GOFFREDO di Fontaines
Scolaro di Enrico di Gand e principale rappresentante, dopo di lui, del clero secolare all'università di Parigi. Nato a Fontaines-les-Hozémont (Liegi) nella prima metà del sec. XIII, fu per tredici anġii magister actu regens nello Studio parigino ed ebbe varie cariche ecclesiastiche a Liegi, Parigi, Tournai e Colonia. Partecipò, col maestro, alla lotta contro gli ordini mendicanti. Eletto nel 1300 vescovo di Tournai, rinunciò, per le opposizioni sorte, all'ufficio. Morì dopo il 1305.
La sua opera filosofica è costituita, principalmente e forse unicamente, dai quattordici Quodlibeta (i primi otto dei quali sono stati editi da M. de Wulf, A. Pelzer e J. Hoffmans nei voll. II-IV dei Philosophes Belges, Lovanio 1904-24; i temi di tutti sono dati da P. Glorieux, La littérature quodlibétique, Lilla 1925, pp. 149-68). Da Enrico di Gand egli si stacca nel senso di un maggior avvicinamento al tomismo, che nel campo della gnoseologia gli fa respingere l'agostiniana teoria dell'illuminazione, sostenuta dal maestro, per la dottrina aristotelico-tomistica onde gli universali sono conosciuti per astrazione delle specie intelligibili dal contenuto della conoscenza sensibile, e nel campo dell'etica il volontarismo di Enrico per l'intellettualismo tomistico. Dal tomismo egli invece diverge in quanto nega, col maestro, la reale distinzione tra essenza ed esistenza e in quanto attribuisce il potere individuante non alla sola materia segnata dalla quantità, ma alla materia e alla forma insieme.
Bibl.: M. de Wulf, Un théologien-philosophe du XIIIe siècle: G. de F., Bruxelles 1904; id., nei Beiträge del Bäumker, Suppl. I, Münster 1913, pp. 287-296 (sull'intellettualissimo etico); A. Pelzer, in Revue Neoscol., XX (1913), pp. 365-388 e 491-532 (sulla tradizione manoscritta); A. Stohr, in Zeitschrift f. kath. Theol., L (1926), pp. 177-89 (sulla dottrina trinitaria).