GOTTARDI, Glauco
Figlio di Guido, capitano di lungo corso della marina mercantile, e di Nicolina Justin, nacque il 3 febbr. 1928 a Fiume, dove trascorse gli anni della fanciullezza e dell'adolescenza e dove compì la sua formazione scolastica. Con la fine della seconda guerra mondiale, occupata Fiume dalle truppe iugoslave (con il trattato di pace del 1947 fu poi annessa alla Repubblica federale iugoslava), la famiglia si trasferì a Busalla, paese dell'entroterra ligure. Colà il giovane G. risiedeva solo durante le vacanze estive, poiché nel 1945 si era iscritto al corso di laurea in chimica dell'Università di Pisa. Questa fu dunque la sua seconda città, quella che vide la sua maturazione scientifica e il perfezionamento degli studi. Si laureò in chimica col massimo dei voti nel 1951, ma già da tempo un suo particolare interesse lo aveva indotto a frequentare l'istituto di mineralogia, allora diretto da Stefano Bonatti. Fu in quell'istituto che il G. iniziò la sua attività di ricercatore e percorse le diverse tappe della sua carriera di studioso: assistente alla cattedra di mineralogia, professore incaricato, dapprima di geochimica (1953-58) e poi di mineralogia (1958-62). Nel 1958 aveva conseguito la libera docenza in minerologia; quattro anni dopo risultò vincitore di concorso per la cattedra di questa disciplina e fu chiamato dall'Università di Modena il 15 dic. 1962. Fu direttore dell'istituto di mineralogia (1962-74; 1979-83), preside della facoltà di scienze (1970-73), prorettore dell'Università di Modena (1985-88); vicepresidente della Società italiana di mineralogia e petrologia nel biennio 1974-75; membro di varie accademie e società scientifiche, socio corrispondente dal 1973, indi nazionale dal 1987, dell'Accademia dei Lincei; honorary fellow della Mineralogical Society of America (1969).
Il G. morì a Modena il 1° sett. 1988.
La sua attività scientifica era iniziata precocemente: nel 1947, ancora studente, pubblicò uno studio cristallografico su un composto organico, nel quale applicava nuove formule di ottica cristallografica; indi, nel 1950, descrisse, insieme con il Bonatti, un nuovo minerale (perrierite), rinvenuto nella sabbia di Nettuno. Questo studio sarà ripreso, negli anni successivi, da una serie di lavori, scritti in parte sempre con il Bonatti, che definivano le relazioni tra perrierite e chevkinite e, nel contempo, chiarivano la posizione cristallochimica di tali fasi nell'ampio gruppo di sorosilicati a catene ottaedriche.
Nello scorrere la produzione scientifica del G., ricca di oltre novanta titoli, è facile cogliere il disegno razionale che lega i diversi momenti della sua attività. Nel periodo di formazione e maturazione, che possiamo considerare concluso con il conseguimento della libera docenza, condusse una serie di studi su argomenti assai diversi: studi di cristallografia morfologica, di minerogenesi, di petrografia (sulle rocce metamorfiche dell'Argentario), di geochimica (sulla distribuzione di sodio e potassio nella granodiorite elbana) e di metodologia geochimica, di cristallochimica, di mineralogia descrittiva (sui minerali costituenti le sabbie di litorali italiani), di archeometria (sull'applicazione dei metodi roentgenografici alla datazione delle ossa fossili), quasi volesse saggiare le proprie capacità nei diversi settori delle discipline mineralogiche, per poter consapevolmente compiere la propria scelta.
Infatti, al termine di questo periodo appare chiaro l'indirizzo che la ricerca del G. prenderà negli anni successivi: un indirizzo decisamente volto allo studio strutturale e cristallochimico dei minerali. Negli ultimi anni della sua permanenza all'Università di Pisa e nei primi trascorsi nell'Università di Modena condusse una serie di studi strutturali definendo l'assetto di perrierite, la fase naturale che aveva contribuito a scoprire e definire agli inizi della sua carriera, e pumpellyite, entrambe sorosilicati di calcio; e delle zeoliti dachiardite, minerale elbano strutturalmente correlato alla mordenite, e stilbite. Furono probabilmente questi studi strutturali condotti su due zeoliti a struttura ancora ignota che fecero maturare in lui l'idea di focalizzare la propria attività sullo studio delle zeoliti naturali, uno studio che mirasse a una comprensione completa dell'oggetto d'indagine e ne considerasse tutti gli aspetti: dalla ricerca sul terreno alla sicura identificazione, alla determinazione della composizione chimica, delle proprietà cristallografiche, del comportamento al riscaldamento, allo studio dell'assetto strutturale, all'inquadramento cristallochimico. Uno studio di tale ampiezza e completezza richiese, accanto a finanziamenti e strumentazione adeguati, la formazione di un gruppo di capaci ricercatori, una vera e propria scuola che si è poi imposta come una fra le più valide del mondo nello studio delle zeoliti.
Da quel momento l'attività del G. fu connessa con quella del gruppo di collaboratori che aveva raccolto intorno a sé e riguardò principalmente l'assetto strutturale di zeoliti naturali in diverse famiglie, l'ordinamento di silicio e alluminio nelle impalcature tetraedriche, la derivazione di possibili nuove disposizioni strutturali mediante enumerazioni sistematiche, le relazioni tra simmetria topologica e simmetria reale. Il volume Natural zeolites, che pubblicò, coautore Ermanno Galli (Berlino 1985), compendiava venti anni di attività del gruppo e costituisce ancor oggi il testo principale di riferimento per tutti gli aspetti relativi alle zeoliti naturali.
