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AIRENTI, Giuseppe Vincenzo

di Giuseppe Oreste - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)
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AIRENTI, Giuseppe Vincenzo

Giuseppe Oreste

Nacque a Dolcedo (Porto Maurizio) il 20 giugno 1767, da famiglia agiata, e studiò a Bologna. Domenicano, insegnò filosofia a Genova nello studio di S. Domenico e poi teologia a Parma, ebbe incarichi di governo in vari conventi, quindi a Roma successe a G.B. Audiffredi come bibliotecario della Casanatense. Contemporaneamente, fu nominato lettore di teologia nell'università di Macerata, ove insegnò dal 1802 sino alla soppressione di quello studio nel 1808. Nel 1816 fu nominato teologo casanatense; quindi, rientrato a Genova, fu bibliotecario presso quella università.

Fu in rapporti di amicizia e di corrispondenza con A. Mai, L. Lanzi, Franz X. von Zach, G.B. Vermiglioli, C. Fea, G. Manzi, A. Pezzana. Da Pio VII fu designato come teologo dei cardinali G. Cacciapiatti e B. Naro; l'imperatore Francesco I gli fece visita alla Casanatense.

Nominato vescovo di Savona il 20 ott. 1820 da Vittorio Emanuele I, prese possesso della diocesi nel febbr. 1821. Ospitò la regina Maria Teresa e godette la stima di Carlo Felice (venuto a Savona nel 1825), che nel gennaio 1830 lo nominò arcivescovo di Genova, nomina confermata da Roma il 5 luglio. Il 31 maggio 1831 l'A. pronunciò nella cattedrale di Torino l'orazione funebre di Carlo Felice.

Poco dopo aver delimitato per incarico del pontefice i nuovi confini della diocesi di Ventimiglia (22 ag. 1831), morì a Dolcedo nella notte fra il 3 ed il 4 sett. 1831.

Fu socio di varie accademie: di S. Tommaso di Genova, di Teologia di Firenze, della Tiburtina, della Romana di archeologia, degli Ottusi di Spoleto, della Savonese, della Torinese di arti e scienze. Lasciò vari scritti scientifici, storici, eruditi, ascetici. L'opera che gli diede la fama è costituita dalle Ricerche storico-critiche intorno alla tolleranza religiosa degli antichi romani (Genova 1814), in cui, polemizzando contro "que' filosofi e critici i quali proclamarono in tanti libri l'illimitata tolleranza d'ogni religione presso i Romani", l'A. cerca di dimostrare quanto i Romani fossero invece intòlleranti non solo verso i cristiani, ma anche verso gli adepti di altre fedi.

L'A. fu studioso erudito, ma di formazione ed educazione storiografica antiquate; la sua conoscenza del mondo antico era vasta, ma farraginosa e acritica. L'A. possedeva un manoscritto di M. Boiardo, del 1491 (traduzione da Erodoto), e aveva scoperto una rara edizione della Historia flendae Crucis di Battista Pallavicino, vescovo di Reggio, del 1477.

Oltre quanto già ricordato, scrisse: Note alla geografia del Pinkerton, Roma 1805; Osservazioni intorno all'opinione del signor Gerardo Meermann e di altri scrittori sopra la tavola Peutingeriana, Roma 1809; Osservazioni sulla prima edizione perugina della grammatica di Giovanni Sulpizio da Veroli, Perugia 1816; La relazione del viaggio di Leonardo Frescobaldi in Egitto e Terrasanta, Roma 1818; Analisi chimica dell'ardesia di lavagna, Roma 1818; Epistula pastoralis ad clerum et populum Savonensem, Romae 1820; Lettera pastorale per la sacra visita, Savona 1821; Discorso sul vaccino, Torino 1825.

Fonti e Bibl.: I. Affò-A. Pezzana, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, VI, 2, Parma 1825, pp. 57, 99, 198; A.-CI.-P. Valéry, Voyages historiques et littéraires en Italie, V, Paris 1833, p. 74; G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti, V, Forli 18gs, p. 293; O. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XIV, Venezia 1857, pp. 409, 528; Id., Genova e le sue Chiese suffraganee, Venezia 1859, p. 409; A. Guglielmotti, Catalogo dei bibliotecari del collegio Casanatense, Roma 1860, p. 13; L. Isnardi E. Celesia, Storia della Università di Genova, II, Genova 1867, p. 233; F. Poggi, Elogi di Liguri illustri, IV, Genova 1873, pp. 259 Ss.; G. Rossi, Storia della città di Ventimiglia, Oneglia 1888, p. 320;  C. Frati, Il volgarizzamento di Erodoto di M. M. Boiardo e un codice che lo contiene, in Bibliofilia, XIX (1917-1918), pp. 114-117 V. Vitale, Onofrio Scassi e la vita genovese del suo tempo, in Atti d. Soc. ligure di storia patria, LIX (1932), p. 305; C. Frati, Diz. biobibliografico dei bibliotecari e bibliofili, Firenze 1933, pp. 5, 342; M. Parenti, Aggiunte al diz. biobibliografico. Firenze 1957, p. 10; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, coll. 1215-16.

Vedi anche
Bòine, Giovanni Bòine, Giovanni. - Scrittore italiano (Finale Marina, Savona, 1887 - Porto Maurizio 1917). Nel movimento della Voce fece un po' parte per sé stesso, vagheggiando un'espressione che andasse oltre il frammento lirico, un'arte che fosse insieme filosofia e religione, un'autobiografia risolta oggettivamente. ... Boncompagni di Mombello, Carlo Uomo politico italiano (Torino 1804 - ivi 1880); magistrato piemontese, svolse opera di vero apostolato per la fondazione di asili per l'infanzia: nel dic. 1847 collaboratore del ministro della Pubblica Istruzione, C. Alfieri, l'anno dopo fu ministro egli stesso (sua la legge del 4 ott. 1848 sul riordinamento ... Perugia Comune dell’Umbria (449,9 km2 con 163.287 ab. nel 2008), capoluogo provinciale e regionale. È posta su un colle a 493 m s.l.m. nella Valle Tiberina, presso l’incrocio di importanti vie di comunicazione, che la collegano con il Lazio e l’Emilia attraverso la valle del Tevere, con la Toscana (Val di Chiana) ... Parma Comune dell’Emilia-Romagna (260,8 km2 con 178.718 ab. nel 2008, detti Parmigiani e meno comunemente Parmensi) capoluogo di provincia. La città, tagliata da E a O dalla Via Emilia e da S a N dal torrente Parma, sorge nella pianura uniforme. La parte della città posta alla destra del torrente è detta P. ...
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