TAROZZI, Giuseppe
Filosofo, fratello di Giulio, nato a Torino il 24 marzo 1866. Professore di filosofia morale a Palermo (1902) e Bologna (1906-36).
Il T. è positivista più come metodo che come principio. Anzi, si potrebbe dire che egli rimuova gli ostacoli a una metafisica nuova, fuori però dalla soluzione immanentistica, idealistica, dialettica. Centro di questo nuovo positivismo è lo studio del fatto singolo, volitivo, per cui noi ci affranchiamo dal determinismo universale. Fuori della scienza, il determinismo è un arbitrio; onde l'eterogeneità di scienza e filosofia, di cui bisogna tener sempre conto affinché il metodo scientifico e l'esigenza razionale, che devono pure venir applicati all'indagine filosofica, non tradiscano l'oggetto di queste. La libertà, infatti, dà origine ad una causalità sua propria, di altra natura della causalità scientifico-naturalista. Il rapporto "essere-conoscere" è concepito dal T. realisticamente. Si tratta tuttavia di un realismo che sconfina nell'Ignoto, onde l'affermazione dell'Io come anima, di Dio come infinito, dando così testimonianza di un assunto che si colorisce di mistero. E questo, confessa il T., è opera di liberazione.
L'opera che fissa la fisionomia speculativa del T. è La libertà umana e la critica del determinismo, Bologna 1937; importante anche L'esistenza e l'anima, Bari 1930 e i molti articoli degli ultimi anni, sull'idea dell'infinito.