GIUSTINO II imperatore d'Oriente
Nipote di Giustiniano. Riuscito (565) a impadronirsi della corona contro un altro nipote del defunto imperatore, grazie soprattutto alla sua carica di curopalate e agl'intrighi della propria moglie, l'ambiziosa Sofia, nipote di Teodora, egli si sbarazzò del suo rivale facendolo assassinare. Divenuto imperatore non fu in grado né di continuare né di consolidare l'opera del suo grande predecessore. Sbigottito dalla vastità dei compiti che lo attendevano e dalla crisi economica che l'impero, dopo lo sforzo fatto, attraversava, iniziò una politica di raccoglimento che presto si tramutò in politica di ripiegamento e di rinunzie. Assistette indifferente alla distruzione del regno dei Gepidi da parte dei Longobardi e quando questi si mossero dalla Pannonia verso l'Italia egli non prese nessun provvedimento per la difesa della penisola che fu allora in parte conquistata dagl'invasori (568).
Essendosi rifiutato di pagare le somme già pattuite al khān degli Avari, i quali erano stanziati oltre Danubio, e al re di Persia, avvennero nuove invasioni di Avari nella Mesia, nell'Illiria e nella Tracia, e una guerra coi Persiani che doveva prolungarsi per oltre vent'anni. Nel 572 i Persiani, espugnata Dara, si spinsero nella Siria fino ad Antiochia. Questi disastri impressionarono talmente G., ch'egli finì col perdere la ragione. Nel 574 affidò il governo al conte degli escubitori Tiberio da lui adottato come figlio e nominato Cesare. Nell'autunno del 578, in un momento di lucidità mentale, fece incoronare Tiberio imperatore. Morì poco dopo, ai primi di ottobre dello stesso anno.
Bibl.: K. Grob, Geschichte des oströmischen Kaisers Justin II nebst Quellen, Lipsia 1882; E. Stein, Studien zur Geschichte des byz. Reichs vornemlich unter den Kaisern Justinus II. und Tiberius Constantinus, Stoccarda 1919.