VALLE, Giuseppe
– Nacque a Sassari il 17 dicembre 1886 da Tommaso e da Italia Milanti, primogenito di quattro figli, il più piccolo dei quali fu Cesare (v. la voce in questo Dizionario).
Dopo gli studi secondari compiuti a Roma, dove il padre era a capo della Ragioneria centrale del ministero degli Interni, scelse la carriera delle armi. Nel 1905 entrò all’Accademia militare di Torino, da cui nel 1908 passò alla Scuola di applicazione d’artiglieria e genio. Nominato tenente del genio nel 1910, fu assegnato su sua richiesta alla Compagnia aerostieri in seno alla brigata specialisti autonoma del genio a Roma, dove conseguì il brevetto di pilota di aerostato nell’ottobre del 1910.
Nel novembre del 1911 fu assegnato alla base di Campalto (Venezia) in qualità di ufficiale di bordo del dirigibile P.2, con cui il mese successivo venne inviato in Libia, dove partecipò alle operazioni nella guerra italo-ottomana fino al maggio del 1912. Richiamato in Italia, fu alla base di Vigna di Valle (Roma) come comandante in seconda del dirigibile M.1 e poi del dirigibile P.2. Nell’ottobre del 1913 partecipò all’ottava edizione della coppa Gordon Bennett, prestigiosa competizione per palloni sferici, con partenza da Parigi. Nel giugno del 1914 tornò a Campalto come comandante in prima del dirigibile P.4 a disposizione della Regia marina. Promosso capitano all’inizio del 1915, fu assegnato successivamente alla Direzione generale di artiglieria e genio e al battaglione specialisti autonomo del genio.
Durante la prima guerra mondiale, nel 1915-16 comandò diverse aeronavi basate a Ferrara, a Casarsa sul Tagliamento (Pordenone) e a Istrago (frazione di Spilimbergo), compiendo missioni di bombardamento su Pola, nel golfo di Trieste e in zone montane, che gli valsero la croce di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia, una medaglia d’argento al valor militare e la promozione a maggiore per merito di guerra nel luglio del 1917. Fu quindi a capo dei cantieri dirigibili di Padova e Ferrara. Nel febbraio del 1918 sposò Delia Panni, dalla quale ebbe cinque figli: Vittorio, Vittorino, Renato, Marisa e Italia.
Nel primo dopoguerra Valle passò a disposizione del ministero dei Trasporti marittimi e ferroviari, per conto del quale fu impegnato nella presa in carico di alcune aeronavi confiscate alla Germania. Nella primavera del 1921 fu assegnato al gruppo dirigibilisti con base a Ciampino, di cui assunse il comando l’anno successivo. Nello stesso periodo partecipò a ben cinque edizioni della coppa Gordon Bennett (nel 1920 con partenza da Birmingham, in Alabama; nel 1921 da Bruxelles; nel 1922 da Ginevra; nel 1924 e nel 1925 di nuovo da Bruxelles). Nell’ottobre del 1923 lasciò i ruoli del Regio esercito per passare nella neocostituita Regia aeronautica con i gradi di comandante di gruppo. In quella veste ebbe a scontrarsi con il tenente colonnello del genio aeronautico Umberto Nobile, a seguito di un incidente avvenuto durante una prova di collaudo dell’aeronave N.1 (poi ribattezzata Norge per la trasvolata polare del 1926), presso lo stabilimento di costruzioni aeronautiche di Roma.
Il rapporto inoltrato da Valle ai vertici della Regia aeronautica provocò un’inchiesta conclusasi soltanto nel novembre del 1925 con un esito sorprendente, poiché a Valle venne inflitto un rimprovero solenne e la condanna a un mese di arresti di fortezza, che però non scontò mai.
