DONATI, Giuseppe Salvatore
Nacque a Varese il 3 dic. 1902 da Pietro e da Teresa Donati. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Pavia, vi compì gli studi come alunno del collegio "Borromeo"; durante il corso di laurea fu allievo interno negli istituti di patologia generale di C. Golgi e A. Perroncito, di clinica medica di A. Ferrata, di clinica chirurgica di I. Tansini. Dopo la laurea, che conseguì nella stessa università con pieni voti e lode nel 1927, usufruendo di una borsa di studio della Fondazione Rockefeller ottenne un posto di assistente nell'istituto di patologia generale; contemporaneamente continuava a frequentare la clinica chirurgica.
Il D. iniziò la carriera universitaria nel 1928, quando, vinto il relativo concorso nazionale, divenne assistente di ruolo presso la clinica chirurgica dell'università di Pavia: in questo istituto maturò la formazione chirurgica, sotto le prestigiose guide di I. Tansini prima e di G. Morone poi. Conseguite le specializzazioni in radiologia nel 1930 e in chirurgia generale nel 1933, ottenne l'abilitazione alla libera docenza in patologia speciale chirurgica e propedeutica clinica nel 1935 e quella in clinica chirurgica e medicina operatoria nel 1939.
Nel 1937 fu chiamato dalla facoltà medica dell'università di Pavia all'insegnamento di anatomia chirurgica e corso di operazioni, nel 1939 partecipò al concorso per la cattedra di patologia chirurgica dell'università di Sassari conseguendo un lusinghiero giudizio di maturità. Lasciato l'incarico all'università di Pavia nel 1942 a causa degli eventi bellici, durante i successivi anni di guerra occupò il posto di primario chirurgo nell'ospedale civile e militare di Verona, rimanendovi fino al conseguimento della cattedra universitaria: nel 1948, infatti, ternato nel concorso a cattedrà di clinica chirurgica dell'università di Catania, il D. venne chiamato a dirigere la cattedra di clinica chirurgica dell'università di Sassari e nel successivo anno accademico assunse la direzione della stessa cattedra nell'università di Siena. Infine la facoltà medica dell'università di Pavia chiamò il D. nel 1950 alla cattedra di patologia speciale chirurgica e propedeutica clinica e nel 1964 a quella di clinica chirurgica e terapia chirurgica, celebre nel mondo perché già illustrata dai nomi di A. Scarpa, L. Porta e E. Bottini. Nell'università di Pavia il D. fondò nel 1952 la scuola di specializzazione in anestesiologia, che successivamente diresse con quelle di chirurgia generale e di urologia. Collocato fuori ruolo nel 1973 per raggiunti limiti di età, nel 1979 gli venne conferito il titolo di professore emerito di clinica chirurgica dell'università di Pavia.
Formatosi in prestigiose scuole di patologia, il D. condusse fin dagli inizi della sua carriera scientifica numerose ricerche sperimentali in vari settori (si ricordano, qui, ad es.: Sulcomportamento del tempo di emorragia e della retrazione del coagulo in condizioni normali, patologiche e sperimentali (splenectomia, raggi X, somministrazione di Ca), in Boll. d. Soc. med-chir. di Pavia, XLII [1928], pp. 1131-1145; Contributo sperimentale allo studio delle modificazioni anatomiche e batteriologiche del fegato e delle vie biliari dopo stomia della cistifellea con lo stomaco e con il duodeno, ibid., pp. 949-976; Su di un rapporto fra castrazione e modificazioni della colecisti (Ricerche sperimentali), ibid., pp. 997-1013; Le infezioni comitate colecisto-epatiche sperimentali, ibid., pp. 1501-1522; Tecnica per la produzione di embolie sperimentali nei vasi arteriosi periferici, ibid., LIII [1939], pp. 389-405; Contributo alle studio dell'ulcera gastrica sperimentale da istamina-antiistaminici, ibid., LXI [1947], pp. 555-565; L'infiltrazione anestetica del nodo di Keith e Flack nella chirurgia intracardiaca sperimentale, in Atti d. Soc. lombarda di scienze mediche e biologiche, VIII [1953], pp. 384-386, con L. Peruzzo).
Sul piano clinico, il D. si segnalò come chirurgo valente e ardito, dotato di eccezionale capacità diagnostica e in grado di affrontare i più complessi problemi operatori.
