GLICEMIA (dal gr. γλυκύς "dolce" e αἷμα "sangue")
Significa la presenza di zucchero nel sangue; si parla di iperglicemia e di ipoglicemia quando lo zucchero è in proporzioni superiori o inferiori alla quantità normale che in media s'ammette nei valori di 0,80-i per 1000 centimetri cubici, ma che tuttavia pare che oscilli secondo i varî ricercatori in limiti relativamente ampî (0,45‰, Bela Purjesz; 0,50‰, Schaffer; 1,50‰, F. Reiche e H. Stern). La diminuzione oltre il limite minimo (0,04-0,06) dà luogo a fenomeni gravi (stati ipoglicemici, aglicemia) che vanno fino al coma e alla morte. Ciò dimostra la necessità d'un tasso glicemico minimo sia come combustibile più immediato per il ricambio energetico, sia anche come componente dei tessuti (glicoproteine, acido nucleinico, ecc.).
Oltre che nel plasma il glucosio in minime quantità sarebbe contenuto nei globuli rossi (L. Ambard); tuttavia pare che le emazie siano impermeabili a esso, giacché se Kozzawa ha trovato solo quelle di uomo e di cane dotate di permeabilità al glucosio e non ai pentosi, secondo W. Falta e P.F. Richter nemmeno in queste due specie è da ammettersi la permeabilità che, secondo Creveld e Brinkmann, si verificherebbe quale effetto di un'alterazione globulare artificiale. Lo zucchero del plasma si troverebbe, secondo la maggioranza degli autori, libero; secondo altri (R. Lépine, Bierry e F. Rathery) sarebbe in parte combinato con le proteine (zucchero virtuale). Lo zucchero proviene nel sangue dall'alimentazione a mezzo degl'idrati di carbonio che sono esosî liberi, semplici o polimerizzati del regno animale (glicogeno, lattosio), o vegetale (amido, destrina, saccarosio, glucosio, fruttosio), o legati a proteidi, o sono pentosî liberi delle piante (arabinosio, xilosio, ramnosio), o pentosî che fanno parte dei nucleoproteidi. I monosaccaridi vengono assorbiti come tali, i disaccaridi vengono scissi prima, e precisamente il saccarosio dall'acido cloridrico gastrico, il maltosio dal succo intestinale, il lattosio dalle pareti dell'intestino (M. H. Fischer e Niebel). L'amido viene scisso dalla saliva e dal succo pancreatico, il glicogeno viene idrolizzato dal succo pancreatico. Lo zucchero assorbito attraverso la parete del tenue e anche in minima parte da quella gastrica e del crasso, penetra nel sangue dove si trovano, oltre al glucosio, altri carboidrati in minima quantità, in modo transitorio e in seguito a ingestione delle relative sostanze, e cioè saccarosio (Cl. Bernard, G. Linossier e Roque, R. Lépine), levulosio, maltosio (Boulud, ma è possibile che s'avveri nell'alterazione del fegato), lattosio (A. Dastre), galattosio, inosite. Una piccola parte dell'idrato di carbonio in condizioni normali viene utilizzata per la sintesi di composti organici superiori quali le glicoproteine, gli acidi nucleinici. Il rimanente può subire l'immediata combustione nel sangue o s'immagazzina in forma di glicogeno o si trasforma in grassi o infine s'elimina per le urine. La combustione s'esplica per semplice ossidazione con produzione di acido glicuronico che subisce ulteriori trasformazioni, e per scissione in molecole più semplici che subiscono a loro volta l'ossidazione. La trasformazione del glucosio in glicogeno avviene per mezzo d'un fermento (f. glicogenico). L'immagazzinamento si svolge nei limiti massimi di 1-2% del peso del corpo (B. Schöndorff) nel fegato specialmente e nei muscoli e in altri tessuti; ma torna a scindersi a mezzo d'un altro fermento (f. glicolitico) a misura che l'organismo ne abbisogna. La trasformazione degli idrati di carbonio in grasso non pare avvenga prima che il limite massimo d'immagazzinamento del glicogene sia raggiunto. I grassi dell'organismo, infatti, possono provenire dai carboidrati per un processo endotermico di sintesi e di riduzione, il cui meccanismo è ancora oscuro. V'è dunque allo stato normale una regolazione automatica per gl'idrati di carbonio fissi e di riserva e di quelli mobilizzati. Pare che il sistema nervoso della vita vegetativa intervenga mobilizzando gl'idrati di carbonio in riserva; infatti l'adrenalina che eccita il simpatico, e secondo alcuni anche la colina, l'acetilcolina, la pilocarpina, la fisostigmina che eccitano il parasimpatico provocano iperglicemia (Borstein e M. Vogel). Le eliminazioni degl'idrati di carbonio sono dette idraturie che possono essere di speeie diversa: pentosuria, saccarosuria, maltosuria, lattosuria (nelle donne alla fine della gravidanza e al principio dell'allattamento quando il latte si riassorbe nei poppanti per alterazione della nutrizione); galattosuria (prodotto di scissione del lattosio, che compare nell'alterazione del fegato, anche se somministrato in dosi piccole, mentre in condizioni normali il limite di utilizzazione oscilla fra 30-40 gr.), levulosuria e glicosuria.