SENSALES, Giuseppe
– Nacque il 19 settembre 1831 a Palermo da Serafino e da Marianna Sala, in una famiglia eminente.
A soli sedici anni, compiuti gli studi liceali, iniziò la sua carriera come volontario nell’amministrazione centrale delle Finanze a Napoli, quindi nel 1849 collaborò con il governo provvisorio della Sicilia: ciò che, sopravvenuta la restaurazione borbonica, gli valse l’allontanamento dall’amministrazione. Richiamato nel 1852, fu impiegato nella soprintendenza degli archivi all’Interno; nel 1860, all’atto della conquista garibaldina, aveva già raggiunto il grado di ufficiale di carico nella segreteria di Stato a Palermo, quando fu chiamato a prestare servizio presso il ministero di Sicurezza pubblica con il grado di caposezione e con l’incarico di occuparsi del personale per le informazioni e della statistica; nel 1862 era nelle province siciliane commissario nell’amministrazione del Regno d’Italia per la Sicurezza pubblica. Quindi, negli anni successivi, percorse rapidamente i gradini della carriera presso l’amministrazione centrale, a Torino, e poi con lo spostamento della capitale a Firenze, fino a raggiungere il grado di capodivisione, ottenuto nel 1870, quando già da qualche mese (novembre 1869) era stato chiamato a reggere per la prima volta l’amministrazione della Pubblica Sicurezza, incarico che avrebbe mantenuto fino al 1° dicembre 1873.
In quegli anni l’organizzazione della struttura era assai ridotta e priva di rilevanti competenze, in quanto, essendo ancora debole l’opposizione politica e specialmente quella sociale, il controllo delle cosiddette classi pericolose, ovvero degli ‘oziosi e vagabondi’, che preoccupava i governi dell’epoca in tutta Europa, nonché quello della delinquenza comune, era per lo più demandato a prefetture e questure.
Al termine della reggenza della Pubblica Sicurezza, il 27 novembre 1873, Sensales, a soli quarantadue anni, fu nominato prefetto dal ministro Marco Minghetti e destinato a Catanzaro, dove rimase fino al 19 aprile 1876, data nella quale il ministro dell’Interno del primo governo della Sinistra storica, Giovanni Nicotera, trasferì in sedi diverse ben trentadue prefetti. Sensales, coinvolto nell’avvicendamento, ottenne di usufruire di un’aspettativa per motivi di salute, cui sarebbe seguito il collocamento in disponibilità deciso da Francesco Crispi nel brevissimo periodo in cui questi fu ministro dell’Interno, nel 1878: situazione poi prolungata nei due anni previsti come termine massimo, fino a raggiungere il febbraio del 1880. In quel periodo Sensales visse tra Parigi e Londra. Richiamato in servizio, fu nominato prefetto di Ascoli Piceno, poi di Agrigento (agosto 1881-marzo 1885), dove diversi giornali locali criticarono la sua stretta amicizia con il deputato Vincenzo La Porta, che secondo una di queste fonti «lo teneva a guardia del suo collegio e dei suoi elettori» (l’articolo, firmato Empedocle, fu pubblicato sul giornale di Palermo Le Feste di Nerone, il 26 ottobre 1884); gli si rimproverò anche l’influenza esercitata (così si diceva) sulle nomine dei funzionari, il suo presunto coinvolgimento in un mercato delle licenze di porto d’armi e soprattutto l’uso di metodi violenti e intimidatori contro gli arrestati. Ciò non impedì che la destinazione successiva fosse ancora in Sicilia, a Messina, sede nella quale però rimase solo pochi mesi (marzo-dicembre 1885), per essere poi trasferito a Pisa, fino all’inizio di luglio del 1890, e a Ravenna, città nella quale, a giudizio del ministero, conseguì ottimi risultati opponendosi all’azione dei radicali e dei socialisti.
La sua personalità era così sintetizzata nella scheda per il presidente del Consiglio Crispi: «Funzionario valente più dal lato politico e di polizia che da quello amministrativo. È calmo e prudente, ha ingegno ed è accorto. Fece molto bene ad Ascoli e ritiensi che sia riuscito a Girgenti. [...] Ebbe detrattori accaniti. A Catanzaro non fu fortunato quando affermò d’aver già posto in esecuzione certe misure eccezionali di polizia che non erano ancora state approvate dal Parlamento. Malgrado tutto è un buon prefetto e sostiene la sua posizione con dignità e decoro. A mio avviso è adatto a qualunque prefettura di second’ordine» (Roma, Archivio centrale dello Stato, Francesco Crispi, Roma, f. 225).
Era di fatto un giudizio non del tutto lusinghiero. In effetti non gli erano state affidate prefetture di grande responsabilità, anche se spesso si era trattato di province comunque difficili sotto il profilo dell’ordine pubblico; ma certo la sua gestione della sicurezza pubblica a Pisa e poi a Ravenna in consonanza con gli orientamenti del governo crispino avevano molto concorso a migliorare il giudizio sul suo operato.
