POMPEO Magno, Gneo (Cn. Pompeius Cn. f. Magnus)
Figlio dell'omonimo triumviro. Nato da lui e da Mucia tra l'80 e il 75 circa a. C. Fu mandato dal padre nel 49 in Egitto a sollecitare aiuti. Tornò con 50 navi, che non riuscirono, insieme con il resto della flotta di Pompeo, a impedire lo sbarco in Illiria di Cesare. Dopo Farsalo fuggì in Africa, dove per altro non restò a lungo, perché in discordia con i capi aristocratici (Catone e Scipione) del movimento colà concentrato. Sbarcò quindi in Spagna, raggiunto nel 46, in seguito alla battaglia di Tapso, dal fratello Sesto e dagli avanzi delle forze africane. Le sue truppe presto si accrebbero sino a 13 legioni, che non seppero però tenere testa a Cesare nella battaglia di Munda (marzo 45). P. fu ucciso poco dopo, nell'aprile dello stesso anno. Ci è descritto come appassionatamente devoto alla causa di suo padre, sprezzante del pericolo, rozzo e violento; fu certo di scarse capacità militari e politiche.
Bibl.: W. Drumann-P. Groebe, Geschichte Roms in seinem Übergange von der republikanischen zur monarchischen Verfassung, 2ª ed., IV, Lipsia 1908, pp. 512-63; Cambridge Ancient History, IX (1932), pag. 704.