GLAVINICA
(gr. Κεϕαλωνία)
Città scomparsa dell'Albania, fondata nel sec. 9° e di localizzazione tuttora controversa, sede di una diocesi unita nel 1373 a quella di Berat. Sulla base delle fonti storiche si ipotizza che G. si trovasse tra il golfo di Valona e Ochrida, mentre i confini della sua diocesi dovevano giungere a O al mare Adriatico, a N alle Alpi albanesi, a S fino ai rilievi a meridione di Berat, a E, attraverso il territorio dell'od. Albania, fino a oriente di Elbasan.Con molta probabilità G. venne fondata come sede di diocesi immediatamente dopo la nascita dell'arcidiocesi di Bulgaria, intorno all'860, per diventare, secondo un progetto del re bulgaro Boris I (m. nel 907), il centro culturale e politico del regno bulgaro, come indica il significato del nome, 'capitale'. Tale progetto fu abbandonato al principio del sec. 10° da Simeone, successore di Boris, e la città forse non venne neppure portata a compimento; si conservarono solo la sede episcopale, nei pressi della città antica di Apollonia, e, nella diocesi, i numerosi monasteri vicino Ballsh e tante piccole chiese poi distrutte con la nascita del patriarcato bulgaro autonomo nell'11° secolo. Nel 1210 la città, entrata nell'orbita del principato di Epiro, perse d'importanza e venne ben presto abbandonata.Nei pressi di Ballsh sono tornate in parte alla luce durante campagne di scavo negli anni Settanta (Anamali, 1976; 1977-1978; 1981; 1983) le rovine di una basilica costituita da un corpo a tre navate con colonne in granito, un nartece e un'abside circolare che rimanda a numerosi edifici coevi, per es. a Butrinto, ma anche a Serdica (od. Sofia), Mesembria (od. Nesebar), in Bulgaria, e Ochrida, in Macedonia.
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