VILLAROEL, Giuseppe
Scrittore, nato a Catania il 26 ottobre 1889; ha insegnato lettere negli istituti tecnici; è stato critico letterario di varî giornali, fra cui Il Secolo-Sera (1925-1935) di Milano e Il Popolo d'Italia (1935-1943)
Ha pubblicato parecchi volumi di versi (Le vie del silenzio, Milano 1914; La tavolozza e l'oboe, Ferrara 1918; La bellezza intravista, Milano 1923; Ombre sullo schermo, ivi 1929; Il cuore e l'assurdo, ivi 1933; Stelle sugli abissi, ivi 1938; Ingresso nella notte, Firenze 1943; Poesie d'amore, Siena 1948; L'uomo e Dio, ivi 1951; Quasi vento d'aprile, Milano 1956, ecc.), nei quali, da un originario crepuscolarismo è venuta svolgendosi una poesia d'ispirazione amorosa, prima accentrata in immagini femminili, di un'accesa sensualità, poi risalente alla bellezza ideale, dalla donna alla natura, al creato, fino alle soglie della religiosità con modi e toni sempre più contenuti e controllati. Ha scritto anche romanzi (Amarsi a Viareggio, Milano 1934; La donna e il vortice, ivi 1935, ecc.), novelle (Via Etnea, ivi 1956, ecc.). saggi (Il secolo dei panni al sole, ivi 1959, ecc.) e racconti per ragazzi. Delle sue poesie cfr. ora la scelta curata da G. Spagnoletti e L. Curci, col vecchio titolo La bellezza intravista (Firenze 1959).
Bibl.: L. Tonelli, in L'italia che scrive, gennaio 1931; A. Tilgher, in Il Popolo di Roma, 20 agosto 1931; S. Benco, in Il Piccolo, 24 marzo 1933; L. Gigli, in Gazzetta del popolo, 28 giugno 1938; A. Piccone Stella, in Il Messaggero, 17 agosto 1938; L. Fiumi, Parnaso amico, Genova 1942 (con bibl.); M. Petrucciani, in Idea, 2 ottobre 1949; M. Piazzolla, in La Fiera lett., 20 dicembre 1953; G. Ravegnani, Uomini visti, Milano 1955; F. Flora, prefaz. a Quasi vento d'aprile, cit.; Autori varî, G. V., Firenze 1962.