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GLICEMIA

di S. L. P. - Enciclopedia Italiana (1933)
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GLICEMIA (dal gr. γλυκύς "dolce" e αἷμα "sangue")

S. L. P.

Significa la presenza di zucchero nel sangue; si parla di iperglicemia e di ipoglicemia quando lo zucchero è in proporzioni superiori o inferiori alla quantità normale che in media s'ammette nei valori di 0,80-i per 1000 centimetri cubici, ma che tuttavia pare che oscilli secondo i varî ricercatori in limiti relativamente ampî (0,45‰, Bela Purjesz; 0,50‰, Schaffer; 1,50‰, F. Reiche e H. Stern). La diminuzione oltre il limite minimo (0,04-0,06) dà luogo a fenomeni gravi (stati ipoglicemici, aglicemia) che vanno fino al coma e alla morte. Ciò dimostra la necessità d'un tasso glicemico minimo sia come combustibile più immediato per il ricambio energetico, sia anche come componente dei tessuti (glicoproteine, acido nucleinico, ecc.).

Oltre che nel plasma il glucosio in minime quantità sarebbe contenuto nei globuli rossi (L. Ambard); tuttavia pare che le emazie siano impermeabili a esso, giacché se Kozzawa ha trovato solo quelle di uomo e di cane dotate di permeabilità al glucosio e non ai pentosi, secondo W. Falta e P.F. Richter nemmeno in queste due specie è da ammettersi la permeabilità che, secondo Creveld e Brinkmann, si verificherebbe quale effetto di un'alterazione globulare artificiale. Lo zucchero del plasma si troverebbe, secondo la maggioranza degli autori, libero; secondo altri (R. Lépine, Bierry e F. Rathery) sarebbe in parte combinato con le proteine (zucchero virtuale). Lo zucchero proviene nel sangue dall'alimentazione a mezzo degl'idrati di carbonio che sono esosî liberi, semplici o polimerizzati del regno animale (glicogeno, lattosio), o vegetale (amido, destrina, saccarosio, glucosio, fruttosio), o legati a proteidi, o sono pentosî liberi delle piante (arabinosio, xilosio, ramnosio), o pentosî che fanno parte dei nucleoproteidi. I monosaccaridi vengono assorbiti come tali, i disaccaridi vengono scissi prima, e precisamente il saccarosio dall'acido cloridrico gastrico, il maltosio dal succo intestinale, il lattosio dalle pareti dell'intestino (M. H. Fischer e Niebel). L'amido viene scisso dalla saliva e dal succo pancreatico, il glicogeno viene idrolizzato dal succo pancreatico. Lo zucchero assorbito attraverso la parete del tenue e anche in minima parte da quella gastrica e del crasso, penetra nel sangue dove si trovano, oltre al glucosio, altri carboidrati in minima quantità, in modo transitorio e in seguito a ingestione delle relative sostanze, e cioè saccarosio (Cl. Bernard, G. Linossier e Roque, R. Lépine), levulosio, maltosio (Boulud, ma è possibile che s'avveri nell'alterazione del fegato), lattosio (A. Dastre), galattosio, inosite. Una piccola parte dell'idrato di carbonio in condizioni normali viene utilizzata per la sintesi di composti organici superiori quali le glicoproteine, gli acidi nucleinici. Il rimanente può subire l'immediata combustione nel sangue o s'immagazzina in forma di glicogeno o si trasforma in grassi o infine s'elimina per le urine. La combustione s'esplica per semplice ossidazione con produzione di acido glicuronico che subisce ulteriori trasformazioni, e per scissione in molecole più semplici che subiscono a loro volta l'ossidazione. La trasformazione del glucosio in glicogeno avviene per mezzo d'un fermento (f. glicogenico). L'immagazzinamento si svolge nei limiti massimi di 1-2% del peso del corpo (B. Schöndorff) nel fegato specialmente e nei muscoli e in altri tessuti; ma torna a scindersi a mezzo d'un altro fermento (f. glicolitico) a misura che l'organismo ne abbisogna. La trasformazione degli idrati di carbonio in grasso non pare avvenga prima che il limite massimo d'immagazzinamento del glicogene sia raggiunto. I grassi dell'organismo, infatti, possono provenire dai carboidrati per un processo endotermico di sintesi e di riduzione, il cui meccanismo è ancora oscuro. V'è dunque allo stato normale una regolazione automatica per gl'idrati di carbonio fissi e di riserva e di quelli mobilizzati. Pare che il sistema nervoso della vita vegetativa intervenga mobilizzando gl'idrati di carbonio in riserva; infatti l'adrenalina che eccita il simpatico, e secondo alcuni anche la colina, l'acetilcolina, la pilocarpina, la fisostigmina che eccitano il parasimpatico provocano iperglicemia (Borstein e M. Vogel). Le eliminazioni degl'idrati di carbonio sono dette idraturie che possono essere di speeie diversa: pentosuria, saccarosuria, maltosuria, lattosuria (nelle donne alla fine della gravidanza e al principio dell'allattamento quando il latte si riassorbe nei poppanti per alterazione della nutrizione); galattosuria (prodotto di scissione del lattosio, che compare nell'alterazione del fegato, anche se somministrato in dosi piccole, mentre in condizioni normali il limite di utilizzazione oscilla fra 30-40 gr.), levulosuria e glicosuria.