L'ultimo lavoro, pubblicato dopo la sua scomparsa, è dedicato, quasi a coronamento di una lunga attività di ricerca, alla discussione della genesi delle zeoliti: in esso, dopo aver riesaminato i diagrammi di equilibrio delle zeoliti e le diverse possibilità di sintetizzarle a partire dai componenti, da minerali e da vetri naturali, presenta una descrizione e una interpretazione delle modalità di formazione delle zeoliti nei diversi ambienti geologici.
Fra le opere del G.: Perrierite, nuovo minerale ritrovato nella sabbia di Nettuno (Roma), in Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, cl. di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 8, IX (1950), pp. 361-368 (con S. Bonatti); Über Änderungen des Alkaligehaltes des Granit-Batholiten des Monte Capanne (Insel Elba), in Fortschritte der Mineralogie, XXXII (1953), p. 61; Nuovi dati sulla perrierite. Relazioni tra perrierite, chevkinite ed epidoti, in Rendiconti della Società mineralogica italiana, X (1954), pp. 208-225 (con S. Bonatti); Studi sulla distribuzione del sodio e del potassio nella granodiorite elbana, ibid., pp. 373-385; La sabbia di Ladispoli (Roma), in Memorie della Società toscana di scienze naturali, LXIII (1955), pp. 31-48 (con M. Miltempergher); La determinazione roentgenografica del contenuto in fluoro dell'apatite delle ossa fossili, in Rivista di scienze preistoriche, XI (1957), pp. 1-37 (con L. Pederzolli Gottardi ed E. Tongiorgi); Su alcune rocce metamorfiche del Monte Argentario, in Memorie della Società toscana di scienze naturali, LXIV (1957), pp. 88-119; The crystal structure of perrierite, in American Mineralogist, XLV (1960), pp. 1-14; Sul dimorfismo mordenite-dachiardite, in Periodico di mineralogia, XXIX (1960), pp. 183-191; Relazioni tra alcuni silicotitanati ed il gruppo degli epidoti, in Rendiconti della Società mineralogica italiana, XVI (1960), pp. 388 s. (con S. Bonatti); The crystal structure of dachiardite, in Zeitschrift für Kristallographie, CXIX (1963), pp. 141-144 (con W.M. Meier); Improvement of the Buerger precession retigraph, in Review of scientific instruments, XXXV (1964), pp. 1613 s. (con V. Corni); Die Kristallstruktur von Pumpellyit, in Tschermaks mineralogische und petrographische Mitteilungen, s. 3, X (1965), pp. 115-119; The crystal structure of stilbite, in Mineralogica et petrographica acta, XII (1966), pp. 1-10 (con E. Galli); Un caso di polimorfismo a strati in sorosilicati: perrierite e chevkinite, in Periodico di mineralogia, XXXV (1966), pp. 69-91 (con S. Bonatti); A Monte Carlo method for the calculation of the transmission factors of crystals of any shape and absorption power, in Acta crystallographica, XXI (1966), pp. 833 s. (con A. Alberti); Structural features of some group-silicates with chains of octahedra, in Tschermaks mineralogische und petrographische Mitteilungen, s. 3, XII (1968), pp. 129-139; Fortschritte auf dem Gebiet der Kristallographie und Kristallchemie der Zeolithe, in Fortschritte der Mineralogie, XLIX (1972), pp. 13-30; On a new retigraph with a pure precession motion, in Acta crystallographica, XXVIII (1972), pp. 353 s.; I minerali, Torino 1972; The heat behaviour of the cation exchanged zeolites with heulandite structure, in Tschermaks mineralogische und petrographische Mitteilungen, s. 3, XXI (1974), pp. 291-298 (con A. Alietti e L. Poppi); Gallium, in Handbook of geochemistry, Berlin 1974, 31-A; Possible structures in fibrous zeolites, in Neues Jahrbuch für Mineralogie. Monatshefte, 1975, pp. 396-411 (con A. Alberti); The crystal structure of the zeolite merlinoite, ibid., 1979, pp. 1-9 (con E. Galli e D. Pongiluppi); On the influence of (Si, Al) disorder on the T-O distances measured in zeolites, in Zeolites. Synthesis, structure, technology and application, a cura di B. Drûaj - S. Hoãevar - S. Pejovnik, Amsterdam 1985, pp. 255-261 (con A. Alberti); Natural zeolites, Berlin 1985 (con E. Galli); The crystal chemistry of natural zeolites, in Pure and applied chemistry, LVIII (1986), pp. 1343-1349; The determination of the Al-content in the tetrahedra of framework silicates, in Zeitschrift für Kristallographie, CLXXXIV (1988), pp. 49-61 (con A. Alberti); The genesis of zeolites, in European Journal of mineralogy, I (1989), pp. 479-487.
Fonti e Bibl.: Un elenco cronologico, praticamente completo, delle opere del G. si legge in Società italiana di mineralogia e petrologia - SIMP Notizie, VII (1988), pp. 123-127. Si vedano inoltre: Biografie e bibliografie degli accademici lincei, Roma 1976, pp. 353-355; S. Merlino, Memorial of G. G., 1928-88, in American Mineralogist, LXXV (1990), pp. 940-942; G. Rigault de la Longrais, G. G., in Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, cl. di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 9, I (1990), suppl., pp. 43-49.