CIACCIO, Giuseppe Vincenzo
Nacque a Catanzaro il 15 ott. 1824 da Andrea, capoufficio alla R. Intendenza, e da Caterina Donato. A Catanzaro compì gli studi letterari e conseguì, nel dicembre del 1840, la licenza liceale in lettere e filosofia. L'anno successivo fu iscritto al R. Collegio medico-cerusico di Napoli, ove conseguì la laurea in medicina e chirurgia il 27 ag. 1845. Tornato nella propria città, si dedicò dapprima alla pratica medica, quindi all'attività scientifica, avendo ottenuto nel 1855 la cattedra di chirurgia teorica e ostetricia presso la R. Scuola universitaria di Catanzaro. Durante la spedizione garibaldina fu nominato medico capo della guardia nazionale. di Catanzaro con il collega A. Cosentino; seguì poi le truppe garibaldine a Napoli, ove prestò la propria opera presso l'ospedale di S. Sebastiano.
A Napoli visse con il concittadino F. Acri, e con questo si trasferì, sul finire del 1860, a Torino, ove egli poi ottenne dal ministro della Pubblica Istruzione una borsa di studio per recarsi all'estero. Dopo un breve soggiorno a Parigi, il C. risiedé a Londra per oltre due anni. Qui seguì le lezioni del chirurgo sir, Thomas Spencer Welles, vecchio simpatizzante della causa italiana, ma soprattutto subì l'influsso dell'eclettico microscopista Lionel Smith Beale, che lo indusse a mutare radicalmente i propri interessi: da questo periodo, infatti, R C. si sarebbe dedicato esclusivamente all'anatomia microscopica. Egli rese anzi note in Italia le concezioni che il Beale andava elaborando in quegli anni con l'articolo Sulla nuova dottrina del prof. L. S. Beale circa la composizione e maniera di crescere delle parti elementari degli esseri viventi (in Il Morgagni, IV [1862], pp. 279-283). Fu presso il Beale che il C. iniziò a dedicarsi a quelle indagini sull'innervazione della cornea (On the Nemes of the Cornea, and of their Distribution in the Corneal Tissue of Man and Animals, in Transactions of the Microstopical Society of London, n.s., XI [1863], pp. 77-93, 2 tavole di 17 figure) che, proseguite anche in lavori successivi, avrebbero stabilito la sua notorietà. Nel 1863 il C. fu eletto socio ordinario della Microscopical Society di Londra.
Dopo il soggiorno inglese il C. si trasferì a Berlino, ove frequentò le lezioni di Rudolf Virchow e quindi il laboratorio di W. Kühne: qui iniziò a occuparsi sistematicamente dell'istologia dei corpuscoli, del Pacini, argomento sul quale pubblicò un primo contributo dal titolo Beobachtungen úber die Pacini'schen Körperchen aus dem Mesenterium der Katze, nel Centralblatt für die medicin. Wissenschaften (II[1864], pp. 402 ss.), di cui il Külme era uno dei direttori. L'importanza del soggiorno estero del C. fu notevole: egli infatti non solo mutò l'indirizzo generale dei suoi studi, ma apprese nuove tecniche dì colorazione e di preparazione istologica e soprattutto enucleò quegli argomenti di studio cui sarebbe rimasto fedele per il resto della sua vita e che avrebbe svolto con modestia, serietà e rigore estremi.
Nel 1864 rientrò in Italia e nel 1865 fu nominato professore straordinario di anatomia microscopica presso l'università di Napoli. Nel 1866 prestò servizio quale medico militare all'ospedale di, Brescia, quindi fu per un breve periodo supplente di fisiologia e anatomia all'università di Padova e, dal 1867, Professore straordinario di fisiologia sperimentale con l'incarico di istologia all'università di Parma. Nel 1867 pubblicò nel secondo tomo del Giornale di scienze naturali ed economiche di Palermo il lavoro Intorno alla minuta fabbrica della pelle della rana esculenta, che era stato premiato dall'Accademia degli aspiranti naturalisti di Napoli, e in cui distingueva nell'epidermide uno strato superficiale e uno profondo e nel derma tre strati. Nel 1868 descrisse nelle Osservazioni intorno alla interna fabbrica del corpo vitreo, pubblicate ne L'Imparziale, Giornale medico..., la tessitura fibrosa del corpo vitreo del feto e dell'adulto e le cellule sotto-jaloidee (cellule sub-jaloidee del Giaccio), osservazioni rimaste a lungo poco note e rimesse in onore solo dal Retzius (1894) e dall'Addario (1901).