Vedi anche
iperglicemia Abnorme aumento della glicemia. Fenomeno di comune riscontro nel diabete mellito, può essere accompagnato a glicosuria, specialmente nei casi in cui il valore glicemico è superiore a 1,80 g‰. ipoglicemia Abbassamento della glicemia al di sotto del limite inferiore della norma (0,50-0,70 g in 1000 cm3 di sangue, a seconda del metodo usato). Si può osservare dopo lunghi periodi di scarsa alimentazione, per abnorme attività della parte endocrina del pancreas, dopo somministrazione di insulina ecc. Può essere ... glicogeno Polisaccaride di riserva degli organismi animali con struttura ramificata. È formato da unità ripetitive di glucosio legate tra loro con legame α-1,4-glicosidico e, nei punti di ramificazione, con legame α-1,6-glicosidico; ha formula (C6H10O5)x. Polvere bianca, inodora, insipida, insolubile in alcol ... glucagone Ormone polipeptidico di 29 amminoacidi sintetizzato come proglucagone dal pancreas (cellule α delle isole di Langerhans) e dotato di azione opposta a quella dell’insulina (prodotta dalle cellule β), ossia capace di determinare una mobilitazione del glicogeno del fegato e un conseguente aumento della ...
Altri risultati per GLICEMIA
  • glicemia
    Enciclopedia on line
    Il contenuto in glucosio del sangue. Normalmente nell’individuo digiuno da circa 12 ore questo risulta compreso tra 70 e 95 mg/100 ml di sangue, se determinato con metodi enzimatici specifici. La g. può, in condizioni morbose, presentare significative variazioni, sia in aumento (iperglicemia), come ...
  • glicemia
    Dizionario di Medicina (2010)
    Presenza di glucosio nel sangue. I valori normali di g. a digiuno, misurata su plasma da sangue venoso, sono inferiori a 110 mg/dl. Per valori compresi tra 110 e 126 mg/dl si parla di alterata g. a digiuno, se i valori di g. a 2 ore da un carico orale di glucosio sono <140 mg/dl, e di ridotta tolleranza ...
Vocabolario
glicemia
glicemia ġlicemìa s. f. [comp. di glic(o)- e -emia]. – In medicina, la concentrazione di glicosio nel sangue, che normalmente, nell’individuo digiuno da circa 12 ore, risulta compresa tra 80 e 115 mg/100 ml, se determinata con i metodi...
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