Nel frattempo, nel maggio-giugno del 1925 Valle aveva effettuato una crociera in Francia e in Spagna con l’aeronave Esperia, nome con cui era stato ribattezzato il dirigibile rigido Zeppelin Bodensee da 22.000 m3, preda di guerra riconvertito dalla Regia aeronautica. In quell’occasione si scontrò con un altro collega, il suo pari grado Francesco Pricolo, che lo aveva affiancato durante la Grande Guerra nella veste di vicecomandante nella base di Campalto. Rientrato in Italia, Valle fu promosso tenente colonnello e nominato comandante dello stormo dirigibili a Ciampino. Nel dicembre del 1925 si laureò in ingegneria civile a Roma. Lo stesso mese, con il grado di colonnello fu nominato comandante in seconda dell’Accademia aeronautica, istituita nel 1923 e temporaneamente ospitata nella sede dell’Accademia navale a Livorno. Lì prese lezioni di pilotaggio, e il 10 settembre 1926 conseguì il brevetto di volo su idrovolante Macchi M.18. Sotto la sua direzione, l’Accademia aeronautica si trasferì nella nuova sede di Caserta, di cui ebbe il comando dal luglio del 1927 con la promozione a generale di brigata aerea.
Richiamato a Roma nel novembre del 1928, fu posto a capo dell’ufficio centrale del Demanio aeronautico, ruolo in cui ebbe parte alla progettazione del palazzo dell’Aeronautica, la nuova imponente sede del ministero dell’Aeronautica voluta dal sottosegretario Italo Balbo, edificata tra il 1929 e il 1931. Nell’agosto del 1929 Valle subentrò nella carica di sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica al generale Francesco De Pinedo, ‘silurato’ da Benito Mussolini perché aveva denunciato le manchevolezze tecniche e operative della gestione Balbo.
Il 22 febbraio 1930 assunse la carica di capo di stato maggiore, e nel febbraio del 1931 ebbe la promozione a generale di Divisione aerea.
Nel nuovo ruolo – che mantenne sino al 10 novembre 1939, con una breve interruzione dal 23 novembre 1933 al 22 marzo 1934, quando, a seguito di un incidente che gli fece temporaneamente perdere l’idoneità al volo, venne sostituto dal generale Armando Bosio – Valle prese parte alle discussioni interforze accompagnando Balbo alle riunioni convocate dal capo di stato maggiore Pietro Badoglio con i vertici politici e militari dell’esercito e della Marina. Partecipò alla crociera atlantica Italia-Brasile (17 dicembre 1930-15 gennaio 1931) al comando di uno dei quattordici idrovolanti Savoia-Marchetti S.55A, assecondato però da un assistente di volo quale il capitano Attilio Biseo, un ‘manico’ (ovvero un pilota di grandissima abilità) che con la sua perizia bilanciava le limitate capacità di Valle, il quale proveniva dai ranghi dei ‘pallonari’ (termine del gergo aeronautico dalla connotazione spregiativa con cui i piloti d’aereo e d’idrovolante chiamavano i loro colleghi dirigibilisti). Rimasto invece a Roma durante le prime fasi della seconda crociera atlantica Orbetello-Chicago, la crociera del Decennale (1° luglio-12 agosto 1933), nella fase conclusiva del raid Valle volò a Lisbona per incontrarsi con Balbo e sulla via del rientro in Italia rimase ferito in un tentativo di ammaraggio nella rada di Valencia, in Spagna.
Con l’esonero di Balbo, il 5 novembre 1933, Mussolini assunse la titolarità del ministero dell’Aeronautica e affidò a Valle, promosso generale di squadra aerea, la carica di sottosegretario, che avrebbe cumulato con il ruolo di capo di stato maggiore fino al 31 ottobre 1939. Questa promozione si inseriva nel quadro del cambio della guardia ai vertici politico-militari con cui Mussolini assunse anche i dicasteri della Guerra (luglio 1933) e della Marina (novembre 1933). Va anche detto che affidando la gestione del ministero a un ‘pallonaro’ privo di carisma ed estraneo – nonostante gli anni trascorsi a fianco di Balbo – alla cerchia dei fedelissimi del gerarca aviatore, Mussolini intese smantellerare le posizioni di potere raggiunte da Balbo il quale, abilissimo propagandista di sé stesso, gli aveva sempre conteso il primato nella gestione della ‘religione fascista’ dell’aeronautica. Il primo segnale del nuovo corso si ebbe con la puntigliosa verifica del verbale di passaggio di consegne firmato da Balbo il 7 novembre 1933: il 12 novembre Mussolini, pur dichiarandosi soddisfatto, scrisse a Balbo che dei 3125 velivoli operativi da questi elencati, soli 911 potevano considerarsi efficienti dal punto di vista bellico.
