globalizzazione
– In economia, l’insieme di fenomeni differenti connessi con la crescita dell’integrazione economica tra le diverse aree del mondo. La g. è il risultato del combinarsi di quattro fattori: la crescita in rapporto al PIL (Prodotto interno lordo) e l’estensione geografica dei flussi di commercio internazionale che coinvolgono una maggiore varietà di prodotti; la liberalizzazione dei movimenti di capitale che circolano più facilmente attraverso le frontiere alla ricerca di impieghi più redditizi; l’accresciuta circolazione di persone da un Paese all’altro alla ricerca di migliori opportunità di lavoro; la maggiore rapidità con cui informazioni e tecnologie si muovono anche a grandi distanze (fisiche e culturali), alla ricerca di più pronte applicazioni pratiche e profitti economici. Nella vita delle moderne economie industriali una prima importante ondata di g. si osservò nell’ultimo trentennio dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento, fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Seguirono un acuto e diffuso riflusso protezionistico, durato fino al termine della Seconda guerra mondiale, e una graduale riapertura nei decenni successivi. Dagli anni Novanta è iniziata una nuova ondata di g., di intensità ed estensione assai più ampia della precedente. Vi sono importanti differenze da sottolineare. Il commercio internazionale ha cambiato natura: un secolo fa avveniva principalmente fra paesi diversi per livello tecnologico e dotazione di risorse naturali, e consisteva in scambi di manufatti contro materie prime, oggi avviene soprattutto fra paesi similmente avanzati, e consiste per lo più nello scambio di prodotti simili (manufatti, ma anche servizi). Il fenomeno è causato dalla preferenza dei consumatori per la varietà, a sua volta favorita, nel suo esplicarsi e soddisfarsi, dalla maggiore velocità di circolazione delle informazioni e dei modelli di consumo. Anche il movimento di capitali ha cambiato natura assumendo dimensioni nuove, non soltanto per la possibile partecipazione di piccoli risparmiatori, ma soprattutto per la presenza di grandi flussi finanziari che si spostano con una rapidità istantanea grazie alle reti telematiche. È proprio lo sviluppo tecnologico delle vie di comunicazione che ha profondamente modificato tutti i mercati – del lavoro, delle merci, dei capitali – creando spazi delocalizzati, semplicemente virtuali, per lo spostamento delle informazioni e dei capitali, fuori dai confini e dai controlli delle autorità locali e degli stati. Precisamente, grazie alle tecnologie dell’informazione il presente fenomeno della g. supera radicalmente le forme realizzate nel secolo passato determinando un fenomeno del tutto nuovo: il formarsi di catene globali della produzione, che legano insieme numerose imprese, situate in paesi anche molto distanti fra loro, nella fornitura di componenti di beni o servizi destinati a servire il mercato mondiale. Fattore unico sotteso ai diversi aspetti della presente ondata di g. è l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con la caduta dei costi di trasmissione delle informazioni che queste consentono; il crollo dei costi è stato molto più rapido di quello, pure osservato, nel trasporto fisico di cose e persone, che aveva invece dominato l’ondata di g. a cavallo fra Ottocento e Novecento. Intorno alle conseguenze sociali ed economiche della g. si fronteggiano opinioni diverse. Secondo alcuni, la g. può esercitare effetti positivi sull’economia mondiale sotto il profilo sia dell’efficienza sia dello sviluppo: in particolare, la liberalizzazione e la crescita degli scambi commerciali e finanziari potrebbero stimolare un afflusso degli investimenti verso le aree meno dotate di capitali e favorire una tendenziale riduzione del divario economico fra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. Altri sostengono, invece, che, dati gli squilibri e le forti differenze (economiche, tecnologiche, culturali, politiche) esistenti tra i diversi paesi, nonché la presenza di condizioni di mercato assai lontane da quelle di concorrenza perfetta, gli eventuali effetti positivi dei processi di g. non si distribuiscono in modo uniforme; inoltre negli stessi paesi sviluppati si verifica un contrasto tra i settori sociali che traggono vantaggio dai processi di g. e quelli che invece ne sono danneggiati (per es., i lavoratori impegnati in attività produttive che vengono trasferite all’estero). Va inoltre tenuto presente che, in un quadro caratterizzato da una crescente integrazione internazionale e dalla stabilizzazione dei tassi di cambio tra le monete di diversi paesi, l’adozione, a fronte di squilibri e tensioni interne, di provvedimenti di carattere sociale o anticiclico viene resa più difficile dalla riduzione dell’autonomia dei singoli governi nella gestione della politica economica. Peraltro la g. impone nuove modalità nei rapporti fra diritto ed economia, fra sovranità degli stati e dinamica del mercato globalizzato che, forte della estensione capillare degli spazi economici e telematici, tende a creare nuove forme di regolamentazione giuridica, fuori dai sistemi statali (v. ).