Si cimentò nei vari campi della chirurgia - toracica, addominale, oncologica, dei trapianti - spesso recando il contributo personale di tecniche e metodiche originali e di avanguardia. Primo a Pavia e tra i primi in Italia, esegui interventi di pneumonectomia e di lobectomia polmonare, di esofagectomia, di commissurotomia mitralica, realizzò un metodo personale di trattamento chirurgico delle insufficienze coronariche acute e croniche, largamente adottato poi in Italia e all'estero (Il trattamento chirurgico dell'insufficienza coronarica. La neuro-epicardio-pericardio-lisi novocainica secondo Donati (Premesse fisiopatologiche e considerazioni clinico-statistiche sui primi100 casi), in Chirurgia italiana, XIX [1967], pp. 1007-1191, con C. Scotti Foglieni, M. Gazzaniga, G. Pedroni, R. Cortinovis, G. Guagliano). Studiò interessanti aspetti della chirurgia addominale (Le occlusioni intestinali nel neonato, in Atti del LXV Congr. d. Soc. ital. di chirurgia, Milano 1963, pp. 155-320, con G. Verga; L'addome acuto pseudo-chirurgico nell'infanzia, ibid., pp. 699-796, con M. Campani) e particolare cura dedicò alla chirurgia demolitiva dello stomaco per cancro proponendo anche una originale tecnica di ricostruzione dopo gastrectomia totale (Esofago-digiunostomia, in LXXII Congr. d. Soc. ital. di chirurgia, in Arch. e atti d. Soc. ital. di chirurgia, 1970, I, 1, pp. 211-286, con L. Scarabelli; Risultati della terapia chirurgica del carcinoma dello stomaco, ibid., pp. 493.554, con C. Arisi e R. Cortinovis, Le esofago-digiunostomie, in Minerva medica, LXII [1971], pp. 247-249, con L. Scarabelli, L'interposizione digiunale dopo gastrectomia totale studiata mediante angiografia, in LXXIV Congr. d. Soc. ital. di chirurgia. in Arch. e atti d. Soc. ital. di chirurgia, 1972, II, 2, pp. 109-112, con P. Colombo e L. Bonandrini). Nel settore della chirurgia vascolare, allora in fase di promettente sviluppo, il D. condusse numerosi e interessanti studi sull'etiopatogenesi, sui problemi diagnostici, sulla fisiopatologia e sul trattamento di particolari condizioni morbose (Alterazioni circolatorie nel decorso di embolie arteriali (Studio sperimentale arteriografico), in Boll. d. Soc. medico-chirurgica di Pavia, LII [1938], pp. 865-909, con A. Massone; Sull'embolectomia (Studio sperimentale), ibid., pp. 943-970, con A. Massone; Trombosi estensiva nella embolia di vasi periferici (Studio sperimentale), ibid., pp. 995-1038, con A. Massone; In tema di arteriografia. Aortografia addominale e visualizzazione delle iliache e delle arterie degli arti inferiori mediante iniezione retrograda transfemorale transcutanea del mezzo di contrasto, in Boll. e mem. d. Soc. tosco-umbra di chirurgia, XI [1950], pp. 432-443; In tema di arteriografia (Localizzazione di embolo dell'arteria iliaca primitiva mediante aortografia addominale retrograda; embolectomia; ripristino della pervietà della iliaca stessa), in Atti d. Acc. d. Fisiocritici in Siena e Studi d. Facoltà medica senese, s. 12, XVIII [1950], 2, pp. 128-135; Flebiti e sindrome post-flebitica, in Folia angiologica, III [1956], pp. 235-240; L'etiopatogenesi della sindrome post-tromboflebiticadegli arti inferiori, ibid., pp. 241-283, con M. Campani; Aspetti istologici ed istochimici gangliari nelle arteriopatie obliteranti croniche periferiche, nella malattia di Raynaud e nell'ipertensione essenziale, in Intern. College of surgeons, Sezione di neurochirurgia, Roma 1960, pp. 40-50, con R. Antonini e F. Lungarotti; Indicazioni e risultati della ganglionectomia lombare nella aterosclerosi obliterante periferica, in Giorn. d. arteriosclerosi, V [1967], pp. 129-133; Risultati a distanza della terapia chirurgica delle arteriopatie obliteranti croniche periferiche degli arti inferiori, in LXXIIICongr. d. Soc. ital. di chirurgia, in Archivio e atti d. Soc. ital. di chirurgia, 1971, I, 3, pp. 17-59, con G. Guagliano). Tra gli altri numerosi campi di applicazione del D. merita infine di essere ricordato quello della chirurgia dei trapianti, per la cui realizzazione creò un centro, il secondo in Italia, nel quale vennero operati trapianti sperimentali di cuore, fegato, rene, pancreas, e trapianti clinici di rene da cadavere e da vivente (Considerazioni su tre casi di allotrapianto renale, in Atti d. Soc. ital. trapianti d'organo, III [1969], pp. 303-305, con S. Maugeri, R. Cortinovis, A. Salvadeo, C. Scotti Poglieni, P. Colombo, G. Pedroni, F. Uggeri, G. Catenacci, M. Magni; Sostituzione epatica funzionale temporanea e trapianto di fegato, in Incontri medico-chirurgici, n. 12 [1970], pp. 173-411, con C. Scotti Foglieni, P. Colombo, F. Uggeri, M. Magni, R. Cortinovis; Intervento alla tavola rotonda "I trapianti renali in Italia: problemi tecnici ed organizzativi", in Atti d. Soc. ital. trapianti d'organo, IV [1970], pp. 22-27; Usoclinico e risultati del trattamento immunodepressivo con immunogammaglobuline antilinfocitarie nell'allotrapianto renale, in Minerva medica, LXII [1971], Suppl. al n. 70, pp. 3325-3344, con C. Scotti Foglieni, A. Salvadeo, R. Cortinovis, P. Colombo, G. Robustelli Della Cuna, F. Uggeri, M. Magni, G. Pedroni, G. Bulletti).
Autentico maestro, il D. fondò una fiorente scuola di chirurgia alla quale si formarono numerosi brillanti allievi, non pochi dei quali pervennero alla direzione di cattedre universitarie o a primariati ospedalieri. Appartenne a varie società scientifiche italiane e straniere, fu insignito di importanti onorificenze e per molti anni diresse il collegio "Borromeo" di Pavia.
Morì a Pavia il 17 marzo 1982.
Fonti e Bibl.: Oltre ai ricordi personali, si vedano necrologie in: Provincia pavese, 18 apr. 1982, 20 apr. 1982, 18 maggio 1982, 22 maggio 1982; IlGiornale di Milano, 8 maggio 1982; Prealpina di Varese, 3 apr. 1982; NuovoBollettino borrominiano, 20 sett. 1982; Boll. d. Soc. ital. di chirurgia, III (1982), p. 3; C. Scotti Foglieni, G. S. D., in Annuario... Collegio Borromeo, 1985, pp. 108-113.