Nella duplice veste di sottosegretario e di capo di stato maggiore, Valle dovette affrontare diverse questioni e situazioni molto complesse, la cui soluzione avrebbe forse richiesto una maggiore autorevolezza e autonomia decisionale rispetto alle direttive mussoliniane, nonché una maggiore incisività nella politica industriale del ministero, sostanzialmente incapace, come già nell’era Balbo, di imporre ai costruttori una razionalizzazione della produzione.
In primo luogo, la gestione Valle coincise con il rivolgimento tecnologico epocale innescato dalle innovazioni nel campo della struttura, dei materiali, dell’aerodinamica e dei processi produttivi che stava rendendo obsoleto il biplano scoperto, sostanzialmente evoluto dai tipi della Grande Guerra. Ma i programmi produttivi approntati dal ministero, il Piano 3000 approvato nel 1934 e più volte rimaneggiato, poi il Piano R che lo sostituì nell’ottobre del 1939, mancarono entrambi l’obiettivo di ammodernamento delle costruzioni aeronautiche e della flotta aerea. In secondo luogo, Valle fu coinvolto in un duro scontro con il sottosegretario alla Marina, ammiraglio Domenico Cavagnari, circa la progettazione, la fabbricazione e l’impiego dei siluri, che ostacolò non poco lo sviluppo della specialità aerosiluranti. In terzo luogo, Valle dovette far fronte a tre conflitti: innanzitutto la guerra d’Etiopia e l’intervento in Spagna, poi in misura notevolmente minore le operazioni per l’annessione dell’Albania.
Queste ultime logorarono non poco le linee di volo della Regia aeronautica (in quel periodo Valle tenne in attività mediamente circa 600 aerei impiegandone complessivamente circa 1600): furono inghiottite notevoli quantità di motori, pezzi di ricambio, bombe e carburante, fu richiesto uno sforzo straordinario a piloti, specialisti e personale di terra, e furono assorbite ingenti risorse finanziarie che sarebbero state più utili nel rinnovamento del materiale anziché nella semplice sostituzione degli aerei logori, perduti in operazione o ceduti alle forze nazionaliste spagnole, con velivoli dello stesso tipo diventati nel frattempo obsoleti. Inoltre, i successi riportati sia nei cieli dell’Etiopia contro un nemico privo di aviazione e di mezzi contraerei moderni, sia dall’Aviazione legionaria in Spagna contro avversari dotati di mezzi pressapoco equivalenti a quelli italiani, portarono i vertici del regime e quelli della stessa Regia aeronautica a sopravvalutare la sua military effectiveness, ostacolando pericolosamente la preparazione dottrinale, industriale e operativa già pesantemente condizionata dal piglio propagandistico sviluppato durante la gestione Balbo, a cui Valle non seppe né poté rinunciare, come quando, il 30 luglio 1936, si alzò in volo dalla base di Elmas (Cagliari) a bordo di un idrovolante Cant Z.506 per precedere i 12 trimotori Savoia-Marchetti S.81 inviati da Mussolini al generale Franco. Quali sarebbero state le conseguenze politiche internazionali di un simile gesto se il velivolo del massimo esponente della Regia aeronautica fosse stato costretto ad atterrare nel Marocco francese, come capitò a uno degli aerei che accompagnava, oppure si fosse schiantato in territorio algerino o inabissato davanti Orano, come toccò ad altri due velivoli della spedizione?
Nell’ottobre-novembre del 1939, nell’ambito di un ennesimo cambio della guardia ai vertici politico-militari delle forze armate che coinvolse l’esercito (e che da lì a un anno avrebbe interessato anche la Marina), Valle venne sostituito da Pricolo, comandante della 2a squadra aerea, sia nella carica di sottosegretario (31 ottobre), sia nel ruolo di capo di stato maggiore della Regia aeronautica (10 novembre). Nel passaggio delle consegne si ripeté lo scenario accaduto nel 1933: la cifra di 8528 apparecchi dichiarata da Valle venne contestata dal suo successore, secondo il quale vi erano in realtà soltanto 840 velivoli pronti per l’impiego bellico. Ciononostante, come nel caso di Balbo sei anni prima, Mussolini si dichiarò comunque soddisfatto della gestione Valle e gli affidò la presidenza della Ferro Albania società anonima (Ferralba), costituita il 28 agosto 1939 dall’Azienda minerali metallici italiani (AMMI), poi ceduta nel febbraio del 1940 alla Società finanziaria siderurgica Sa (FINSIDER).
