Scrittore (Milano 1818 - ivi 1874). Dopo aver preso parte ai moti del 1848 fu per qualche tempo esule in Svizzera; visse gli ultimi anni oppresso dai debiti e morì alcolizzato. Scrisse drammi (Bianca Cappello, 1839; Simone Rigoni, 1847) e opere divulgative di vario genere, ma il suo nome è legato a una serie di romanzi storici (Lamberto Malatesta, 1843; Manfredo Pallavicino, 4 voll., 1845-46; Valenzia Candiano, 1846; La Libia d'oro, 1868) e in particolare a Cento anni (5 voll., 1859-64; ed. defin. 2 voll., 1868-69), affresco delle vicende italiane dalla metà del Settecento alla metà dell'Ottocento. Considerato il caposcuola degli scapigliati milanesi, dei quali fu compagno di vita, sul piano letterario è piuttosto da accostare al Nievo delle Confessioni di un italiano, a segnare il trapasso dal romanzo storico a quello psicologico. Una scelta dei suoi scritti critici fu raccolta in Le tre arti (2 voll., 1874).