TAVERNA, Giuseppe
Nato a Piacenza il 14 marzo 1764, morto ivi il 20 aprile 1850. Sacerdote, maestro pubblico e privato a Piacenza (nel Collegio di S. Pietro, dove ebbe scolaro P. Giordani), a Parma, a Brescia, dove resse (1812-1822) il Collegio Peroni, e donde lo costrinsero a ritirarsi le persecuzioni austriache. Nel 1825 ebbe da Maria Luisa la direzione del Collegio Lalatta in Parma: soppresso il quale, nel 1831, trascorse gli ultimi anni in strettezze gravissime, alleviategli solo nel 1848 dal governo rivoluzionario che lo nominò professore onorario di filosofia. Patriottismo e sensi liberali, anche in materia religiosa - che giovane lo fecero sospettare, pare non a torto, di giansenismo, e poi lo resero sgradito all'Austria e a Roma - pietà religiosa, purezza di vita, sapere, fermezza d'animo, e doti non comuni di educatore, gli procurarono stima o amicizia d'uomini come il Cuvier, il Rosmini - che gli dedicò il saggio sull'Idillio, dopo ch'ebbe ammirato gl'Idilli del T. (1820) - e, più tardi, il Gioberti. Risentì dell'educazione sensistica e illuministica del sec. XVIII e fu, se non propriamente lockiano, ammiratore del Locke, razionalista in educazione e seguace in morale d'un eudemonismo nobilmente inteso. Poneva come primo compito dell'educatore, nella prima età del fanciullo, l'educazione dei sensi;. poi, nella seconda, "il perfezionamento e l'affrancamento della ragione". Quindi anche il suo proposito costante d'insegnar la morale come indipendente dalla religione. Prima della diffusione del girardismo in Italia, patrocinò e praticò un'educazione intellettuale e morale mediante l'insegnamento della lingua, e con frutto, sebbene i suoi scritti per fanciulli eccedano spesso per preziosità linguistiche e arcaismi. Ebbe, dopo il primo esempio del Soave, il merito di fondare una letteratura infantile più vicina a criterî e ideali moderni.
Scrisse: Abbecedario (Parma 1806); Prime letture (ivi 1808); Novelle morali ad istruzione dei fanciulli (ivi 1803; 2a ed., Milano 1829; 3a ed., 1833); Lezioni morali ai giovanetti tratte dalla storia (Piacenza 1806). Di questi due ultimi volumi pubblicò una scelta (Novelle inor. e racc. stor.) P. Dazzi (Torino, 2a ed. 1885, 3a ed.. 1890, 4a ed. 1903). Vedi di lui anche Del leggere e delle letture, scritti inediti pubblicati da L. Scarabelli, Milano 1864; la Propulsione alle lezioni di storia rec. in Piacenza li 15 febbraio 1811, Piacenza 1812; l'Apologia di C. T. contra il "Giornale scientifico letterario" di Modena, scritta da lui stesso, Torino 1841. Lasciò traduzioni delle Epistole di Seneca, della Catilinaria di Sallustio, delle Storie e dell'Agricola di Tacito, della Genesi (in compendio, Piacenza 1856) e dell'Imitazione di Cristo. Una raccolta di Lettere fu pubbl. da V. Cortesi, Torino 1889.
Bibl.: A. Testa, La mente dell'abate G. T., Genova 1851; G. B. Moruzzi, Discorso sopra G. T., Piacenza 1870; G. Pariset, L'abate G. T., Parma 1879; P. Dazzi, Cenni bibliografici di G. T., premessi alla racc. cit.; G. Thermignon, Il pens. ped. di G. T., Torino 1904; G. Chiari, G. T. ped. letterato e filos. piacentino del secolo XIX, in Riv. pedagogica, settembre-ottobre e dicembre 1908, gennaio 1909; G. B. Gerini, Gli scrittori ped. italiani del sec. XIX, Torino 1910, pp. 131-148; W. Cesarini Sforza, G. Taverna giansenista, in Bollettino storico piacentino, novembre-dicembre 1912 (con documenti); G. Fanciulli e E. Monaci, La letteratura per l'infanzia, Torino 1926, p. 173 segg.