Scopi dell’azienda erano la ricerca, l’estrazione e la vendita del ferro, nonché l’eventuale installazione in Albania di impianti siderurgici nell’ambito del piano autarchico nazionale del ferro. Questa nomina rappresentava una compensazione, anche economica, per la perdita degli incarichi politico-militari, tipica del modo in cui erano assegnate le cariche pubbliche e parapubbliche apicali nel regime fascista, in cui era prassi consolidata il passaggio dai vertici politici a quelli economici in occasione dei cambi della guardia decisi da Mussolini.
Dopo l’8 settembre 1943, Valle rimase e Roma e non aderì alla Repubblica sociale italiana. Tuttavia, negli ultimi mesi della guerra e nei primi anni del dopoguerra venne trascinato in un lungo procedimento giudiziario e fu protagonista di polemiche roventi che ebbero inizio il 4 agosto 1944, quando Umberto Nobile lo denunciò per presunti illeciti all’alto commissario per le sanzioni contro il fascismo. Alle accuse di Nobile si aggiunsero quelle di Pricolo. Rinviato a giudizio davanti alla sezione speciale della corte d’assise di Roma nell’ottobre del 1945, Valle fu assolto nel luglio del 1947. Peraltro, nell’aprile dello stesso anno, il Consiglio di Stato aveva annullato il provvedimento della commissione ministeriale che lo aveva collocato a riposo e privato del diritto alla pensione. Valle informò allora il ministro della Difesa, Randolfo Pacciardi, che avrebbe querelato Pricolo. Per scongiurare lo scandalo dello scontro pubblico tra due ex sottosegretari e capi di stato maggiore dell’Aeronautica, il ministro fece da paciere, ma la polemica si protrasse nella memorialistica con la pubblicazione dei libri di Valle, Uomini nei cieli. Storia dell’Aeronautica Italiana (Roma 1958), e di Pricolo, La Regia aeronautica nella seconda guerra mondiale. Novembre 1939-novembre 1941 (Milano 1971). Collocato in congedo nel dicembre del 1959, Valle fu presidente dell’Associazione trasvolatori atlantici, fondata per sua iniziativa il 31 agosto 1968 e di cui guidò una delegazione a Chicago nel quarantennale della crociera del Decennale.
Morì a Roma il 20 luglio 1975; venne sepolto nel quadrato dedicato ai trasvolatori atlantici nel cimitero comunale di Orbetello.
Fonti e Bibl.: Le fonti primarie sulla carriera militare di Valle sono reperibili a Roma, presso l’Archivio dell’Ufficio storico dell’Aeronautica militare, Libretti personali Capi e Sottocapi A.M., ad nomen e Archivio di persona Valle, Giuseppe (632 fotografie sciolte e 18 album fotografici corredati di didascalie). L’unica biografia di una qualche ampiezza è quella di A. Pelliccia, G. V. Una difficile eredità, Roma 1999. Altre notizie si possono ricavare dal volume dello stesso G. Valle, I miei trent’anni di volo, Milano 1939, oltre che da G. D’Avanzo, Ali e poltrone, Roma 1981; B. Di Martino, I dirigibili italiani nella Grande Guerra, Roma 2005; J. Gooch, Mussolini and his generals, Cambridge 2007 (trad. it. Gorizia 2011); L. Celere et al., Capi e Sottocapi della Regia Aeronautica nella documentazione dell’Ufficio storico della Aeronautica. 1925-1944, Roma 2012 (ricerca inedita condotta dalla Scuola archivisti e bibliotecari dell’Università la Sapienza sulle carte dell’Archivio dell’Ufficio storico dell’Aeronautica militare); G. Alegi, La storia dell’aeronautica militare. La nascita, Roma 2015.