GLAUCO (Γλαῦκος)
5°. - Figlio di Minosse, re di Creta, e di Pasiphae o, secondo altre versioni, di Krete.
Caduto, rincorrendo un topo o giocando a palla, in un barile di miele e affogatovi, fu risuscitato dall'indovino Polyidos, che applicò sul cadavere un'erba di cui un serpente gli aveva insegnato la virtù. Il ritrovamento del fanciullo nel barile alla presenza dei genitori si suole vedere su una corniola della Collezione Luynes, mentre il significato di altre gemme è incerto. G. è rappresentato inoltre, insieme con Polyidos, su una coppa policroma del Pittore di Sotades, oggi al British Museum (D 5).
Monumenti considerati. - Corniola Luynes: R. Gaedechens, in Arch. Zeit., xviii, 186o, p. 69; Am. Journ. Arch., ii, 1886, tav. 7, 5; E. Babelon, Le Cabinet des Antiq. à la Bibliothèque Nationale, Parigi 1887, tav. 5, 11. Gemme: A. Furtwängler, Gemmen, i, p. 253, tav. xxii, 16-17.
Coppa di Sotades: W. Froehner, La Collection van Branteghem, Bruxelles 1892, tav. 41; A. S. Murray-A. H. Smith, White Athenian Vases in the British Museum, Londra 1896, tav. 16; I. C. Hoppin, Réd-fig., ii, p. 429; H. B. Walters, History of Ancient Pottery, Londra 1905, tav. 40, 2; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, Monaco 1923, fig. 526; J. D. Beazley, Red-fig., p. 45o, 2.
Bibl.: R. Gaedechens, in Roscher, I, col. 1686; Weicker, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, c. 1416, s. v., n. 23, H. J. Rose, A Handb. of Greek Mythology, Londra 1928, p. 183 e 297.