FLAVIO, Gneo
Figlio di un libertino, era scriba di Appio Claudio Cieco, per il cui impulso pubblicò nel Foro il calendario con l'indicazione dei dies fasti, cioè dei giorni nei quali si poteva amministrare la giustizia, che prima di lui, pare, si sarebbero dovuti chiedere di volta in volta ai pontefici; e divulgò il testo delle legis actiones, cioè delle formule solenni procedurali, il primo libro di diritto romano, dal suo nome chiamato Ius Flavianum. Questi suoi atti gli procurarono una grande popolarità, così che egli fu eletto per il 304 edile curule, con grande scandalo dei nobili, che in segno di lutto deposero i distintivi del loro ordine: ma egli seppe imporsi. Egli avrebbe anche (contemporaneamente?) rivestito il tribunato della plebe e fatto parte del senato. A ricordo della pacificazione degli ordini ottenuta dal censore Q. Fabio Rulliano nel 304, egli dedicò col proprio nome un'edicola di bronzo alla Concordia. Alcuni moderni gli vollero attribuire, senza fondamento, la redazione della lista dei fasti consolari, nella quale egli avrebbe introdotto molte falsificazioni, e la redazione definitiva delle dodici tavole. Altri ne fecero un riordinatore del calendario romano.
Bibl.: F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, col. 2526; G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1906, pp. 63, 215, 228, 230; E. Pais, Storia di Roam, 3ª ed., Roma 1928, V, p. 212 segg., M. Schanz-C. Hosius, Gesch. der röm. Literatur, I, 4ª ed., Monaco 1927, p. 36 con bibl.