VOLANTE, Giuseppe
VOLANTE, Giuseppe. – Nacque a Bergamasco Belbo (Alessandria) il 31 luglio 1899, figlio di Alessandro e di Giuseppina Berruti.
Giovane interventista, a 17 anni si arruolò volontario nell’esercito e partì per il fronte; fu congedato con il grado di sottotenente degli alpini. Conseguito il diploma di abilitazione magistrale sposò Giuseppina Riellevi, di professione insegnante, con la quale il 17 giugno 1928 ebbe un figlio, Alessandro. Acceso nazionalista e fascista della prima ora si distinse per aver organizzato delle squadre nere che agirono in Val di Bembo; aderì al Partito nazionale fascista il 20 luglio 1922. Fondò il fascio di Bergamasco Belbo, del quale resse la segreteria politica dal 1922 al 1929. Prese parte alla marcia su Roma e dal 1° aprile 1923 entrò nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN), dove compì tutta la sua carriera, raggiungendo il grado di console generale (corrispondente a quello di generale di brigata del Regio Esercito). Dal 1930 al 1932 fu membro della Federazione fascista di Alessandria.
Tiratore provetto, appassionato di sport, e in particolare delle discipline invernali, per cinque anni diresse i corsi sciatori riservati ai membri della MVSN e prese parte a tre campionati sciistici nazionali. Nel dicembre del 1932 gli fu affidato il comando della XV legione Leonessa delle camicie nere di Brescia , mentre nel febbraio del 1936 riuscì a organizzare un battaglione di complemento, il 207°, aggregato alla XXIV legione. Con questo battaglione e il grado di seniore il 12 febbraio 1936 partì volontario per la campagna di Etiopia. La resa degli etiopi, avvenuta nel frattempo, non gli permise di prendere parte attiva ai combattimenti ma la sua fama di soldato coraggioso e un certo carisma esercitato sugli uomini che comandava lo avevano già fatto conoscere in diversi ambienti del fascismo del Nord Italia, come dimostrerebbe una cartolina di elogi inviatagli il 7 marzo 1936 da Gabriele D’Annunzio.
La guerra italo-greca fu l’occasione per Volante per compiere un importante salto di carriera. Già il 3 marzo 1940 fu trasferito in Albania, dove assunse il comando della III legione della milizia fascista albanese di stanza a Valona. Dopo lo scoppio delle ostilità si distinse nei duri combattimenti avvenuti nei pressi della località di Kalibaki e attorno al ponte di Perat (o Perati) nell’ottobre del 1940. Il comportamento in battaglia gli valse diverse decorazioni e la promozione al comando della I legione d’assalto della milizia fascista albanese. Nell’aprile del 1941, dopo l’attacco sferrato dalle forze congiunte dell’Asse contro la Iugoslavia, prese parte nel territorio di Scutari alle operazioni contro l’esercito iugoslavo che aveva tentato di penetrare in territorio albanese. Promosso console generale della MVSN il 1° novembre 1942 fu quindi nominato comandante generale della milizia fascista albanese.
In questa veste intensificò la lotta contro il movimento di resistenza antitaliano, sia di matrice comunista sia monarchico-borghese (Balli Konbëtar), che proprio in questo periodo aumentò di intensità e forza gli attacchi e le forme di sabotaggio nei confronti delle forze e delle istituzioni italiane. In un contesto fattosi sempre più pericoloso si distinse per una certa dose di energia nel condurre la lotta antipartigiana. In molte foto appare con atteggiamento marziale, l’uniforme da campagna, stivali di cuoio in sella a un cavallo. Numerose furono le sue visite e le ispezioni ai reparti dislocati in territorio albanese, continuo – ma con alterne fortune – fu il tentativo di coinvolgere attivamente nella lotta i reparti costituiti da albanesi. Nel gennaio del 1943 organizzò a Tirana dei solenni festeggiamenti in occasione del ventennale della fondazione della MVSN; approfittò dell’occasione per cercare di mettere in evidenza, ancora una volta, l’importanza del contributo alla lotta antipartigiana offerto dagli elementi albanesi arruolati nel corpo fascista. Era chiaro l’intento di voler offrire un’immagine di unità e compattezza tra italiani e albanesi che tuttavia strideva con la realtà dei fatti dimostrata dalla crisi politica e militare del dominio italiano e dall’ostilità nei confronti di istituzioni italiane di sempre più numerosi settori della società albanese. La radio e la stampa (in particolare il quotidiano Tomori) furono tra gli strumenti privilegiati del comandante Volante per cercare di presentare la comunanza di armi tra italiani e albanesi in quella che veniva definita come una lotta per difendere territorio e popolazioni locali da banditi comuni e sovversivi comunisti.