Nel 1870 il C. vinse per concorso la cattedra di anatomia umana dell'università di Torino, ma sia per la sua maggiore predisposizione per l'istologia piuttosto che per l'anatomia macroscopica, sia per l'amichevole insistenza di Giambattista Ercolani, professore di anatomia patologica comparata e allora rettore dell'università di Bologna, che gli offriva la cattedra di anatomia comparata e istologica allora vacante in quell'ateneo, il C. scelse quest'ultima sede. Dall'anno accademico 1871-72 risiedé a Bologna, divenendo membro attivo dell'Accademia delle scienze dell'istituto dal 1871 e della Società medico-chirurgica dal 1876. Il periodo bolognese fu, senza alcun dubbio, quello più produttivo nella vita del Giaccio. Uomo privo di particolari interessi per la pratica politica, profondamente agnostico fino agli ultimi mesi di vita, lavoratore assiduo e instancabile, nutrì una passione intensa per la sua disciplina e i classici della letteratura del Trecento e Cinquecento, di cui fece una notevole raccolta privata poi donata dalle sue credi alla Biblioteca nazionale di Torino dopo l'incendio del 1904. Così l'amico Acri ricordava che "presso al microscopio avea la Crusca". Nell'ambito universitario ricoprì numerose cariche: dal 1875-70 fece parte per numerosi anni del consiglio accademico e dal 1879-80 fu a lungo preside della facoltà di scienze naturali. Negli ultimi anni, uni co svago al lavoro intenso erano le vacanze che trascorreva insieme alle due figliole, Giuseppina e Lisetta, a Ronco della Costa San Gottardo.
Morì a Bologna il 15 giugno 1901.
L'opera scientifica del C. fu eminentemente concentrata su temi attinenti all'anatomia microscopica descrittiva e riguardanti la fine struttura dell'occhio (particolarmente la congiuntiva, il vitreo e la cornea, indagati in varie classi di Vertebrati e Invertebrati) e le terminazioni periferiche delle fibre nervose dei Vertebrati.
Nella morfologia cellulare descrisse le cellule tuberose (cellule superficiali dell'epidermide del dito grosso della rana maschio) e i nuclei triangolati e quadrangolati (fibro-cellule muscolari della vescica della rana). Dedicò numerosi lavori (1875, 1877, 1883, 1899)alla somiglianza tra la piastra elettrica e la motrice nella torpedine "la quale somiglianza risiede non tanto nel numero delle loro parti componenti e nella qualità delle fibre nervee che ci vanno, e nel modo con cui elleno si diramano e terminano, ma più specialmente in quella singolarissima punteggiatura che si osserva in ambedue le piastre" (Osservazioni intorno al modo come terminano i nervi motori ne' muscoli striati delle torpedini e delle razze e intorno alla somiglianza tra piastra elettrica delle torpedini e la motrice, in Mem. d. Acc. d. sc. d. Ist. di Bologna, s. 3 VIII [1877], pp. 361-415 e 6 tavole di 51 figure; l'estratto di questo lavoro contiene una dedica a J. Moleschott). Mentre nei primi lavori aveva sostenuto che le terminazioni dei nervi nelle lamine elettriche delle torpedini erano libere, nell'ultimo lavoro dedicato all'argomento mutò il proprio parere sostenendo ch'esse formavano una rete compiuta (Osservazioni microscopiche intorno agli organi elettrici delle torpedini, ibid., s. 5, VII [1899], pp. 587-619 e 4tavole).
