Architetto italiano (Meda 1904 - Como 1943). Partecipe del Gruppo Sette, che dal 1926 svolse un ruolo preminente nella nascita e definizione del razionalismo italiano, è stato uno tra i più importanti rappresentanti dell'architettura moderna in Italia, tra le due guerre. Tra le sue numerose opere vi sono "Novocomum" (1927-29) e la Casa del fascio a Como (1932-36).
Studiò al Politecnico di Milano (1921-26), ma grande importanza per la sua formazione ebbero piuttosto un precoce sodalizio con P. Lingeri e la sua partecipazione al Gruppo Sette; e ancora i suoi viaggi in Germania (1927 e 1931) e la partecipazione al CIAM del 1933, stimolati dal suo interesse per le esperienze architettoniche in ambito europeo. La sua prima realizzazione, la casa ad appartamenti "Novocomum" fu tra le opere-manifesto del movimento moderno in Italia, combinando materiali innovativi (cemento armato) e nette volumetrie (il cilindro vetrato inserito nella soluzione angolare, analogamente a quanto proposto da I. Golosov per il Club operaio di Mosca, 1926-28). Ma è nella Casa del fascio che un certo purismo geometrico, alla maniera di Le Corbusier, si fonde con l'evidenza volumetrica dei muri (rivestiti di marmo) e con la presenza di ampie finestrature, dando vita a un'architettura destinata a diventare un modello di riferimento per generazioni di architetti. Il breve ma incisivo contributo di T. al razionalismo italiano e all'architettura moderna in generale emerge anche dalla sua artistica capacità di controllare ed elaborare originalmente soluzioni avanzate da altri grandi architetti europei (Mies van der Rohe, Gropius, ecc.); ne sono esempio le poche opere realizzate o i progetti: casa Rustici a Milano (1933-35, con P. Lingeri), asilo d'infanzia Sant'Elia a Como (1934-37), Villa Bianca a Seveso (1936-37), Casa del fascio a Lissone (1937-39, con A. Carminati); progetti per il piano regolatore di Como (1933-34, con P. Bottoni, C. Cattaneo, P. Lingeri e altri), per il Palazzo del littorio a Roma (1934; 1937, con A. Carminati, P. Lingeri, E. Saliva, M. Nizzoli, M. Sironi, L. Vietti), per il "Danteum", un museo dedicato a Dante (1938, con P. Lingeri e M. Sironi; non realizzato a causa della seconda guerra mondiale), ecc. Si deve ancora ricordare la sua attività pittorica svolta in modo personale nell'ambito del Novecento (molti dei suoi disegni e dipinti, in prevalenza paesaggi e ritratti, sono conservati nell'Archivio G. Terragni, a Como) e il fecondo interscambio con gli artisti del gruppo comasco, in particolare con M. Rho e M. Radice, che tra l'altro realizzò la decorazione della Casa del fascio a Como.