Non vi sono evidenze archivistiche circa un incontro che nella primavera del 1943 avrebbe avuto con Enver Hoxha (destinato dopo la guerra a diventare il capo incontrastato della nuova Albania comunista) nel quartier generale della resistenza comunista per negoziare una tregua o forse altro. In ogni caso nelle settimane e mesi seguenti l’azione partigiana si fece sempre più insistente. In molte località (Argirocastro, per esempio, importante centro nel Sud dell’Albania) le forze italiane vivevano asserragliate e con ridotte capacità operative. Numerosi divennero gli attentati (compiuti ormai anche alla luce del giorno) che colpivano soprattutto membri della MVSN e albanesi in essa arruolati.
Particolare clamore suscitò l’uccisione del seniore della milizia Ndok Gjeloshi, ferito a morte da un commando in pieno centro di Tirana il 12 aprile 1943. Si trattava di un personaggio piuttosto noto, oppositore del deposto re Zog e da questi tenuto in carcere fino all’arrivo degli italiani nell’aprile del 1939. Il 13 aprile Volante volle che fosse celebrato a Tirana un solenne funerale di Stato per tributargli l’ultimo saluto. Nel giugno dello stesso anno le autorità municipali di Scutari decisero di concedere a Volante la cittadinanza onoraria scutarina.
Dopo l’8 settembre 1943 fece rientro in Italia e aderì immediatamente alla Repubblica sociale italiana. Entrato in buoni rapporti con il generale Karl Wolff, comandante dello scacchiere Alta Italia, il suo primo incarico fu quello di ispettore del corpo ferroviario della Guardia nazionale repubblicana (GNR). Il 12 ottobre 1943 Benito Mussolini gli accordò un’udienza personale. Dall’agosto del 1944 fu posto a capo della divisione Etna, destinata sia all’attività contraerea sia a quella di contrasto sull’Appennino delle formazioni paracadutiste alleate e, dal punto di vista operativo, sotto le dipendenze dei comandi tedeschi. All’inizio del suo incarico comandava (almeno sulla carta) circa 60 plotoni articolati in batterie pesanti con cannoni da 80 mm e leggere con mitragliere da 37 o 20 mm. Tali dati vanno assunti tenendo conto della generale poca efficienza, scarsa organizzazione e disciplina di cui la GNR diede mostra nel corso delle ostilità.
La sera del 2 gennaio 1945 la vettura sulla quale viaggiava con il figlio Alessandro e altri due militi, rientrando da un’ispezione, fu mitragliata da un caccia alleato nella zona di Sirmione. Rimasto gravemente ferito, l’alto ufficiale fascista morì nell’ospedale di Desenzano il 3 gennaio 1945.
Il 15 gennaio 1945 Mussolini, su sollecitazione del capo della provincia di Brescia, concesse alla sua vedova un contributo di 50.000 lire.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero degli Interni, Direzione generale di pubblica sicurezza, Divisione polizia politica, Fascicoli personali, b. 1449; Repubblica sociale italiana, Segreteria particolare del duce, Carteggio riservato (1943-1945), b. 112; Repubblica sociale italiana, Segreteria particolare del duce, Carteggio ordinario, b. 112. Tomori, 2, 13 e 14 aprile 1942; 3, 19, 21 e 28, novembre 1942; 22 dicembre 1942, 2 e 31 gennaio 1943.
L. Ganapini, La repubblica delle camicie nere. I combattenti, i politici, gli amministratori, i socializzatori, Milano 1999, pp. 35-38; A. Volante, Più alto e più oltre, s.l. 2006; A. Fappani, V. G., in Enciclopedia bresciana, XXI, Vet-Vu, Brescia 2007, pp. 309 s.; Le udienze di Mussolini durante la Repubblica Sociale Italiana, 2019, A. Osti Guerrazzi, http://dhi-roma.it/fileadmin/user_upload/ pdf-dateien/Online-Publikationen/Online-Schriften_NEUE-REIHE/Online_NR3_OstiGuerrazzi_Udienze.pdf (16 settembre 2019).