TOFFANIN, Giuseppe
Critico letterario e scrittore, nato a Padova il 26 marzo 1891; insegna dal 1928 letteratura italiana nell'università di Napoli, disciplina che aveva prima insegnata nelle università di Messina (1923-24) e di Cagliari (1924-28).
A prescindere dal volume Il romanticismo latino e i Promessi Sposi (Forlì 1913) e da saggi varî anche su scrittori stranieri (Gli ultimi nostri, ivi 1919; La critica e il tempo, Torino 1930) il più e il meglio dell'attività del T. è dedicato al Rinascimento. In La fine dell'unanesimo (Torino 1920) è studiato l'irrigidirsi del classicismo nella Controriforma: l'accettazione delle regole aristoteliche è effetto non solo di un culto letterario, ma di una sensibilità tradizionale cattolica e latina; allo stesso modo il dissidio machiavelliano tra l'assoluto della morale e il relativo della pratica (Machiavelli e il Tacitismo, Padova 1921) è bensì condannato dalla Controriforma in certo suo satanismo, ma non rifiutato nella sua impostazione etica; onde viene da essa ripreso in Tacito, che spesso non è se non un Machiavelli travestito. È questo il cosiddetto "tacitismo" fenomeno definito e descritto per la prima volta dal T. In L'eredità del Rinascimento in Arcadia (Bologna 1923) l'Arcadia è considerata positivamente come il ritorno settecentesco al classicismo del Cinquecento. In questa prima fase della sua attività, che culmina col Cinquecento (Milano 1928), il T. nega per il sec. XVI ogni contrasto tra umanesimo e cattolicismo, ma lo ammette implicitamente per i due secoli precedenti. Secondo i suoi studî posteriori (Che cosa fa l'umanesimo, Firenze 1929; Storia dell'umanesimo, Napoli [1933]; G. Pontano tra l'uomo e la natura, Bologna 1938), la sostanza del vero umanesimo sarebbe invece il tradizionalismo classico che si oppone al movimento scientifico venuto su dalla scolastica del sec. XIII, crescente nella neoscolastica del Rinascimento e costituente una vera e propria filosofia della natura, armata contro il tradizionalismo cattolico: onde, nonché contrasto, si avrebbe alleanza tra i due tradizionalismi.
Il T. è autore anche di novelle (Ricordi di un uomo inutile, Milano 1918) e di commedie (L'isola dei morti, Napoli 1933).