. Derossi, Scrittori piemontesi savoiardi nizzardi...,Torino 1790, p. 71; L. Cibrario, Delle storie di Chieri,I,Torino 1827, pp. 537 s.