TUCCI, Giuseppe
(XXXIV, p. 461)
Orientalista italiano, morto a S. Polo dei Cavalieri, presso Tivoli, il 5 aprile 1984. Dal 1947 al 1978 fu presidente dell'Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO), di cui aveva promosso la costituzione nel 1933, divenendone vicepresidente (1934) sotto la presidenza di G. Gentile. Fu membro di numerose accademie e società di studi italiane e straniere, in Europa, in Asia e in America. Nel 1970 fu nominato professore emerito; nel 1976 gli venne assegnato il premio Jawaharlal Nehru per la Comprensione internazionale. I suoi studi hanno abbracciato tanto il campo dell'indologia (in India risiedette dal 1925 al 1930, insegnando il cinese e l'italiano presso le università di Shantiniketan e di Calcutta) quanto quelli della sinologia, della tibetologia e dell'archeologia orientale. Dal 1929 al 1948 compì otto spedizioni in Tibet, e dal 1950 al 1954 sei in Nepal. Nel 1955 diede inizio a ricerche archeologiche in Pakistan, nel 1957 in Afghānistān e nel 1959 in Iran, da lui coordinate e dirette ininterrottamente fino al 1978, all'interno di un vasto progetto scientifico mirato a ricostruire i legami storici che hanno unito le diverse civiltà del continente eurasiatico. Dalla cattedra universitaria, e soprattutto dalla guida dell'IsMEO, T. formò varie generazioni di studiosi, promosse la ricerca interdisciplinare, specie negli studi storici e archeologici, aprendo nuovi orizzonti all'orientalistica italiana e assicurandole un posto di primo piano anche in campi nei quali − dall'Iran all'India e all'Asia centrale e orientale − le sue tradizioni di studi erano più deboli di quelle di altri paesi europei.
Dotato di una profonda preparazione linguistica e filologica e di uno spiccato interesse per il pensiero religioso e filosofico, T. pubblicò numerosi testi inediti sanscriti e tibetani, importanti, in particolare, per lo studio del buddhismo. Tra le sue opere più significative ricordiamo: Linee di una storia del materialismo indiano, 2 voll. (1923 e 1929); Indo-Tibetica, 4 voll. (1932-41); Forme dello spirito asiatico (1940); Asia religiosa (1946); Il libro tibetano dei morti (1949); Tibetan painted scrolls, 2 voll. (1949); Teoria e pratica del Mandala (1949; trad. in inglese, francese e portoghese); The tombs of the Tibetan Kings (1950); Minor Buddhist texts, 3 voll. (1956, 1958, 1971); Storia della filosofia indiana (1957); Rati-līlā: an interpretation of Tantric imagery of the temples of Nepal (1969; trad. in francese e tedesco); Die Religionen Tibets (1970; trad. in francese, inglese e italiano); Tibet (''Archaeologia Mundi'') (1973, in francese; trad. in tedesco, inglese e italiano). Autore di centinaia di saggi e articoli scientifici, pubblicò anche opere di carattere divulgativo o di larga sintesi, a volte connesse con i suoi viaggi e le sue esplorazioni, tra le quali: Italia e Oriente (1949); A Lhasa e oltre (1950; trad. in inglese); Tra giungle e pagode (1953); Le grandi vie di comunicazione Europa-Asia (1958); Nepal. Alla scoperta dei Malla (1960; trad. in inglese); La via dello Swat (1963); Tibet, paese delle nevi (1967; trad. in inglese e francese); Il trono di diamante (1967).
Una raccolta di suoi lavori scientifici, Opera minora, in due volumi, è stata pubblicata dall'università di Roma nel 1971. Raccolte di studi orientalistici in suo onore sono state pubblicate dall'Istituto universitario Orientale di Napoli (dove aveva insegnato il cinese dal 1930 al 1932), Gururājamañjarikā. Studi in onore di Giuseppe Tucci, 2 voll. (1974), e dall'IsMEO, in memoria: Orientalia Iosephi Tucci memoriae dicata, 3 voll. (1985, 1987, 1988).
Bibl.: G. Gnoli, Giuseppe Tucci, Roma 1984; R. Gnoli, Ricordo di Giuseppe Tucci, ivi 1985 (con contributi di L. Petech, F. Scialpi e G. Galluppi Vallauri); S. Moscati, G. Gnoli, Centenario della nascita di Giuseppe Tucci, Roma 1995.