GOA (A. T., 93-94)
Città dell'India anteriore occidentale, che, insieme con un territorio di 3560 kmq. (compresa l'isoletta di Angediva; 0,18 kmq.), fa parte dell'India Portoghese (v.). Rivolto a ovest verso il Mar Persico, il territorio è limitato a nord dal fiume Terekhol (che lo separa dallo stato di Savantvadi), a est dai Ghati occidentali (punto più alto, M. Sonsagar, m. 1257), a sud dal territorio inglese di Kamara. Una parte appartiene al Portogallo dalla prima metà del sec. XVI (Velhas Conquistas), mentre la zona montuosa (Novas Conquistas) fu acquistata nella seconda metà del sec. XVII. Il suolo, formato per la massima parte da laterite, è per un terzo coltivato a riso, miglio, legumi, pepe, palma da cocco. Gli abitanti, che sono in maggioranza Indiani e cattolici (1921: 515.872: densità 145 ab. per kmq.) sono dediti alla pesca e ricavano sale dall'acqua marina (annualmente 12 mila tonn.); data l'alta densità del territorio, molti di essi vanno anche a servire nell'India Britannica. Una ferrovia da Mormugão attraversa i Ghati e si congiunge alla rete inglese, in modo da costituire uno sbocco intermedio tra Calicut e Bombay; nel 1925 l'esportazione è stata di 1,6 milioni di escudos, l'importazione di 5,7.
La città principale è ora Villa Nova de Goa (sede del governo dopo l'abbandono di Goa, 7 km. est); essa conta 18.346 ab. ed è posta in un'isola sabbiosa formata dai fiumi Mandavi e Fuari e consta di due centri distinti, Pangim e Ribandar. Il clima è tropicale con una media annua di 27° ed escursioni minime (media gennaio, che è il mese più freddo, 25°5 e di maggio, mese più caldo, 29° 5); le precipitazioni, piuttosto abbondanti, cadono quasi esclusivamente nel semestre estivo (giugno 849 mm.; luglio 680; agosto 401; settembre 264; maggio 132 e meno di 100 mm. negli altri mesi, con un minimo di 0,7 in gennaio). Altri centri importanti sono Margão (7801 ab.) e Mapuga (10.876); vi sono poi numerosi villaggi (circa 400). Goa (o Goa Vecchia) è ora un villaggio di 2000 abitanti con molte rovine e chiese innumerevoli.
Storia. - Era già città potente e ricca prima che avvenisse l'invasione musulmana nell'India, sotto la dinastia indigena dei Kadamba (1312). Fece poi parte di un regno indù, in seguito del sultanato del Deccan, ed era pure un porto commerciale di assai notevole importanza.
Il portoghese Alfonso de Albuquerque nel 1510 intraprese una spedizione contro Goa e se ne impadronì. Ma Yūsuf ‛Ādil, sultano arabo di Bijapur, a cui la città apparteneva, riuscì a costringere poco dopo i Portoghesi alla ritirata. Ritornò pochi mesi dopo l'Albuquerque e dopo fierissima battaglia (novembre 1510) tornò a impadronirsi di Goa, che diede al saccheggio. Egli fondò allora una piccola colonia europea con soldati e marinai, che unitisi alle donne superstiti, diedero origine a una popolazione meticcia. Goa divenne ben presto sede d'un vescovado, più tardi di un arcivescovado, che estese la sua giurisdizione su tutte le possessioni portoghesi dell'Oceano Indiano. Vi fu attivissimo propagatore della fede S. Francesco Saverio (v.) che è infatti sepolto nella cattedrale. Divenuta centro della dominazione portoghese, Goa salì in breve tempo a grande prosperità, città di lusso e di corruzione, alimentata dall'ozio dei coloni.
La ricchezza di Goa tentò la cupidigia degli Olandesi: più volte agl'inizî del sec. XVII squadre olandesi la bloccarono, ma non poterono mai impadronirsene. Lo sviluppo commerciale delle fattorie olandesi produsse la decadenza di Goa, accelerata dalle scorrerie dei Maratti; tanto che verso la metà del sec. XVIII gli abitanti emigrarono a poco a poco in sedi più sicure. Nel 1779 la residenza del viceré portoghese delle Indie fu trasferita ufficialmente a Villa Nova de Goa.
Bibl.: Whiteway, Prise of the Portug. Empire in India, Londra 1898.