-gn- [prontuario]
Il nesso ‹-gn-› è il digramma utilizzato per la resa grafica della nasale palatale [ɲ], suono di formazione neolatina (cognato, agnello, dignità, usignolo, ognuno, ecc.), che in posizione intervocalica è sempre intenso: [ɲː]. Il suono riflesso da ‹gn› è biconsonantico, ovvero accosta una occlusiva velare sonora a una nasale dentale, solo nella pronuncia conservativa di ➔ grecismi come gnosi [ˈgnozi] (ma anche, e più correntemente, [ˈɲozi]), [gn]oseologia e in germanismi come wa[gn]eriano.
Di norma il nesso ‹gn› (contrariamente a ‹gl›: ► -gl-) rifiuta l’uso della ‹i› diacritica per indicare il valore palatale di [ɲ] (la ‹i› diacritica non va però confusa con la ‹i›fonetica perché tonica: compagnìa [kompaˈɲːia], frignìo [friˈɲːio]). Pertanto, se seguito dalle vocali a, e, o, u, il nesso si lega sempre direttamente ad esse e le sequenze ‹gnie, gnio, gniu› – come, ad es., in ogniuno – sono erronee (anche se si registrano in ➔ italiano antico).
La ‹i› diacritica tra ‹gn› e la vocale ‹a› è invece tradizionalmente ammessa solo nelle forme della prima persona plurale del presente indicativo, nella prima persona plurale del presente congiuntivo e nella seconda persona plurale del presente congiuntivo dei verbi in -gnare e -gnere (come disegnare, spegnere) per coerenza con gli altri verbi, cioè per mantenere il valore almeno grafico della ‹i› nelle desinenze -iamo e -iate (foneticamente, invece, [i] viene assimilata da [ɲː]): abbiamo pertanto disegniamo [diseˈɲːamo] e disegniate [diseˈɲːate], spegniamo [speˈɲːamo] e spegniate [speˈɲːate], ecc.
Recentemente si è però diffuso l’uso di scrivere le forme dei verbi in -gnare e -gnere anche senza ‹i› diacritica: disegnamo / disegniamo e disegnate / disegniate. Inizialmente rifiutato dai grammatici, quest’uso, attestato, specialmente sui giornali, per lo più tra le forme della prima persona plurale della prima coniugazione, è ormai accettato (a malincuore) a fianco di quello che prevede la ‹i› diacritica.