Nelle Osservazioni intorno alla struttura della congiuntiva umana (ibid., s. 1, IV [1874], pp. 469-524 e 6 tavole di 50 figure) diede un'eccellente e completa descrizione dell'epitelio congiuntivale, della disposizione dello stroma nelle varie regioni e della distribuzione dei nervi, dei vasi sanguigni e dei linfatici. In particolare fornì una descrizione sistematica delle ghiandole lacrimali accessorie situate nel tessuto sotto-congiuntivale comprendente, oltre a quelle del Krause, altre nuove da lui stesso scoperte, in prossimità dei tarsi, conosciute come ghiandole acino-tubulose o tarso-congiuntivali del Ciaccio. Alle ghiandole lacrimali accessorie il C. dedicò anche il suo ultimo lavoro, di cui fu data comunicazione il 26 maggio 1901dal segretario dell'Accademia bolognese, e che confermava l'esistenza delle ghiandole tubulose dello Henie nella congiuntiva tarsea. Nella cornea distinse la presenza di cinque strati e dimostrò la struttura fibrillare e striata della membrana di Descemet (1875); sempre nella cornea, sedici anni dopo (1891) vide "una quantità di fibre elastiche di varie grandezze, quali semplici e quali composte, che in linea diretta, o più o meno obliqua, e serpeggianti, ne corrono la sostanza sua propria". Il capolavoro del C. è costituito dallo studio Della minuta fabbrica degli occhi dei Ditteri (ibid., s. 4, VI [1884], pp. 605-660), che era stato preceduto dalla pubblicazione, di 12 tavole di 173 figure complessive. A tale lavoro il C. si era dedicato fin dal 1872 e di esso, diede un primo rendiconto già nel 1876. Lo coadiuvò nella classificazione delle specie esaminate il collega Camillo Rondoni. In esso il C. espose i risultati delle sue ricerche sugli occhi composti, descrisse l'intersezione delle fibre amieliniche nel nervo ottico; affermò che la retina consta di parecchi strati, ma in numero minore rispetto a quella dei Vertebrati; sostenne infine il concetto, poi ribadito nel 1888, che nella famiglia delle Muscidae ciascuna faccetta della cornea degli occhi composti è convessa nella parte anteriore e concava in quella posteriore.
Oltre alle opere già menzionate meritano d'essere ricordati i seguenti lavori del C.: Sul valore delle due voci ragione ed esperienza in medicina e sulla bontà delle due sette mediche, l'empirica e la razionale, Napoli 1849; Dell'unità della medicina e della chirurgia, ibid. 1855; Delle epulidi e la loro cura pe' caustici, ibid. 1858;la traduzione dall'inglese in italiano di W. O. Markham, Trattato sulla patologia diagnosi e cura delle malattie del cuore, ibid. 1859; On the Distribution of Nerves to the Skin of the Frog, with Physiological Remarks on the Ganglia connected with the Cerebro-Spinal Nerve, in Transactions of the Microscopical Society of London, n.s., XII (1864), pp. 15-31, e 2tavole di 8 figure; Esperienze intorno all'azione di alcune materie coloranti e sostanze chimiche su gli spermatozoi della rana (R. esculenta L.) e del Tritone (Triton cristatus Laurent.), in Arch. per la zool., l'anat. e la fisiol., s. 2, I (1869), pp. 164-186; Intorno al finale distribuimento de' nervi nell'organo elettrico della torpedine (Torpedo Narke, Risso), ibid.., II(1870)., pp. 5-9; Dell'anatomia sottile dei corpuscoli pacinici dell'uomo ed altri mammiferi e degli uccelli con considerazioni esperimentali intorno al loro ufficio, in Mem. d. R. Acc. d. scienze di Torino, s. 2, XXV (1871), pp. 181-239, e 5 tavole di 34 figure; Sulmodo come terminano i nervi della congiuntiva dell'occhio umano. Nuove osservazioni, in Ann. d'oftalm., II (1872), pp. 495-506, e 1 tav. di 6figure; Nuove ricerche sull'interna tessitura dei tendini, in Mem. d. Accademia d. scienze d. Ist. di Bologna, s. 3, II (1872), pp. 279-293, e 1 tav. di 20 figure; Osservazioni intorno alla struttura della congiuntiva umana, ibid., IV (1874), pp. 469-524, e 6 tavole di 50 figure; Osservazioni intorno alla membrana del Descemet e al suo endotelio, con una descrizione anatomica dell'occhio della talpa europea, ibid., V (1875), pp. 501-516, e 2 tavole di 20 figure; Sopra all'ossificazione dell'intero umor vitreo dell'occhio umano e sopra un'altra notabile alterazione che alcuna volta in quello si Osserva., ibid., X (1879), pp. 131-146, e 2 tavole; Sopra il distribuimento e terminazione delle fibre nervee nella cornea e sopra l'intera construttura del loro cilindro dell'asse. Nuove osservazioni microscopiche, ibid., s. 4, II (1880), pp. 577-596, e 2 tavole di 22 figure; Osservazioni istologiche intorno alla terminazione delle fibre nervose motive ne' muscoli striati delle torpedini, del topo casalingo e del ratto albino condizionati col doppio cloruro d'oro e cadmio, ibid., IV (1882), pp. 821-830, e 2 tavole di 24 figure; Osservazioni anatomiche comparative intorno agli occhi della talpa illuminata (Talpa europea L.) e a quella della talpa cieca (Talpa coeca S.), ibid., VI (1884), pp. 31-40, e 2 tavole di 8 figure; Della notomia minuta di quei muscoli che negl'insetti muovono le ali. Nuove osservazioni, ibid., VIII (1887), pp. 525-538 e 2 tavole di 39 figure; Sopra il figuramento e struttura delle faccette della cornea e sopra i mezzi refrattivi degli occhi composti delle Muscidae, ibid., IX (1888), pp. 411-420, e 1 tav. di 25 figure; Intorno alle piastre nervose, finali ne' tendini de' vertebrati. Nuove investigazioni microscopiche, ibid., X (1889), pp. 301-324, e 6 tavole di 50 figure; Studio critico sulle cosidette glandole tubulari dello Henle, in Bull. d. scienze med., s. 8, I (1901), p. 482.
Fonti e Bibl.: Lettere del C. a G. Ercolani, E. Brizio e a G. Capellini sono conservate presso la Bibl. dell'Archiginnasio di Bologna, Coll. Aut. XIX. 5360-5374 e Mss. Brizio, cart. V, 3-8, e, infine, F. S. Mss. Capellini, cart. 32, 2 (74 lettere, degli anni 1872-1900); presso l'Accad. delle scienze di Torino è conservata una sola lettera ad A. Sobrero del 18 giugno 1868. Cfr. inoltre necrol. in Monitore zoologico ital., XII(1901), pp. 381 s.; in Bull. delle scienze mediche, s. 8, I (1901), pp. 432 s.; F. Acri, Discorso sul prof. G. C., in Annuario della R. Università di Bologna, anno scolastico 1901-1902, Bologna 1902, pp. 189192; C. T., Cattedra di anatomia descrittiva umana nella Regia Univers. di Torino. Una pag. di storia, in Il Messaggiere ital., 16 febbr. 1873; C. Leonardi, Della cellula e del protoplasma. Lez. d'istologia del prof. G. V. C. (estr. dal Monitore medico marchig., aprile 1888), Loreto 1888; Annuario della R. Univ. di Bologna, a. sc. 1871-72, Bologna 1872, p. 11; In mem. di G. V. C. nel Xannivers. della sua morte, Torino 1912; C. Calcaterra, Alma mater studior um, Bologna 1948, pp. 351 s.; G. Ovio, Storia dell'oculistica, Cuneo 1952, II, pp. 68. 79, 82, 96, 127, 141, 148; Biographisches Lexikon der hervorragenden Arzte, II, pp. 30.