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GLAUKOS di Chio

di Red. - Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)
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GLAUKOS di Chio (Γλαῦκος)

Red.

Toreuta c metallurgo, famoso verso la fine del sec. VII a. C., ritenuto dagli antichi inventore della saldatura del ferro (σιδήρου κόλλησις) Documento di questa era il sostegno d'un cratere argenteo che Aliatte II re di Lidia aveva donato al santuario di Delfi, secondo una notizia di Erodoto (1, 25). Pausania, che vide l'oggetto verso il 170 d. C., quando il vaso era già scomparso, dice (x, 16, 1) ch'era una sorta di piramide tronca, fatta di pezzi saldati, con traverse, che recavano fregi di figure, disposte su ciascun lato come i gradini d'una scala. Sbalzata e cesellata era la decorazione, secondo Egesandro da Delfi citato da Ateneo (Deipnosoph., v, p. 210). Presso gli eruditi greci più tardi, l'artista venne confuso con due omonimi: un grammatico di Samo e uno scultore di Lemno.

Bibl.: C. Robert, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, c. 1421, s. v., n. 46; W. Amelung, in Thieme-Becker, XIV, Lipsia 1921, p. 245, s. v.; Ch. Picard, Manuel, I, pp. 171, 565, e passim; G. M. A. Richter, Archaic Greek Art against its Historical Background, New York 1949, p. 46 e note.

Vocabolario
chiò-chiò
chio-chio chiò-chiò s. m. [voce onomatopeica]. – Nome col quale vengono indicati varî uccelli: il totano moro, la pettegola, la pantana e il fanello.
chiò
chio chiò s. m. [voce onomatopeica; cfr. chiù], invar. – Altro nome region. dell’uccello assiolo.
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