PASTORI, Giuseppina
PASTORI, Giuseppina. – Nacque a Milano il 12 ottobre 1891 da Silvio, custode presso un istituto religioso, e Carolina Corti, ricamatrice.
Di modeste origini, con l’aiuto della sorella minore Maria (destinata a una fulgida carriera nel campo matematico) riuscì a conseguire la licenza magistrale e la maturità classica.
Si immatricolò così nella facoltà medica dell’Università di Pavia, grazie anche a una borsa di studio. Nell’Ateneo pavese si laureò il 17 luglio 1921, allieva di Camillo Golgi; nel frattempo, sotto l’egida di padre Agostino Gemelli, stava nascendo a Milano l’Università Cattolica (sarebbe stata fondata nel dicembre 1921) e Giuseppina Pastori trovò posto come assistente in quello che sarebbe divenuto il laboratorio di psicologia e biologia.
Nel 1922 ottenne il diploma di perfezionamento in biologia patologica e l’anno seguente quello in microbiologia presso gli istituti clinici di perfezionamento di Milano. Assistente effettiva di biologia dal 1921 al 1924 (e anche supplente dell’insegnamento di igiene presso l’Istituto superiore di magistero nell’anno accademico 1923-1924), nella primavera 1925 partecipò al concorso per il posto di assistente di biologia generale presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Per la brillantezza del suo curriculum e per le dimostrate attitudini all’insegnamento, fu esentata dal sostenere i previsti esami scritti e orali, e le fu assegnato il posto.
Percorse tutta la sua carriera nei ranghi della Cattolica, conseguendo nel 1930 la libera docenza in istologia e mantenne sempre l’incarico di insegnamento di biologia nella facoltà di lettere e filosofia (delle sue lezioni furono anche elaborati riassunti). Nel 1947 partecipò alla ricostituzione dell’Associazione italiana donne medico (AIDM), che aveva cofondato nel 1921 (ne fu presidente nel 1947) e che, agli inizi della carriera, le aveva consentito, grazie a una borsa di studio, di frequentare il laboratorio di istologia della clinica neuropsichiatrica dell’Università di Roma.
Pastori affiancò al lavoro di ricerca quello assistenziale; nel 1961, all’atto della costituzione della facoltà medica all’interno dell’Università Cattolica, si ritirò dall’insegnamento.
Nubile, morì a Milano il 13 luglio 1983.
La figura di Giuseppina Pastori è assai complessa e la sua carriera può dare adito a interpretazioni diverse, correndo così il rischio di semplificazioni anacronistiche. Considerata invece in correlazione con la biografia di padre Gemelli, molti aspetti si rendono evidenti e chiari. Innanzi tutto deve essere considerata la comune matrice formativa golgiana: siamo, nel caso di Pastori, al tramonto dell’esperienza scientifica di Golgi, ma il rigore della scuola pavese si appalesa e le ricerche in ambito neuroistologico della giovane studiosa milanese affrontano temi di grande spessore scientifico e filosofico. Si citano in particolare i lavori dedicati alla struttura dell’epifisi, che trovarono accoglienza anche in autorevoli sedi ultramontane (Über Nervenfasern und Nervenzellen in der Epiphisis cerebri, in Zeitschrift für die gesamte Neurologie und Psychiatrie, 1928, vol. 117, pp. 202-211) e furono per lungo tempo considerati fra le casistiche più autorevoli in argomento (R.J. Gladstone - C.P.G. Wakeley, The suprapineal arachnoid body, in British medical journal, 1940, 1, pp. 668-669).
In senso più generale, la valenza formativa del lavoro istologico fu sempre tenuta in grande considerazione da Pastori, tanto da tornarvi in uno dei suoi ultimi contributi nel periodo dell’attività scientifico-accademica (Il lavoro istologico nell’ambito della educazione medico-biologica giovanile, in Archivio di psicologia neurologia e psichiatria, 1959, vol. 20, pp. 516-520).
Fra i suoi primi lavori, oltre a una ricerca sull’eredosifilide (Sulla frequenza della eredolues nei fanciulli anormali, Milano 1924) si deve segnalare quello Sulla ematoporfiria sperimentale da benzolderivati (Milano 1924), che la pone fra gli studiosi più attenti al fenomeno dell’intossicazione da benzene e derivati, in correlazione a una malattia rara che proprio in quell’anno era stata segnalata in autorevoli sedi scientifiche internazionali. Tuttavia, il suo apporto non venne mai citato nei lavori italiani coevi.
L’attività nel laboratorio di psicologia e biologia dell’Università Cattolica la pone come anello di congiunzione fra le Naturwissenschaften e le Geisteswissenschaften, laddove mette le sue competenze scientifiche e tecniche al servizio dell’evoluzione della psicologia.
