GIZIO (Γύϑειον, Gythēum o Gythīum)
L'antico porto principale della Laconia, situato sulla costa occidentale nell'interno del Golfo Laconico, in facile comunicazione con Sparta e anche unito da una bassa sella attraverso al Taigeto con Etilo e col Golfo Messenico. Dopo il tramonto della più antica Elo, sull'opposta sponda del golfo, insabbiata nelle dune alluvionali dell'Eurota, la città crebbe molto d'importanza non solo come unico grande porto commerciale del Golfo Laconico, ma anche come il porto di guerra di Sparta. Nel 455 fu devastata dall'ateniese Tolmide; nel 369 invano minacciata da Epaminonda; nel 195 conquistata da T. Quinzio Flaminino, e tre anni dopo di nuovo distrutta da Nabide; più tardi appartenne alla lega degli Eleuterolaconi, e continuò ad essere fiorente porto nell'epoca romana. Oltre ai prodotti agricoli del Peloponneso, fra i generi di esportazione del porto sono ricordati la pietra della vicina Crocee, la porpora e i colori. La città antica, fornita di un porto artificiale, si stendeva sulla spiaggia a nord del piccolo promontorio Larisio, sulle cui pendici verso il mare, chiamate anticamente Migonio e contenenti un santuario di Afrodite, è stata ricostruita nel secolo scorso la cittadina moderna; il colle Larisio, dedicato a Dioniso, in cui onore si celebravano delle feste primaverili, si prolunga nel mare in un'isoletta, ora unita al continente, l'antica Cranae (odierna Marathonisi), dove secondo la leggenda Paride avrebbe celebrato le nozze con Elena dopo il rapimento. Delle rovine della città antica, parzialmente sommerse nel mare, restano dei ruderi in gran parte d'epoca romana, fra cui specialmente quelli di un teatro, e alcune tombe e sarcofagi; a sud della città antica, una grande nicchia rettangolare nella roccia porta un'iscrizione che ci testimonia l'esistenza sul luogo di un santuario di Zeus Terastio; non è stata rintracciata invece la località del santuario di Zeus Kappotas, menzionato dalla leggenda come il luogo dove si riposò Oreste perseguitato dalle Furie.
La cittadina moderna, che porta il nome antico, sorge alquanto a occidente delle rovine, appoggiata al Taigeto. Ha 6700 abitanti, ed è capoluogo di provincia nel νομός della Laconia.
Bibl.: Per le rovine, v. J. G. Frazer, Pausania's Descr. of Greece, Londra 1898; Bersaki, Ephem. Arch., 1912, p. 193 segg. Per le notizie stor., le iscriz. e i culti, v. Philippson-Bölte, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, col. 2102 segg.; Arbanitopoulos, in Polemon, I, p. 39 segg.