GIUSTINIANI
. I G. si trovano in Istria, a Venezia, Chioggia, Fermo, Genova, in Corsica, nelle isole greche e asiatiche e deriverebbero tutti, secondo la leggenda familiare, dai romani Anici. Per quanto riguarda i G. genovesi, C. Hopf ha potuto stabilire un'origine meno remota e più sicura, almeno per quelli di Scio.
I G. di Venezia si sarebbero stabiliti dapprima in Istria, dove avrebbero fondato Giustinopoli (Capo d'Istria), quindi sarebbero trasmigrati a Malamocco (Venezia), dove si sarebbero imparentati con i Partecipazî. Un Paolo avrebbe combattuto all'assedio di Zara, un Niccolò contro il Guiscardo, un Orso sarebbe andato ambasciatore al re d'Ungheria, essendo doge Domenico Selvo (fine del secolo XI). Si narra poi che, caduti in Costantinopoli, nell'armata del doge Vitale Michiel II contro l'imperatore Emanuele Comneno, tutti i maschi di questa famiglia (il Romanin però ne dubita), fosse dal doge Domenico Michiel tratto dal monastero di S. Niccolò del Lido, consenziente il pontefice, l'unico superstite (di nome Nicola) e datagli in moglie la figlia del doge stesso, perché continuasse l'illustre prosapia; e che, procreati alcuni figlioli, egli se ne ritornasse alla vita monastica, d'accordo con la moglie, che si ritirava pure in un convento da essa fondato, morendo entrambi in fama di santità. Questa famiglia diede a Venezia due dogi: Stefano, già reggente in Candia, ma che, appena eletto, alla morte di Pietro Gradenigo (1311), rinunziò e si ritirò nel monastero di S. Giorgio; e Marcantonio durante il cui principato (1684-1688) Fr. Morosini conquistava il Peloponneso; quattro santi: il beato Nicola, che abbiamo nominato, la beata Eufemia, S. Lorenzo (v.) primo patriarca di Venezia, e il beato Paolo, camaldolese: una serie lunghissima di uomini illustri in tutti i campi: Pantaleone, patriarca di Costantinopoli, quando cadde l'impero latino (1261), Giustiniano, il vittorioso contro i Genovesi (1314) e il patriarca di Aquileia, Niccolò provveditore contro i ribelli di Candia, Taddeo, emulo di Vettor Pisani e di Carlo Zeno nella guerra di Chioggia, espugnatore nel 1369 di Trieste, difesa da Leopoldo d'Austria; Orsato, segnalatosi a Rapallo contro i Genovesi, capitano generale contro i Turchi nel 1463, morto a Modone (1464), ecc.; letterati, quali i poeti Leonardo (v.), Orsato, Girolamo Ascanio, l'amico di Benedetto Marcello, e gli storici: Bernardo (v.) e Pietro (v.). Negli ultimi giorni della Repubblica, il nome di questa famiglia risuona ancora alto in Girolamo, in Leonardo e in Angelo Giustinian-Recanati, di fronte al Bonaparte.
Oltre ai molti rami proprî, n'ebbe altri in Venezia, per adozione, come i Giustinian-Recanati e i Giustinian-Lollin; e altri ancora a Chioggia, a Fermo, nel Mediterraneo orientale, a Cipro (i conti di Capasso), a Candia, donde un Giovanni poeta, ivi nato e morto in Italia (1556), e quelli di Ceo e di Serifo nelle Cicladi, dove si stabilirono con Pietro G., quando questi insieme a Daniele Barbaro e Domenico Michiel le conquistò.
Dal tronco dei Genovesi derivavano invece i rami di Scio, Corsica, Roma, Napoli. Nel 1362 tutti o quasi tutti gli azionisti della Maona o Società armatrice, che nel 1349 iniziava, d'accordo con il governo di Genova, l'amministrazione di Scio, ricca di allume, da loro conquistata (e cioè i Campi, gli Arangio, i Branca, i Garibaldi, ecc.), e che aveva la sua sede in Genova nel palazzo Giustiniani, rinunziarono ai rispettivi nomi, assumendo quello di Giustiniani, dando un tipico esempio di fusione di famiglie in "albergo". Anche i G. genovesi vantano prelati e guerrieri, scrittori e uomini politici in buon numero. Appartengono ad essi quel Giovanni G. Longo, che fu podestà di Caffa e all'assedio di Costantinopoli cooperò con i Veneziani contro i Turchi (1453); Paolo, nato a Genova nel 1444, domenicano, maestro del sacro palazzo con Innocenzo VIII e legato in Ungheria, dove morì a Buda nel 1502; l'orientalista Agostino, nato in Genova nel 1479 e morto in una tempesta nel 1536; Pompeo (v.); Vincenzo, nato a Scio nel 1519, morto nel 1582, generale dei domenicani, che partecipò al concilio di Trento e scrisse Commentaria in universam logicam; Orazio, cardinale di S. Onofrio e bibliotecario della Vaticana, morto a Roma nel 1649; il fratello di lui Vincenzo, morto nel 1637, raccoglitore di opere d'arte e poligrafo, autore di una celebre Galleria Giustiniana in due volumi e di scritti sugli usi di Roma e di Napoli, sulla pittura, sulla musica (Discorso sopra la musica dei suoi tempi, a cura di S. Bongi, Lucca 1878), l'abate Michele, autore degli Scrittori liguri, Lorenzo nato nel 1761 e morto nel 1824 in Napoli, dove dal 1803 fu bibliotecario e lasciò buona fama di erudito.
Bibl.: Marin Sanudo, Vite dei dogi, cur. da Monticolo, in Rer. Ital. Script., p. 46; S. Romanin, Storia di Venezia, Venezia 1853-61; P. Litta, Famiglie celebri italiane; A. Bellemo, Famiglia Giustinian di Chioggia, Venezia 1913; I. K. Fotheringham, Marco Sanudo conqueror of the Archipelago, Oxford 1915, p. 58; U. Foglietta, Clarorum ligurum elogia, a cura di L. G. Grassi, Genova 1864; B. Da Dieci, Storia della nobile famiglia Giustiniani, Roma 1644; G. F. Spinalba, Compendio di gloria ecc. della famiglia Giustiniani, Modena 1697; C. Hopf, Storia dei Giustiniani di Genova, trad. di A. Wolf, Genova 1882.