Gli storici della psicologia (per esempio, Sadi Marhaba) identificano Pastori come esponente della disciplina nel periodo interbellico, ma solitamente non si va al di là di annotazioni incidentali e viene soprattutto citato il filone dei suoi studi fonologici, esemplificabile con la pubblicazione del volume L’analisi elettroacustica del linguaggio (I-II, Milano 1934), e in particolare il complesso dei lavori comparsi nei vari volumi intitolati Contributi del laboratorio di psicologia e biologia (poi Contributi del laboratorio di psicologia), espressione del gruppo di lavoro guidato da Gemelli.
A questo proposito, con riferimento soprattutto agli studi sull’epifisi, si segnalano i lavori contenuti nella serie prima, comparsa nel 1925 (Sull’anatomia macro-microscopica della “epiphysis cerebri” nei mammiferi e nell’uomo, pp. 19-65), nella serie seconda, del 1926 (Contributo all’anatomia patologica dell’epiphysis cerebri (corpo pineale), pp. 11-58), nella serie terza, comparsa nel 1928 (Pineali accessorie e relazioni tra gli organi pineale e subcommessurale, pp. 99-129; Qualche osservazione sulla patogenesi delle calcificazioni pineali, pp. 117-130) e quelli che costituiscono l’intera serie quarta, editata nel 1929 (Contributo allo studio della fine struttura dei gangli simpatici, pp. 11-38; Morfologia comparata e struttura istologica dell’organo subcommessurale nei mammiferi in rapporto alle sue possibili funzioni, pp. 41-61; Origine e distribuzione delle fibre nervose nella “epiphysis cerebri”, pp. 65-90).
In particolare, il lavoro del 1925 fu vincitore del premio della Fondazione Fossati del Regio Istituto lombardo di scienze e lettere. Anticipando quanto si riferirà a proposito degli studi di fonologia, si ricorda anche il contributo, comparso nella serie sesta, del 1935 (con A. Gemelli, I metodi della elettroacustica nello studio del linguaggio, pp. 105-158). Che la connotazione tecnica e specifica delle ricerche di Pastori potesse essere inserita nel più generale contesto della psicologia italiana del tempo, possiamo coglierlo anche dal contributo presente nel volume dell’Enciclopedia scientifica monografica Italiana del XX secolo dedicato ad Antropologia e psicologia (Milano 1940) curato da Guido Landra, Gemelli e Ferruccio Banissoni. Il volume, deprecabile sotto ogni aspetto nella parte antropologica redatta da Landra – uno fra i più accesi esponenti del razzismo italiano –, può essere invece considerato, nella parte redatta da Gemelli e Banissoni, come un onesto resoconto sullo stato dell’arte psicologica in Italia, con le sue luci e le molte ombre, senza omettere anche posizioni e autori palesemente ostili al regime imperante.
Gli apporti di Pastori all’ambito della fonologia sono stati analiticamente indagati (Galazzi 1985 e 2010). Il già citato volume su L’analisi elettroacustica del linguaggio era stato preceduto da una serie di lavori, tutti firmati con Gemelli. Dopo una nota preventiva del 1931 (Comunicazione preventiva su di un nuovo metodo per lo studio dei suoni della voce, in Bollettino della Società italiana di biologia sperimentale, 1931, 6, pp. 1-2), venne presentata una comunicazione (Recherches et nouveaux résultats dans l’etude des voyelles) al X Congresso internazionale di psicologia, tenutosi a Copenaghen nell’agosto del 1932 (ed. Milano 1932). Nel 1933 comparvero alcuni contributi in prestigiose riviste europee (Elektrische Analyse der Sprache, II, Untersuchungen über die Gestaltung der Wörter und Phrasen, in Psychologische Forschung, 1933, vol. 18, pp. 191-217; Quelques recherches sur la nature des voyelles, in Revue d’acoustique, II (1933), pp. 169-188) e in una importante rivista italiana (Quelques recherches sur la nature des voyelles, in Archives italiennes de biologie, 1933, vol. 89, pp. 76-94; Quelques recherches sur la nature des consonnes, ibid., pp. 97-120). Nel 1934 furono pubblicati altri lavori sull’argomento (La durata minima delle vocali sufficiente alla loro percezione, in Archivio di fisiologia, 1934, vol. 33, pp. 440-452; Analyse électrique du langage. I, Recherches sur la nature des voyelles, in Archives néerlandaises de phonétique expérimentale, 1934, vol. 10, pp. 1-29; Ricerche elettroacustiche sopra il timbro di voce nel linguaggio parlato, in Reale Accademia d’Italia, Memorie della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, 1934, vol. 6, pp. 66-117), ma si deve ricordare in particolare la pubblicazione che correntemente identifica la figura di Giuseppina Pastori: L’analisi elettroacustica del linguaggio (Milano 1934).