Nel 1892 il re volle includerlo nella lista dei nuovi senatori (Sensales poteva aspirare alla carica per la XVII categoria, essendo prefetto da quasi venti anni); a palazzo Madama, dove fu presente con una certa assiduità quando gli impegni istituzionali glielo permettevano, i suoi interventi si concentrarono in particolare sulle questioni legate all’organizzazione della pubblica sicurezza. L’apprezzamento di cui ora godeva e l’esperienza acquisita negli anni proprio in quest’ultimo ambito indussero Giovanni Giolitti a designarlo come direttore generale della Pubblica Sicurezza, carica che gli sarebbe stata confermata da Crispi e che avrebbe ricoperto dall’ottobre del 1893 all’aprile del 1896, quando, subito dopo la caduta dell’ultimo governo crispino, fu destituito.
Diversamente dalla sua prima esperienza, la situazione del Paese, dopo l’eccidio di italiani ad Aigues Mortes (agosto 1893) e le rivolte dei fasci in Sicilia e dei lavoratori del marmo in Lunigiana, risultava piuttosto turbolenta mentre si era costituito il Partito socialista dei lavoratori, si manifestava il movimento irredentista e si susseguivano gli attentati anarchici. A partire dal 1880 la Pubblica Sicurezza, assunta al rango di direzione generale, risultava molto più organizzata rispetto a venti anni prima e il direttore Luigi Berti, durante il primo governo crispino, aveva ideato un efficace sistema di controlli preventivi, basato sull’anagrafe statistica – un sistema di controllo capillare del territorio nelle città basato sulla schedatura di tutti gli abitanti casa per casa e delle botteghe –, su una maggiore attenzione per la tenuta degli archivi e sulla creazione di un corpo di agenti investigativi: un primo, embrionale servizio di intelligence. Caduto Crispi, nel 1891, il sistema era stato abbandonato, però Sensales non solo lo ripristinò ma in breve tempo riuscì ad accrescerne la funzionalità dando vita a un sistema di controlli e schedature sistematiche che prendevano a modello la polizia parigina e quella tedesca, citate con ammirazione nell’unico scritto che Sensales abbia lasciato, elaborato dopo la fine della sua esperienza ministeriale, l’articolo L’anagrafe di polizia (in Nuova Antologia di scienze, lettere e arti, 1901, n. 177, pp. 218-249). Rispetto al periodo precedente la novità era costituita dalla creazione di un sistema di schedature, presso la stessa direzione generale, dei capi e dei militanti più influenti dei partiti ‘sovversivi’, in modo da avere sempre e rapidamente a disposizione i dati e disporre delle conoscenze necessarie per definire gli indirizzi politici degli schedati.
Nacque così, nel maggio del 1894, il Servizio dello schedario biografico degli affiliati ai partiti sovversivi, che nella sua lunga durata sarebbe stato trasformato in Casellario politico centrale e potenziato enormemente dal fascismo; per la redazione delle schede cominciarono a essere utilizzate, nella descrizione fisica e psichica, le più recenti tecniche di polizia scientifica, mutuate soprattutto dalla Francia, Paese all’avanguardia grazie alle ricerche condotte da Alphonse Bertillon presso la préfecture de police. La fiducia nei mezzi di polizia preventiva, prima di tutto l’anagrafe statistica, non impedì che si perpetuasse però l’uso delle misure tradizionali, come il domicilio coatto, o che si adoperassero metodi autoritari, come avvenne in occasione dello scioglimento delle associazioni socialiste, un provvedimento che, nel mese di ottobre del 1894, sotto l’attenta regia di Sensales condusse nel giro di pochi giorni alla chiusura di 348 associazioni su circa 9300.
Sollevato dall’incarico nell’aprile del 1896, Sensales concluse la carriera con la direzione della prefettura di Palermo, assunta nel luglio del 1897, dopo la chiusura nell’isola dell’esperienza del commissariato civile, per mantenerla fino all’aprile del 1898; in quel breve periodo gli furono attribuiti la direzione e il coordinamento di tutti i servizi di polizia siciliani, un esperimento non riuscito e finito precocemente anche per le condizioni di salute di Sensales il quale, non avendo poi ottenuto altri incarichi dal nuovo ministro Luigi Pelloux, chiese nel mese di ottobre del 1899 di essere collocato a riposo, continuando negli ultimi anni la sua attività in Senato.
Morì a Roma il 25 maggio 1902.
Fonti e Bibl: Roma, Archivio centrale dello Stato, Francesco Crispi, Roma, ff. 225, 591, 663; ibid., Deputazione di storia patria di Palermo, sc. 160, f. 2041; Ministero dell’Interno, Direzione generale degli Affari generali e del personale, Prima serie, bb. 47, 688, f. 97546 (con l’articolo, firmato Empedocle, del giornale palermitano Le feste di Nerone, 26 ottobre 1884).
D. D’Urso, I direttori generali della pubblica sicurezza, Alessandria, 1994; G. Tosatti, La repressione del dissenso politico tra l’età liberale e il fascismo. L’organizzazione della polizia, in Studi storici, 1997, n.1, pp. 217-255; G. Astuto, Il prefetto S., in Giornale di storia costituzionale, 2003, n. 5, pp. 235-260; Repertorio biografico dei Senatori dell’Italia liberale. 1861-1922, a cura di F. Grassi Orsini - E. Campochiaro, Napoli 2009, s.v.