Due distinti tomi compongono l’opera: il primo contiene tutti i suoi lavori e quelli di padre Gemelli sull’argomento, mentre il secondo è costituito dai tracciati oscillografici. L’installazione elettrotecnica e lo studio dei problemi psicologici del linguaggio sono opera di Gemelli; lo studio dei problemi fisiologici del linguaggio e lo studio analitico degli oscillogrammi di Pastori (p. VI). Dell’opera, la critica sottolineò il lavoro sperimentale d’avanguardia e la sofisticatezza dell’apporto tecnico (H. Rohracher, in Aevum, 1936, vol. 10, pp. 166-169), oltre all’importanza per l’ambito psicologico (in Rivista di psicologia normale e patologica, 1934, vol. 30, 2, pp. 137-138). Del volume fu pubblicato anche un estratto (La struttura delle vocali, in Rassegna di educazione dei sordomuti e fonetica biologica, II (1936), 1-2, pp. 3-48). Successivamente, uscì anche il contributo Phonetische Untersuchungen über die zur Wahrnehmung notwendige Mindestdauer eines Lautes, in Acta Psychologica, 1935, vol. 1, pp. 263-282.
Quando ci si accosta alla figura di Giuseppina Pastori, non si deve dimenticare il contesto sociale, politico e culturale nel quale ella si trovò a operare: possono così essere comprese le sue posizioni, vicine al costituzionalismo endocrinologico di Nicola Pende (vedasi, esemplificativamente, Il substrato biologico della personalità, Brescia 1948), ovvero quelle di adesione al magistero della Chiesa nei confronti delle teorie evoluzionistiche e della eugenica. Tutto ciò avrà riflessi sulla produzione scientifica della seconda parte della sua vita, che comprende, tra l’altro, opere di divulgazione su temi quali l’origine della vita, l’evoluzione, le leggi genetiche e i rapporti tra anima e corpo.
A esemplificare un interesse durevole per questi temi, si segnalano alcuni contributi: da un articolo comparso all’inizio degli anni Trenta (Genetica ed evoluzione, in Rivista di filosofia neoscolastica, 1932, vol. 24, pp. 75-89), a un volume su L’origine della vita (Roma 1963 e, con il titolo Le origini della vita, Brescia 1963), frutto di un corso di lezioni tenuto alla sezione milanese dell’Associazione medici cattolici nell’anno accademico 1960-61.
Nell’immediato secondo dopoguerra Pastori si dedicò anche a studi sui protozoi, in collaborazione con Amedeo Herlitzka, fisiologo dell’Università di Torino (Neoformazioni di organuli e processi ossidoriduttivi in Vorticella nebulifera Ehr, in Bollettino della Società italiana di biologia sperimentale, 1951, vol. 27, 1-2, estratto).
Fra gli altri temi scientifici affrontati da Pastori si segnala l’alimentazione. A questo proposito, taluni suoi apporti relativi alle diete alimentari (Le vitamine, Brescia 1952, e soprattutto Mangiare per vivere. La razione alimentare, Brescia 1953) fotografano la situazione dell’immediato secondo dopoguerra e possono ormai essere utilmente considerati anche dal punto di vista storico (Helstosky, 2004).
Fonti e Bibl.: Fonti documentarie indispensabili sono conservate presso l’Archivio storico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presso la Direzione Risorse umane dello stesso Ateneo (nella serie Fascicoli personali dei docenti, posizione n° 2108).
Vedasi anche: Annuario della Università cattolica del Sacro Cuore. Anno Accademico 1924-1925, Milano 1925, pp. 387-388. Sono disponibili alcuni profili biografici. Si segnalano in particolare: quello raccolto in vita da L.M. Hellstedt (Women physicians of the world. Autobiographies of medical pioneers, New York 1978, pp. 72-75) di carattere autobiografico; quelli di R. Farina (Dizionario biografico delle donne lombarde, 568-1968, Milano 1995, p. 840); di M. Ogilvie - J. Harvey (The biographical dictionary of women in science. Pioneering lives from ancient times to the mid-20th century, New York-London 2000, pp. 986-987); di F. Patuelli (disponibile all’indirizzo http://scienzaa2voci.unibo.it/biografie/114-pastori-giuseppina).
L’importanza del rapporto fra G. e Maria Pastori è ben evidenziata da E.E. Kramer, The nature and growth of modern mathematics, Princeton 1982, pp. 706-707. I suoi contributi all’ambito della fonetica in E. Galazzi, Gli studi di fonetica di Agostino Gemelli, Milano 1985; Id., Centralità della voce e punto di vista della psicologia. Agostino Gemelli (1878-1959) e la Scuola di Praga, in L’analisi linguistica e letteraria, 2010, vol. 18, pp. 395-409.
Si vedano anche: H. Misiak - V.M. Staudt, Catholics in psychology. A historical survey, New York 1954; A.J. Bronstein, A biographical dictionary of the phonetic sciences, New York 1977; S. Marhaba, Lineamenti della psicologia italiana 1870-1945, Firenze 1981, p. 43; M.P. Casalena, Scritti storici di donne italiane. Bibliografia 1800-1945, Firenze 2003; C. Helstosky, Garlic & oil. Food and politics in Italy, New York 2004, p. 207. H. Dawes, Catholic women’s movements in liberal and fascist Italy, New York 2014, p. 199.